Capitolo 3

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Intanto Christal, uscita di casa iniziò a correre; notò con molto "piacere" che lo sconosciuto, o meglio dire, Thomas, la stava seguendo.
Dopo una corsetta la ragazza si fermò e si girò verso di lui dicendo: "Astuto, molto astuto signor Sangster, ma devo farle presente che dovrebbe farsi gli affari suoi almeno una volta nella vita"
"Christal ascoltami, devi tornare, non infrangere il tuo sogno solo per una litigata"
"Litigata?! LITIGATA?! Ma sei scemo!!! Tu la consideri una "litigata"? Tu hai giocato con i miei sentimenti, mi hai ferita e ora sei venuto qui per farmi la morale!!!"
"Non solo per questo..."
"Ah si? Beh, qualunque sia il SUO motivo, le consiglierei di starmi alla larga oppure finirà male"
"Puoi smetterla di darmi del Lei, come se fossi uno sconosciuto?!"
"Ah perché? Non lo è?" disse Christal facendo una pausa per poi finire la sua frase: "Mi lasci in pace signor Sangster! E le sconsiglio vivamente di farsi vedere nei paraggi di casa mia!"
"Se no cosa mi fai?"
"La posso denunciare per stalking"
"Ahahah sei seria? È tutto quello che riesci a fare? Io posso pagare per uscire, lo sai vero?"
"Ma è serio? Ahahah che imbranato che è signor Sangster; vede, ora noi siamo a New York non a Los Angeles e quindi le regole cambiano, ciò significa che lei non può fare tutto quello che fa nel suo posto. Questo riguarda soprattutto per la polizia; faccia conto che mio padre lavora nella polizia, quindi avrà ancora più difficoltà ad uscire da lì, visto che mio padre non gliela farà passare liscia"
"Hmm...va bene, va bene, hai vinto tu questa volta, ma non finisce qui. Ci vediamo principessa"
"Ma vai al diavolo" urlò la ragazza correndo in lacrime, più lontano possibile.

-POV'S THOMAS-
"Perché le ho parlato in quel modo... ora è sicuro al cento per cento che lei mi odia... cosa posso fare adesso? Va beh, per adesso mi dirigo verso l'Hotel, poi vedrò" disse tra sé e sé e si diresse verso il suo punto di destinazione.

-POV'S CHRISTAL-
"Chissà qual era il suo secondo motivo...forse avrei dovuto ascoltarlo invece di minacciarlo...che stupida che sono, in fondo lui è venuto fino a qui solo per farmi tornare...oppure era una presa in giro; non capisco più niente..." intanto che questi pensieri le frullavano in testa, il vento le accarezzava dolcemente i capelli.
Il tempo passava e così arrivò sera; la fanciulla chiamò suo padre e gli disse che andava a stare da Hermione, così non causava altri problemi.
Dopo un quarto d'ora circa, partendo dal parco, arrivò a casa della sua migliore amica che la accolse a braccia aperte.
"Cara, è arrivata Christal! Accomodati, sentiti libera, come se fossi a casa tua!"
"Grazie mille signora Granger, le prometto che non causerò problemi, starò qui solo per uno, massimo due giorni"
"Christal tranquilla! Stai quanto ti serve, sei la benvenuta in casa nostra, ricordatelo"
"Grazie mille, è molto gentile da parte sua"; detto ciò la fanciulla si diresse nel salotto dove c'era il padre di Hermione.
"Salve signore Granger, sono Christal la migliore amica di sua figlia"
"Ciao Christal, è un piacere conoscerti di persona; sai, mia figlia ci parla sempre tanto di te e credo che ti ha descritta alla perfezione" disse sorridendo
"Oh...grazie mille! Anche per me è un piacere conoscerla".
Intanto che i genitori della sua amica le facevano domande sul meno e sul più, dalle scale scese Hermione, che corse in fretta e furia per abbracciarla.
"Chriiiiiiiii!!!!"
"Herm!!!! Grazie per aver accettato di ospitarmi, te ne sarò per sempre grata!"
"Questo e altro per la mia migliore amica! Comunque andiamo su, starai in stanza con me, sempre se ti va bene"
"Certamente, basta che io non ti dia fastidio"
"Tu? Fastidio? Ma quando mai! Ahaha"
Così le due amiche si diressero al piano di sopra dove si trovava la camera di Hermione.

Come back please//Thomas SangsterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora