Capitolo Trentacinquesimo

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La lettera fu mandata con urgenza e la risposta restituita con altrettanta urgenza. Briseide fu felice di leggere
che era positiva così con Andromaca si preparò per scendere dall’imbarcazione.
Achille fu fatto sdraiare su una tavola e assicurato ad una biga fu portato con urgenza a palazzo. Briseide lo
seguì con gli altri e una volta a palazzo fu accolta dagli zii che la strinsero in un caldo abbraccio.
Tutti furono accolti bene e come si deve, il re Anastore si assicurò che tutti fossero comodi ordinando di portare un pasto caldo dopodiché Èudoro e Aiace raggiunsero gli altri.
Lo zio e la zia si fecero raccontare tutto, non vollero nessun particolare escluso. Lei un po’ si vergognava perché in realtà non sapeva bene cosa pensavano di lei. La zia le sembrava cordiale come sempre, lo zio anche,
ma non sapeva se era solo una recita. Andromaca di tanto in tanto la guardava e lei non ricambiava volentieri lo sguardo. Èudoro e Aiace si erano allontanati dopo aver usufruito del piatto caldo e aver chiesto di poter fornire qualche vivanda per la nave. Gli zii della ragazza non si tirarono indietro e i due si congedarono. Il guaritore era sopraggiunto sul posto e aveva aggiornato tutti sulle condizioni di Achille.
Come si poteva immaginare le condizione del guerriero non erano delle migliori. Era molto critica, la febbre era altissima, le ferite per fortuna non riportavano infezioni però le aveva volute disinfettare nuovamente insieme ad una sutura molto più adeguata. Se ne andò senza promettere nulla dicendo che sarebbe tornato l’indomani.
Non c’erano buone notizie, non c’erano miglioramenti, non c’era nulla di cui poter gioire. Briseide aveva la
paura di aver fatto scomodare gli zii per nulla. Pregava tutti i giorni il potente Apollo affinché lo salvasse, non poteva promettere nulla, però sperava che il dio non ce l’avesse con lei. Magari era stato proprio lui a guidare Paride quella notte. Ma nel profondo sapeva che non le interessava. Avrebbe fatto di tutto per vivere la sua vita al fianco di quell’uomo.

2 giorni prima a Troia

Troia ormai era bruciata del tutto e senza vita, tranne qualche uomo solitario che camminava per le strade deserte e solitarie.
Non era rimasto nessuno vivo, nemmeno gli animali, le carcasse giacevano al suolo dimenticate. Stessa cosa i cadaveri. Era tristissimo. Lasciava davvero l’amaro in bocca. Quella città favolosa, dagli alti colonnati, le decorazioni e gli affreschi in oro non esisteva più, come non esisteva più una popolazione. Era stata sterminata
un’intera cultura. La forza bruta e l’infamia di un uomo avevano distrutto tutto quello per il qualche generazioni di sovrani avevano ottenuto e costruito con fatica. Una città luminosa, potente e gloriosa. Non esisteva più. I greci avevano fatto in modo che non ne restasse nemmeno una piccola ombra. L’uomo bruto ed
infame si era assicurato che non ne restasse. Ovviamente sarebbe più giusto sostenere che aveva tentato, non era a conoscenza della cinquantina di troiani scappati dal tunnel segreto. Ma ciò che comunque contava era che non sarebbero mai più tornati lì.
L’uomo bruto ed infame stava passeggiando tranquillo e sereno per le strade nere insieme ad un fido guerriero. Gli dava pacche sulle spalle, gli sorrideva e si stava evidentemente complimentando. “ Oh, Ulisse, piano perfetto. Geniale. “ disse quello sogghignando in modo malefico soffermandosi, l’uomo chiamato Ulisse e che aveva congeniato l’astuto piano disse: “ Beh... mio re, per quanto geniale... non esiste più una città. “
“ Tanto meglio! Se non la potevo avere io allora non la doveva avere nessuno. “ disse Agamennone “ Meglio bruciata. Siamo così sicuri che nessuno ci tornerà più. “.
I due continuarono a camminare finché non furono raggiunti da tutti gli altri soldati. Si erano contati ed erano stati soddisfatti di constatare che non avevano perso molti compagni, anzi. “ Oh sì. Sai, acuto re di Itaca, quel ragazzo... com’è che si chiamava?... su, quel ragazzo... il cugino di Achille... Patroclo... si lui... ci ha evitato di perdere la guerra. Che bello il sapore della vittoria! “ disse il sovrano di Sparta, l’uomo sorrise e salì le scale.
Erano giunti all’unica parte ancora quasi totalmente in piedi della città, una piccola terrazzina all’interno del palazzo reale. C’erano pochi uomini stesi a terra deceduti, segno che lì nemmeno la battaglia era giunta. Un
soldato si chinò su un cadavere e lo voltò. “ È il principe Paride! “urlò, il re sogghignò malvagiamente e disse: “ Bene bene. Abbiamo la certezza che nessun sovrano è sopravvissuto. Ci ha risparmiato la fatica di andarlo a scovare. Anche se... “ Ulisse osservò che effettivamente dovevano cercare il figlio di Ettore, era padre e gli dispiaceva ma era una cosa che doveva essere fatta. Per fortuna però Agamennone sosteneva che non ce ne era sicuramente bisogno. Sosteneva che le fiamme avevano inghiottito
madre e figlio. “ Mio re, venga a vedere! “ urlò un soldato itacese verso Ulisse che prontamente lo raggiunse.
Il ragazzo gli mostrò una cosa che lo lasciò veramente allibito: un cadavere con indosso l’armatura dell’amico
Achille, ma anche il suo cadavere. Non poteva credere che sarebbe mai successo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo anche se si sapeva che quello era il destino scelto dagli idea per l’amico mirmidone. Dopo qualche minuto dei soldati lo presero e lo portarono fuori dalle mura tanto ambite dove con tanti onori lo posero sulla pira funebre e dopo avergli messo sugli occhi due monete per Caronte, traghettatore di oltretomba, Ulisse gli diede l’ultimo saluto.

Angolo autrice
Buon pomeriggio a tutti voi lettori e lettrici! 😘❤
In questi giorni leggo tanti apprezzamenti nei capitoli precedenti e volevo ringraziare tutti coloro che stanno apprezzato " Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra ", ma anche coloro che semplicemente stanno leggendo la storia. Per me vuol dire davvero tanto!
Sto riuscendo ad aggiornare solo ora a causa esami universitari che purtroppo sono slittati a data da destinarsi al momento, però guardo il lato positivo... sto potendo regalarvi il penultimo capitolo della storia.
Eh sì! Siamo quasi alla fine! 💔😭

" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora