Capitolo Ventiduesimo

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L’indomani mattina Achille si svegliò presto e si girò verso la ragazza, dormiva raggomitolata su alcune vecchie pelli, si alzò le si avvicinò, la prese lentamente e delicatamente in braccio e la portò a letto dove la stese con cautela, coprendola per bene.
Le si sedette al fianco e le accarezzò tutto il viso e la testa quasi compulsivamente, poi le spostò la testa e le guardò il collo, era livido, così si alzò e andò a prendere la crema curativa che solitamente Briseide preparava per lui e gliela iniziò a spalmare delicatamente sul collo. Scoppiò a piangere due secondi dopo guardandosi disgustato le mani, “ Non potrei lamentarmi di niente se smettesse di amarmi. “ disse ad alta voce e ricominciò a massaggiare il decotto delicatamente sul collo di Briseide. Poi la riprese se la mise in braccio, lei dormiva profondamente, la strinse forte e pianse dicendo in continuazione di non volerla perdere.
Briseide si svegliò un po’ intontita, si sentiva stretta, come immobilizzata, e poi udiva dei singhiozzi forti, particolarmente strazianti, si girò e vide che si trovava fra le braccia di Achille che singhiozzava. Con la testa non dimenticava cosa aveva fatto, però a vederlo in quel modo le faceva tanta tenerezza. Non si mosse per niente, soprattutto all’inizio, stette lì con gli occhi chiusi facendo finta di dormire, pensava che lui non avrebbe gradito di essere visto in quelle condizioni. “ Non ti voglio perdere. Non voglio perdere anche te. “ disse con un fil di voce il ragazzo, lei riaprì gli occhi guardando verso l’alto e restando immobile e zitta, “ Non... non... io... non volevo farti... se ti ho fatto male perdonami, io... non è stato quello che volevo. Non volevo farlo. “ disse nuovamente. Lei allora iniziò a piangere in silenzio, lui singhiozzava tremendamente e lei allora si mosse.
Riuscì in un modo e nell’altro ad abbracciarlo e a stringerlo, lui fece lo stesso finendo per rendersi conto che la ragazza si era svegliata. Si misero più comodi e si strinsero assieme piangendo. Lui singhiozzava tremendamente, più di lei, “ Quando... sono... - piange - arrabbiato con qualcuno... tu... tu... devi stare lontana... da me... perché potrei... io... esco fuori di me... non riesco a rendermi conto di niente. Stessa... stessa cosa... quando me la sto prendendo con qualcuno e gli faccio qualcosa... devi stare alla larga. Spesso e volentieri non sono nel pieno delle mie facoltà mentali e... “ disse lui stringendola, lei lo accarezzò senza dire nulla.

Si calmarono un po’ di tempo dopo, l’uomo mise la ragazza di nuovo dentro le coperte anche se lei diceva di stare bene, la vedeva un po’ pallida, poi le si sedette affianco e le ripassò la crema sul collo.
Briseide sentiva il suo respiro ancora strano e quasi del tutto irregolare così gli chiese di massaggiarle le spalle
e poi gli chiese: “ Era molto importante Patroclo per te, vero? “, lui la strinse a sè e rispose: “ Molto. Molto importante. “
“ Mio cugino è un brav'uomo, è un padre... lui... sono sicura che...” fece per dire Briseide, ma l’uomo la bloccò e disse: ” Non ti immischiare in questo. Non capisci. Io devo vendicarlo, è questione di onore. “
“ Ti farà onore batterti con un uomo che ha un bambino piccolo da crescere ed educare? Batterti con un
uomo che ha una moglie che lo aspetta ansiosa e preoccupata a casa? Se Ettore avesse saputo non lo avrebbe mai fatto, se avesse saputo che quel guerriero non eri tu ma un giovane ragazzo che in tutto questo non centrava nulla, lui... beh, non avrebbe nemmeno combattuto, non gli si sarebbe nemmeno battuto contro, ne sono sicura. Se fosse stato Paride... beh, probabilmente avresti ragione tu, ma Ettore... Ettore no. Non ne sarebbe capace. “
“ Ma intanto lo ha fatto! “ esclamò il pelide
“ Lui pensava che quell’uomo eri tu. Come lo hanno fatto in tanti altri. “ ribadì la donna
“ Questo combattimento è scritto nelle stelle. Sono stati gli dei a deciderlo, è inevitabile. “ disse Achille
“ Da quando ti intendi di ciò che dicono gli dei? “ chiese lei nuovamente
“ Questo l’ho sempre saputo. Da prima di venire qui. Mi è stato predetto. “
“ Beh, ma non significa nulla. Vedi me! Secondo i miei genitori io sarei dovuta essere fedele ad Apollo, invece... amo te. “ disse lei, lui le accarezzò il viso e non rispose più.

Angolo autrice
Nonostante tutto Achille ha il coraggio di chiedere perdono!
Capitolo un po' più breve del solito! 🙈
Inoltre sono orgogliosa e felice di comunicarvi che la mia storia è stata classificata su whattpad a:
🎖#1 - epico
🎖#1 - poema
🎖#2 - Achille
🎖#2 - OrlandoBloom
🎖#3 - Omero

" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora