Capitolo Diciassettesimo

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L’indomani mattina il temporale era passato, Achille si svegliò sospirando e stropicciandosi gli occhi, subito dopo sbadigliò voltandosi automaticamente dall’altro lato con la testa.
Briseide stava dormendo serenamente sul suo petto, aveva un piccolo sorriso stampato sulle labbra. Aveva una mano poggiata come la testa sul suo petto chiusa a pugno e la gamba destra accavallata sulle sue. Lui le circondava le spalle e la stringeva forte a sua volta, non lo aveva mai fatto prima, in verità quella era anche la prima volta che faceva l’amore, con le altre donne si era sempre e solo divertito, ma mai nulla di più. La notte precedente invece era stata diversa. Aveva sentito sentimenti puri e non li aveva mai provati prima.
Le accarezzò la guancia con l’indice delicatamente e le baciò la fronte. La strinse ancora più forte e le sistemò
le coperte addosso in modo da coprirla perfettamente.
Si stava godendo il riposo suo e della compagna quando Èudoro entrò nella tenda con la seria intenzione di dirgli qualcosa, ma lui lo fermò con un gesto della mano e l’ufficiale uscì.
La pace e la quiete erano state infrante del tutto e lui non sarebbe mai stato in grado di recuperarle. Così rassegnandosi baciò la ragazza sulla fronte e con delicatezza si spostò, poggiandola sempre con tanta cura sul letto, le sistemò nuovamente le coperte addosso e le spostò i capelli baciandola nuovamente. Si vestì, si versò un calice di vino ed uscì. “ Mio signore “ lo accolse Èudoro “ C’è il re di Itaca, Ulisse, che lo aspetta. “, Achille lo congedò e si diresse verso la panchina su cui Ulisse era seduto a bere un goccio di vino, il guerriero si sedette e brindarono. “ Agamennone è un uomo fiero, Achille. Ma ammette i suoi errori. “ esordì l’ingegnoso
Ulisse
“ E manda te a farmi le sue scuse? “ chiese sarcastico Achille
“ Agamennone è un re, Achille, e devi capire che un re non ha scelte semplici da fare... tu sei troppo orgoglioso, troppo. “
“ Mi ha offeso e mi ha mancato di rispetto. Prendere una cosa mia, senza il mio permesso, e pretendere di minacciarmi. “ ribatte il pie veloce “ E poi non capisco... io ieri sono stato da lui e non mi ha rivolto alcuna scusa, non ne aveva la minima intenzione. Ora perché? “
“ Ha paura che tu non voglia tornare a combattere lo stesso. “
“ Io non l’ho mai detto. Ho detto che ci devo riflettere. “
“ Per lui è un no. “
“ Lui è ottuso. Io non ci posso fare nulla. “
“ Achille devi tornare a combattere. Per fare grande la Grecia. “ disse Ulisse, il condottiero sospirò e disse: “ La Grecia è stata grande prima di me e continuerà ad esserlo anche dopo. “
“ Amico... tu... davvero... sembri non capire... non sto parlando in astratto, sto parlando di cose reali, per oggi.
Oggi la Grecia ha bisogno di te. “
“ Per niente. Oggi la Grecia ha bisogno di pace. Sono dieci anni che Sparta cerca di sconfiggere Troia. Perché
non la pianta? I domini sono scuse e stronzate. Non ne ha bisogno, la Grecia. “
“ Achille, Sparta è una grande città ha bisogno di un grande territorio. “
“ Tu mi hai trascinato qui con l’inganno avevi detto... ma no, aspetta Elena si è riconsegnata, giusto? Ma noi siamo ancora qui, vero? Elena era il pretesto,vero? “
“ Achille non la fare più grossa di come è in realtà. “ disse Ulisse
“ Oh invece sì. Lo hai fatto. Ed io che sono uno stupido ci sono cascato. “ rispose Achille e si alzò di scatto, Ulisse si alzò con lui e disse: “ Achille io ti stimo tantissimo. Sei un condottiero straordinario, questo esercito distruggerebbe quello spartano e quello troiano contemporaneamente guidato da te, ma sei troppo testardo, orgoglioso e presuntuoso. Devi abbassarti, Ftia e nelle mani di tuo padre per il momento, ma un giorno sarai tu a farlo. E ti renderai conto che ci sono scelte complicate da fare. “
“ Ulisse, fra tutti i re greci sei quello che stimo di più, ma sei al seguito in questa guerra perciò non puoi venirmi a farmi la predica. “ disse il mirmidone, l’itacese negò con la testa sospirò e disse: “ Spesso bisogna essere al seguito per comandare. Tu sei nato per questa guerra. “, il ragazzo si avvicinò di più alla spiaggia ed iniziò ad incamminarsi verso il promontorio, Ulisse lo seguì automaticamente.
Come poteva dirgli che era nato per quella guerra. Lui si sentiva fuori dal mondo conosciuto. Si sentiva fuori
da tutto. Iniziava a godersi gli attimi ed i momenti, era arrivato lì dove la sua amata era solita raccogliere le
rose, ne riconosceva il profumo, e sentiva di non voler perdere il momento, non voleva rovinarsi quelle sensazioni e quelle emozioni con l’odore del sangue, il suono di urla e di spade e di frecce. Avrebbe voluto mettere fine a ciò. “ Io voglio tornare a casa, Ulisse. Ho ventitre anni, non mi sono innamorato mai in vita mia... “ iniziò a dire
“ Mi sembra che tu lo abbia appena fatto. “ lo interruppe
“ Sì, esatto, e... me lo voglio godere. Voglio godermi ogni minimo secondo in pace e serenità. Non voglio stare qui in questo inferno terreno, andare a combattere e uccidere uomini. Sono stufo, te l’ho già detto, sono stufo di quella vita che non ho scelto io. Li sogno ogni notte Ulisse, e ho paura, ho paura di cosa mi potrebbe succedere una volta lì. “
“ Di cosa? Di cosa hai paura? “
“ Ogni notte sogno tutti gli uomini che ho brutalmente ucciso. Ogni singola faccia rivedo. Loro sono lì che mi
stanno aspettando e mi salutano e mi dicono: <Ti aspettiamo, fratello Toccherà anche a te, prima o poi. > e
ho paura. Ho paura sì. Ho paura di cosa potrebbero farmi loro. E avrebbero ragione. “ rispose Achille, sedendosi e prendendo un fiorellino, il re si accomodò al suo fianco, e Achille disse: “ Voglio... voglio mettere fine a questo. È per me. Ho... lei è... “
“ Le donne complicano sempre tutto. Credimi. “
“ Lei non ha complicato nulla. Lei è.. mi ha fatto scoprire cose che... Non voglio... io voglio godermi lei, magari farmi anche una famiglia, avere figli... è da un po’ che... da prima di questa guerra, veramente. Ho conosciuto lei e ho capito di non essere poi così portato per questa cosa. Un domani che cosa dirò ai miei figli? Cosa racconterò loro? “
“ Non devi pensare questo. Io sono padre e... “ ribatte Ulisse, ma lui che perdeva tempo a raccogliere fiorellini disse: “ No, non puoi capire. Io ho ucciso tanti uomini, senza alcuna pietà. E poi... c’è lei che è come un fiore, così delicata. E mi guarda con quegli occhioni enormi, verdi, mi ci perdo e vedo pietà compassione. Non so... se dovessimo avere bambini un giorno sono sicuro che avranno i suoi occhi e come mi potranno guardare? Cosa vedranno? Me lo sono sempre chiesto. L’ho sempre fatto. Ma mai prima di ora mi era capitato di incontrare una creatura veramente innocente. “
“ Quanti anni ha Briseide? “
“ Diciassette. “
“ È ancora una bambina. “ disse Ulisse, accarezzandogli le spalle. Lui si guardò le mani e si chiese cosa ci poteva vedere quella bambina in lui, perché Ulisse aveva ragione su di questo: lei era una piccola bambina
ancora.
Rivedeva le immagini della notte precedente, sentiva il sapore della ragazza ancora sulle labbra, il tocco delle sue mani piccole e delicate fra i capelli, il suo piedino che accarezzava il suo ginocchio; lo avevano accarezzato anche i suoi occhi. Aveva amato quando la ragazza era arrivata all’apice del piacere perché anche in
quell’occasione era stata tenera e sembrava felice. Non avrebbe mai pensato di essere capace di fare una cosa del genere. Di amare una persona.

Tornò in tenda con dei fiorellini fra le mani e lei ancora dormiva. Era messa a pancia sotto e abbracciava il cuscino, le si avvicinò, salì sul letto, le spostò lentamente i capelli e le mise due fiorellini di margherita, lei si mosse piano, quasi fece le fusa e sorrise, lui sorrise a sua volta e le disse: “ Ti amo. “
“ Dillo di nuovo. “ disse lei sorridendo. Le si vedeva il seno bianco poggiato sul cuscino dal braccio alzato e che lei aveva infilato sotto al cuscino, lui si abbassò su di lei e le mise la mani sulle mammelle accarezzandole con tenerezza, lei allora ridendo abbassò il braccio, “ Ti ho presa ormai. “ disse felice lui, lei si girò e disse: “ Dove sei stato? “
“ Chiacchere. “ rispose lui, lei gli sorrise e lo baciò prendendo i fiorellini ed annusandoli. “ Ti amo. “ disse lei accucciandosi contro il suo petto.

&quot; Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora