Capitolo Nono

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A Troia si festeggiavano le recenti vittorie, l’epidemia era durata circa due mesi e si era appena conclusa con la restituzione a Troia di Criseide che stava cercando di riprendersi dal trauma.
Crise e Priamo avevano fatto visita alla ragazza e parlato un poco con lei, aveva chiesto subito della cugina, ma loro le dissero che non sapevano nulla al riguardo e che lei doveva stare serena.
Crise continuava a tormentare Priamo con la storia dell’ultima vestale nobile non recuperata, allora il re furioso si girò e gli urlò: “ Se Briseide dovesse tornare, e non dovesse tornare vergine, come d'altronde non è tornata tua figlia, saprò io cosa fare con lei. “
“ Mia figlia è stata violentata ripetutivamente, Briseide con molta probabilità...”
“ Briseide con molta probabilità nemmeno tornerà a Troia, e anche se dovesse tornare e lei non dovesse più essere vergine per sua scelta sarà sempre compito mio. C’è un motivo per il quale Briseo ha lasciato Briseide a me invece che a te. “ disse furioso l’anziano re troiano che andò in riunione con il figlio Ettore e il resto degli ufficiali.

Nella tenda centrale erano riuniti tutti i condottieri greci, escluso Achille, per fare il punto della situazione.
I Greci avevano investito tanti soldi in questa spedizione e dovevano tornare a casa con un valore di dieci volte tanto dei soldi investiti. In più Agamennone era furioso perché era restato senza schiava e ciò lo faceva
imbestialire ancora di più.
Stava macchinando su cosa poteva escogitare quando si ricordò che Achille ne possedeva una e che poteva trovare la cosa utile per cercare di tenere il mirmidone in pugno. La ragazza però secondo le sue informazioni era sempre ben protetta, iper controllata, spesso dallo stesso Achille in persona, perciò doveva agire con parecchia astuzia.

Quel giorno Achille andò ad allenarsi con Patroclo, aveva chiesto a Briseide se le andava di seguirli così ne avrebbe potuto approfittare per fare una passeggiata sulla spiaggia oppure raccogliere conchiglie o erbe, ma lei disse che preferiva stare dentro, lui avrebbe preferito restare con lei, aveva il presentimento che Agamennone stesse tramando qualcosa, ma Patroclo fece storie dicendo che non lo considerava e lui si arrese, così disse ad Èudoro di affacciarsi di tanto in tanto e di stare nei paraggi.
Briseide che era stranamente allegra quella mattina aveva deciso di pulire l’armatura di Achille, così chiamò Èudoro e gli chiese un secchio di acqua lui gliela portò subito e andò via. La ragazza si sedette a terrà con
l’armatura e iniziò a lucidarla, quando si sentì afferrare all’improvviso da dietro tanto che fece per urlare, sentì il contatto di una lama con il collo e uno dirle: “ Se urli ti ammazzo. “ e così tacque, in quello stesso istante Èudoro le chiese da fuori: “ Signorina, ho l’altra acqua, posso portargliela? “
“ Digli di no. “ le ordinò quello
“ No, non mi serve più. “ disse lei cercando di restare calma
“ La lascio qui fuori? “ le chiese lui
“ No “ disse la ragazza
“ C’è qualche problema? “ chiese
“ No, no... nessun problema, ho semplicemente finito. “ disse lei, che poi fu sollevata di peso e trascinata
all’ingresso della tendina, “ Guarda che non ci sia nessuno. “ le ordinò quello che poi stringendo la presa sul collo aggiunse: “ Senza che fai la furba. “, la ragazza guardò fuori e non vide nessuno, così lo disse e i due la spinserò fuori, tuttavia Èudoro trovato strano il comportamento della giovane ritornò all’improvviso e chiamati velocemente due compagni cercò di liberare la ragazza, ma invano. Il tizio era accompagnato da altri due ceffoni, i due rimasero indietro a combattere mentre quello portò via la vestale correndo.
Altri soldati arrivarono di corsa in soccorso, senza riuscire a fare più di tanto, quello con la ragazza era già
sparito, mentre Èudoro riuscì a ucciderne uno, anche se dall’altro le prese di santa ragione.
“ Ora chi glielo dirà? “ chiese ad alta voce un soldato, Èudoro si lamentava a terra sapendo che era perfettamente vero.

“ Lasciami! “ urlò furiosa Briseide quando fu spinta in malo modo dentro un’altra tenda, i due la raggiunsero e la tennero in ginocchio ferma, bloccata da una mano nei capelli e una sulle spalle. Era una tenda molto grande, molto più grande di quella del mirmidone, e lussuosa, c’era oro da per tutto e le stoffe erano pregiate. La frutta sul tavolo era pregiata, fresca e ben lavata, le carte erano ben sistemate sul tavolo da banchetto, il braciere era in ordine, e nella poltrona al centro c’era un uomo grosso, corpulento, rozzo, sciatto e pel di carota. Era brutto, il mentone era inguardabile, le manone grassoccie e pelose, e Briseide scoprì anche che
l’aspetto interiore era lo stesso dell’aspetto esteriore.
L’uomo si avvicinò le prese il mento e le disse: “ Ti avviso, bella ragazzina, che da oggi il tuo padrone sarò io. “, lei spostò la testa e disse: “ Mi verrà a riprendere. “, quello scoppiò a ridere e disse: “ Non penso proprio che
riuscirà a tirarti fuori di qui. “
“ Allora ti ammazzerà. “ disse lei, si misero a ridere tutti quanti, quello prese e le tirò uno schiaffo in pieno
viso “ Per la tua insolenza. “ e sistemandosi gli anelli le chiese: “ Allora dimmi conosci i piani del tuo vecchio signore. “
“ No “ rispose Briseide guardando il suolo, quello si fermò e le disse: “ Signore. No signore, o sì signore. È
così che mi devi rispondere. Penso che abbiamo accertato il fatto che io sono il tuo padrone ora. “
“ Sì signore. “ rispose lei
“ Allora, rispondi nuovamente alla domanda: conosci i piani di quel pazzo di Achille? “
“ No, non li conosco signore. “ disse lei che poi in un balzo di coraggio aggiunse: “ Achille non è un pazzo.
È un uomo migliore di te. “, la mano dell’uomo finì a stringere la sua gola, la ragazza iniziò a boccheggiare e
lui le disse: “ Non ti permettere di parlarmi in questo modo. “ e la buttò a terra. Briseide tratteneva a stento le lacrime, fu ripresa di nuovo e Agamennone le chiese: “ Ti ha mai posseduta ragazzina? “
“ Non sono fatti tuoi! “ rispose lei ricevendo una sberla
“ Ti sei mai concessa a lui? “ le chiese nuovamente, lei questa volta non gli rispose, lo guardò solo in cagnesco,
quello stufo si seccò e fece un gesto con la mano. Gli uomini capirono che era il momento di portarla via e la
trascinarono in un altro reparto della tenda che era quasi quanto un piccolo appartamento del palazzo dove
era cresciuta a Troia e la spinsero dentro una piccola stanza, più una gattabuia dove la legarono con delle
catene di ferro sia ai polsi che alle caviglie al suolo e la lasciarono lì sola.

Achille rientrò con Patroclo e si rese conto che qualcosa non andava. Si guardò intorno nel suo accampamento, un soldato dell’esercito di Agamennone giaceva deceduto esattamente di fronte la sua tenda e Èudoro stava seduto immobile e sanguinante quasi all’ingresso, l’uomo lo guardò negli occhi e Achille iniziando a tremare per il terrore entrò nella tenda, era vuota, “ Briseide! “ chiamò ad alta voce e guardandosi attorno, “ Briseide! “ urlò nuovamente, tutti gli altri si avvicinarono e si guardavano gravi, lui allora andò a controllare tutti i posti che frequentava la ragazza, chiamandola a squarciagola, quando si ripresentò davanti la tenda, Patroclo gli si avvicinò e gli disse: “ Cugino non è qui. L’avranno portata via. “
“ Non ho potuto fare nulla, Signore. Ci abbiamo provato. Ma sono stati più furbi e più astuti. “ disse Èudoro girandosi esausto. Il capo dei mirmidoni si mise ad urlare ed entrando nella sua tenda si mise l’armatura, prese la spada e andò via.

La ragazza era poggiata al palo che piangeva. Era per quello che Achille non la faceva lasciare sola un secondo, lo aveva immaginato. Perché non era andata con lui e Patroclo? Perché aveva preferito l’aria viziata della tenda a quella salmastra? Cosa le sarebbe successo?
“ Non ti si concederà mai, lo sai fratello? “ sentì dire da un uomo che non conosceva
“ Sta zitto Menelao. La prenderò con la forza. Mi devo sfogare. “ rispose quello
“ Non potrai farlo. Achille la rivorrà indietro. E la rivorrà indietro intatta. Ti ammazzerà lo sai? “
“ Non mi interessa nulla di quel mirmidone. La ragazza mi serve per controllarlo. “
“ Non lo controllerai. Lui si infurierà. Andrà su tutte le furie. Non si abbasserà a te, e sai che non avverrà. Nemmeno così. “ disse quello chiamato Menelao. La ragazza avrebbe voluto tapparsi le orecchie, ma era impossibile “ Oh, invece sì. Il nostro amico è diventato sentimentale. Pensa cosa farebbe per quella sguattera. Me lo vedo già lì che fa tutto quello che voglio per assicurarsi che non le succeda nulla. Sarà divertente. “

" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora