Capitolo Ventunesimo

931 36 8
                                    

Èudoro diede gli ordini ad alcuni soldati di prendere il corpo di Patroclo e di trasportarlo, tutti erano sotto shock e nessuno parlava. Il primo Ufficiale dei mirmidoni guardava in basso e Ulisse si era trascinato al suo fianco. “ Non so proprio come faremo a dirglielo. “ disse il re di Itaca, l’altro disse: “ Ci ucciderà. “.
Arrivarono così all’accampamento e tutti erano d’accordo che prima glielo avessero detto meglio sarebbe stato. Èudoro che sapeva che doveva essere lui a dirglielo, era cosa ovvia, prese il respiro e lo chiamò a gran voce.
Il pelide uscì strofinandosi gli occhi e sistemandosi la veste, che si era infilato in fretta e furia, acido chiese: “ Cosa vuoi Èudoro? “, lui guardò tutti gli altri e fece due piccoli passi in avanti, Achille era del tutto attento
ora e vedeva perfettamente i soldati che si toglievano le armature sporche ed infangate, guardò bene Èudoro
in viso e anche lui era stravolto, li guardò male e disse: “ Avete disobbedito ai miei ordini. “, Èudoro mosse le labbra senza alcun senso e lui tornò a dire: “ Vi avevo detto chiaramente di non partecipare all’attacco oggi. “, il suo ufficiale non proferiva ancora chiaramente parola. Ma capì che doveva farlo, il pelide lo guardava con occhi di fuoco e allora un po’ balbettando disse: “ Vede, mio signore, noi... noi pensavamo di... di seguire i suoi ordini. Ehm... non solo, noi credevamo che... fosse lei. “, il pie veloce fece qualche passo avanti, proprio nel momento esatto in cui sentì le frangie delle tende spostarsi. Aveva capito che Briseide era uscita per vedere cosa stava succedendo. Èudoro lo guardava terrorizzato e lui con voce mortifera disse: “ Spiegati meglio, Èudoro. “
“ Noi... tutti noi... me compreso... pensavamo che... che era lei, ma... ve lo giuro sulla mia famiglia, non potevamo immaginare che... “ disse l’ufficiale che si inginocchiò ai piedi del suo signore, “ Che? “ lo incitò Achille
“ Che.... Non lo ha capito nessuno mio signore. Nemmeno Ulisse, re di Itaca. Lui... lui era uguale a lei. “
“ Lui chi? “ chiese Achille, Èudoro abbassò lo sguardo, deglutì e rispose: “ Patroclo. “
“ Patroclo? “ chiese Achille, quello annuì terrorizzato prima di ricevere un sonoro ceffone, Briseide urlò un « no » e ci corse quasi incontro, ma Èudoro la fermò con un’occhiata, era meglio che non gli si avvicinasse nessuno al momento. “ Patroclo? “ chiese nuovamente il principe dei mirmidoni, Èudoro annuì con la testa e disse: “ Glielo giuro. Aveva le sue armi, la sua spada, il suo elmo, la sua armatura. Si muoveva e si comportava esattamente come lei. Nessuno... “ Achille si guardò intorno e urlò il nome del cugino per richiamarlo, Èudoro guardò i primi soldati terrorizzato, loro erano terrorizzati quanto lui, tornò a guardare l’eroe con lo sguardo sempre basso e disse: “ Lui... non ha nemmeno parlato; mai. Altrimenti lo avrei riconosciuto. Lui si è fatto trovare qui davanti stamane all’alba e ha solo fatto un gesto con la spada, noi... mio signore, nessuno poteva mai... in battaglia si è comportato esattamente come lei. “
“ Tutto questo non mi interessa. Dove è, Èudoro? “ chiese lui impaziente, l’ufficiale abbassò lo sguardo e tra la
folla si iniziava a sentire un certo disagio. Tutti sapevano. Tutti ne erano a conoscenza. Proprio in quel momento sopraggiunse anche Ulisse con Aiace, non dissero niente poiché avevano capito che era un momento
delicato, Èudoro si strinse le mani e senza guardarlo in viso disse con un fil di voce “ è... è... mo-mor-morto. “
“ Cosa? Ripeti. Non ho sentito bene. “ urlò il pelide “ Guardami in viso quando mi devi rispondere. “, l’ufficiale annui, sollevò lo sguardo e disse: “ È morto, mio signore. “.
Tutti zittirono e iniziarono a sudare freddo, la ragazza si teneva le mani strette sul petto. Il pelide guardò in
basso e poi esplose. Spinse Èudoro sulla sabbia e gli piantò un piede sul collo premendo forte, l’uomo boccheggiava cercando di prendere aria, Briseide voleva aiutarlo così corse verso l’eroe e lo toccò sulla spalla, ma lui si girò infuriato e l’afferrò per il collo, la presa era fortissima, il suo collo stava esattamente dentro il pugno della mano dell’uomo, in men che non si dica boccheggiava anche lei cercando di prendere aria, era terrorizzata, non lo aveva mai visto così, le faceva veramente paura. Èudoro cercava ora di spingere via il piede del suo principe cercando di dire qualcosa, ma sembrò solo cacciare dei lievi grugniti, la ragazza aveva stretto la
mano del pelide con le sue, ma era inutile, era troppo più forte di lei. Ulisse allora terrorizzato ma sicuro di sè si avvicinò lentamente e, più per Briseide che per Èudoro, disse: “ Achille, ti prego lasciala. “ ma senza venire ascoltato, così si avvicinò ancora un po’ e disse: “ Achille così la uccidi. Lascia il collo della ragazza. “
“ Mio... mio... signore, la... la... lasci! “ riuscì a dire Èudoro sotto forma di piccoli grugniti
“ Achille, ti prego, sei fuori di te. Lascia stare il collo della ragazza. “ lo invitò nuovamente Ulisse, Achille rivolse lo sguardo verso di lui e il re tornò a dire: “ Calma, Achille. Calma. Briseide non centra niente in tutto
questo. Lasciala. “ l’amico lo guardava solo, era affannato, lui gli fece segno con le mani di lasciare la presa e di
controllarsi e disse: “ Dai, Achille. La stai soffoncando. Lasciale il collo. Lasciala. Su. “
“ Chi è stato? “ urlò infuriato
“ Ettore. È stato il principe Ettore. “ gli rispose il re di Itaca, lui a questo punto si iniziò a rendere conto e le
tolse la mano dal collo e successivamente il piede dalla gola del suo primo ufficiale. Si voltò verso gli altri, Ulisse non osava avvicinarglisi, Èudoro cercava di riprendere il ritmo del fiato e Briseide era in ginocchio che tossiva tenendosi fermo il petto e l’addome respirando a fatica, Achille la guardò e le si avvicinò abbassandosi in ginocchio, le mise le mani sul viso e senza che nessuno potesse sentirlo disse: “ Scusami, scusami... io nonso cosa mi sia... “ ma lei lo spinse via terrorizzata e scoppiò a piangere, Ulisse le si avvicinò l’aiutò ad alzarsi e a stare in piedi, fece segno a due ragazze di raggiungerla e le invitò a portarla a fare una passeggiata in riva al mare e a sciacquarsi un po’ il viso.
Per circa due minuti nessuno si mosse, Ulisse parlò e gli spiegò che come aveva detto Èudoro nessuno lo
aveva riconosciuto e che se lui lo avesse fatto lo avrebbe di certo rispedito indietro. Achille abbassò la testa e si diresse verso il luogo in cui avevano messo a riposare Patroclo e pianse sul suo cadavere.

Ritornò in tenda tardi, con gli occhi arrossati e pesanti e cercò Briseide con lo sguardo. La vide raggomitolata sulle pelli dove si metteva all’inizio, la chiamò debolmente ma lei lo guardò con il terrore negli occhi e iniziò
a tremare, aveva il collo già viola lì dove l’aveva stretta, lui abbassò lo sguardo e si sedette sul letto.
Aveva perso Patroclo per sempre e forse aveva perso anche lei.

Angolo autrice
Eh già inevitabilmente la collera ed il dolore di Achille per quello che nella mia storia ( e nel film a cui mi inspiro ) è il più caro cugino.
Povero Patroclo! Purtroppo per quanto mi sarebbe piaciuto non ho potuto evitare la tragica fine! 😭😭😭

" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora