Capitolo Tredicesimo

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I principi di Troia con le compagne stavano cenando in una piazzetta privata del palazzo per stare più sicuri ed appartati, festeggiavano le vittorie con allegria e passione. Paride aveva preso personalmente parte a
qualche combattimento  e ( sorprendentemente ) aveva ottenuto buonissimi risultati. Le donne scherzavano e parlavano anche tra di loro. La piazzetta era fresca e ben ventilata, le piante erano rigogliose e i fiori profumavano, c’era spazio giusto per un tavolo, e di fatti a loro non gliene serviva di più; tutto intorno aveva dei grandi portici in cui si appostavano i servitori e qualche soldato, sempre tra i più fidati per assicurarsi il silenzio ( ovviamente ).
Le portate erano sontuose e prelibate, Paride voleva fare sempre più colpo su Elena, ultimamente la sentiva
più distante, forse il tutto dipendeva dal fatto che lui la stava trascurando un pochettino, le aveva spiegato che era anche sua responsabilità cercare di rimediare a quella guerra e lei diceva sempre di aver capito.
“ Allora, sognate mai un altro bambino? “ chiese Elena ad Ettore e ad Andromaca, la donna sorrise accarezzando il braccio muscoloso del marito e rispose: “ Non è ancora il momento, Astianatte è ancora piccolo e in più non sappiamo come si mette questa situazione, vorremmo essere tranquilli prima di mettere al mondo un altro bimbo. “
“ Astianatte poi è un po’ troppo viziatello per il momento, dovremmo prima fargli passare questa cosa. “ disse Ettore, Elena sorrise a Paride e lui allora aggiunse: “ Infatti, sono d’accordo con loro. “ poi alzò lo sguardo al cielo e chiese: “ Belle le stelle stasera? “ tutti le guardarono e risposero “ Sì. “. Ettore si alzò e raccogliendo una rosa disse: “ Briseide usciva pazza per le rose. “, Paride gli fece segno di accomodarsi e disse: “ Già. Ne aveva sempre qualcuna in mano, o nei capelli, o sulla veste. La zia e lo zio non volevano, avevano paura che si
graffiasse. E poi profumava sempre di rosa. Aveva questa cosa di fare l’acqua alle rose e poi si improfumava. Si
sapeva fare anche una specie di crema e se la spalmava addosso una volta al giorno. “
“ E lo zio usciva pazzo. Perché Briseide è sempre stata destinata al tempio e lui diceva che se lei faceva così iniziava ad attirare troppi uomini e sarebbe stato difficile. Minete era stato scelto dallo zio perché era un pochettino effemminato e lui era sicuro che non ci avrebbe provato. Insomma Minete le serviva solo perché non poteva stare sola. “ disse Ettore
“ Aveva sempre un così bel profumo. “ affermò Andromaca
“ Sai, mi dispiace che tu non l’abbia potuta conoscere bene. “ disse Paride stringendo la mano di Elena, lei gli sorrise e disse: “ Sono certa che mi sarebbe piaciuta. Ne parlate così bene. Tutti quanti. Il re Priamo è così
affezionato a lei. Gli si illuminano gli occhi ogni volta che ne parla. “
“ Sì, era speciale. Veramente. Ci sapeva fare anche con i bambini. Astianatte l’adorava. Aveva un modo così tenero di addormentarlo. Io non sono mai riuscita a capirlo. “ disse Andromaca “ Bastava che lo guardasse sorridendo e lui prima sorrideva e poi piano piano si addormentava. “
“ State tranquilli. “ disse Elena “ Starà bene. Ne sono sicura. “
“ Chi te lo fa dire? “ chiese Paride
“ Conosco Achille. Lo conosco bene. Mi sentirei felice a finire sua schiava. Chiunque lo sarebbe. “
“ Perché? “ chiese Andromaca
“ Perché lui le donne le rispetta, non le picchia, non le violenta, non le obbliga a fare nulla contro la loro
volontà. È stata davvero fortunata. Al contrario della povera Criseide. Agamennone è un bruto. Non so come mia sorella abbia acconsentito a sposarlo. Io non l’avrei fatto. Menelao a confronto è un agnellino. “
“ Tua sorella? Tua sorella è la moglie di Agamennone? “ chiese Ettore
“ Già. Mia sorella Clitemnestra è sposata con Agamennone. Lo ha scelto lei. Ma ho ragione di pensare che se
la tira con Egisto. Uno dei ministri. In più ora sono ancora più sicura che è molto arrabbiata e vendicativa. “
“ Come mai? “ chiese Paride
“ Ho ricevuto una << lettera >> da mia madre settimana fa e mi ha raccontato: è orribile. “ rispose la ragazza ed iniziò un lungo racconto. Si soffermò sui dettagli, sulle frasi e sugli avvenimenti. L’uditorio rabbrividì nel sentire il racconto, era davvero raccapricciante e tutti si fecero domande a cui nessuno poteva assolutamente rispondere. Alla fine Elena disse: “ Non vorrei deludervi o sminuirvi, ma penso che le vostre ultime vittorie dipendano dal fatto che Achille non sta combattendo, quindi vi consiglio di agire in fretta. Se volete vincere questa guerra dovete dare il colpo di grazia adesso, sono deboli, provati e non se lo aspettano. Se tornano i mirmidoni a combattere mi dispiace, non credo che continuerete a vincere. “
“ Chissà perché quel giovane si è ritirato! “ esclamò Andromaca
“ Chi lo sa! “ disse Ettore “ Ma credo fortemente che abbia ragione Elena. Dobbiamo cercare di dare il colpo
di grazia ora. “.

I due amanti tornarono tardi nella propria camera, Paride accarezzò Elena e le chiese: “ Come mai conosci tanto bene il condottiero greco? “
“ È mio marito, Paride. “ rispose lei sorridendo
“ Non mi riferisco a Menelao. “ chiarì il ragazzo
“ Ah, ad Achille. Beh... siamo stati amanti in passato, perché nasconderlo? Non c’è stato nulla di più. Lui è un burbero, credo che nessuna donna lo vorrebbe come marito, ma lui non ha nemmeno bisogno di una moglie. Comunque sia, mi annoiavo e ci giocavo. “
“ È per te che non combatte? “ chiese Paride lei sorrise e disse: “ Assolutamente no. Io non sono la moglie di Agamennone. Questo mi sembra chiaro. Sono la moglie di Menelao e per quanto lui lo possa trovare inutile ed inetto, non gli posso dar nemmeno torto, non ne ha, Menelao è stupido ed inetto, lo pensi pure tu, lo pensa chiunque; lui ha problemi con Agamennone. Non rispetta la sua autorità, secondo il re spartano. La verità è che Achille non vuole essere comandato. Lui non sopporta nessuna autorità che non sia la sua. Quindi deduco che abbia litigato con Agamennone, lui non sopporta il pelide perché... torniamo a dire le stesse cose. “ Paride fece una faccia quasi rassegnata e lei gli chiese: “ Perché non vieni qui a baciarmi. Il mio corpo reclama la compagnia del tuo. “.

Angolo autrice
Buona sera a tutti! ❤
Buona domenica ormai passata! ❤😘
Oggi pubblico molto tardi a causa di un impegno di lavoro/studio. Oggi ho dovuto seguire l'ultimo giorno di workshop ( o tirocinio ) in fotografia per l'Accademia. Non vi dico la stanchezza! 😫😭
Ma ce l'ho fatta a sopravvivere! 👍 

Siamo al tredicesimo capitolo, ho deciso di dare un po' più attenzione anche a chi occupava le mura di Troia.
Voglio chiarire che nella mitologia greca originale Minete, ossia il marito di Briseide, ovviamente non era effemminato. Ho deciso di dichiararlo tale nella storia solo per giustificare il fatto che ho presentato Briseide come una vergine.
Ricordo sempre a tutti i lettori che la mia storia è basata non sul mito originale o su ciò che ha scritto Omero, ma sul film Troy del 2004. 😘😘

&quot; Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora