*da leggere ascoltando Say You Won't Let Go di James Arthur*
«Buongiorno Emily!» esclama una voce accanto a me «Mhh...ma che ore sono?» domando stroppicciandomi gli occhi; questa sera ho dormito poco e niente, da una parte per colpa di Asia e Antonio che hanno fatto un rumore assurdo e dall'altra perché ho iniziato a pensare a Victor. Ho immaginato di vederlo giocare con la stessa grinta che l'ha sempre distinto e la passione che me lo fanno paragonare al grande Axel Blaze, ho immaginato i suoi occhi color ambra studiare con attenzione il campo di calcio e gli avversari che lo circondano e nel fare ciò ho iniziato a provare un forte senso di nostalgia, nostalgia nei confronti della Raimon, nei confronti delle manager, dei ragazzi e soprattutto verso di lui. Non posso credere che dopo ben tre mesi senta di nuovo la sua mancanza, non dopo che l'ho ignorato per tutto questo tempo, facendolo diventare un ricordo.
O forse non è stato così...
«Emily» persa nei miei pensieri non mi sono accorta di Niccolò che mi sta parlando «Hai sentito cosa ti ho detto?» mi chiede e scuoto subito la testa, le sue parole mi sono arrivate distanti e ovattate. «Ma si può sapere che ti succede?» domanda leggermente stizzito «È da ieri che sei pensierosa e ti comporti in modo strano. Sei sicura che vada tutto bene?» continua levandomi una ciocca ribelle dal viso, «È solo che...» mi blocco senza finire la frase, non voglio dirgli ciò che sto provando, non voglio spezzargli il cuore nel dirgli che sento la mancanza di Victor. Non voglio che si senta usato come rimpiazzo. «I-Io...e-ecco io...» balbetto abbassando lo sguardo, questa situazione mi ricorda quello che è successo dopo il bacio con Riccardo.
«PICCIONCINI, LA COLAZIONE È PRONTA!!» urla Antonio dalla cucina, salvandomi dall'interrogatorio, «Ne riparliamo più tardi» mi dice il castano prima di uscire dalla sua stanza, sospiro rassegnata mentre il pensiero del blu non abbandona la mia testa; ma proprio ora devo provare nostalgia nei suoi confronti? Proprio adesso che ho finalmente ritrovato la felicità, lui deve ritornare a gamba tesa nella mia testa? Non sono davvero riuscita a lasciarlo andare? A farlo uscire completamente dalla mia vita? Ho sempre fatto finta che lui fosse un capitolo chiuso?
«Mi sta scoppiando la testa» affermo a bassa voce entrando in cucina, «Hai detto qualcosa?» mi chiede Asia appena prendo posto accanto a lei, «No...» bisbiglio sbadigliando e cercando di non scoppiare a ridere alla vista dei suoi capelli tutti sparati. «Buon appetito» mi dice Antonio mettendomi sotto il naso una fetta di torta al cioccolato «L'ho fatta io, spero che ti piaccia» il modo in cui si pavoneggia e il suo essere così fiero e sicuro di sé mi fa ricordare Victor, «Se è buona ti perdono per avermi sottratto la stanza e le ore di sonno» lo punzecchio guardandogli il collo pieno di segni viola; istintivamente tocco il punto che il blu aveva marchiato, dicendomi che io ero solo sua...
BASTA! È SOLO UN RICORDO! TI AVRÀ DIMENTICATA ORMAI!
«Ehm...mangia prima che la situazione diventi imbarazzante» il viso del centrocampista si tinge immediatamente di rosso seguito da quello della ragazza, «La prossima volta silenziate la camera, o andate in salotto, vi scongiuro» continuo iniziando a mangiare e notando i due fidanzati in imbarazzo.
Sembrano nuovamente me e Victor...
«Ma comunque, anche tu hai qualcosa da dirci o sbaglio?» mi chiede Asia legandosi i capelli in un muccetto e scoprendo anche lei il collo pieno di chiazze violacee, ci hanno veramente dato dentro stanotte. «C-C-Che devo dirvi?» domando leggermente tesa «Mio fratello è uscito senza mangiare e sembrava abbastanza irritato» mi dice la riccia incrociando le braccia al petto «E tu sei strana da ieri» continua facendo cenno ad Antonio di chiudere la porta della cucina. «Perciò dicci cos'ha fatto...com'è che si chiamava...? V...V...V...Victor?» un brivido mi attraversa la spina dorsale e i due accanto a me se ne accorgono subito, «Guarda che a noi puoi dirlo, siamo tuoi amici, ti aiuteremo» mi dice il bruno con un sorriso «Beh...è molto gentile da parte vostra volermi aiutare, ma non penso che ci sia una soluzione a questo problema» affermo abbassando lo sguardo «C'è sempre una soluzione ad ogni problema» Asia mi mette una mano sulla spalla per darmi coraggio; è incredibile il modo in cui sia lei che Antonio riescano a capire subito quando qualcuno ha qualcosa che non va.
Dopo aver tirato l'ennesimo sospiro di rassegnazione, decido di raccontare loro tutta la storia sul fatto che mi manca Victor, nonostante abbia deciso di dimenticarlo del tutto. «La situazione è più complicata del previsto» afferma Antonio incrociando le braccia «No, non lo è così tanto» controbatte Asia guardandomi di sfuggita, «Non so cosa fare...» mi porto le mani fra i capelli cercando di non scoppiare a piangere; ma perché questa situazione deve essere così complicata? Perché?
«Prova a chiamarlo» corrugo le sopracciglia nel sentire le parole della ragazza affianco a me, «Tu dici di sentire la sua mancanza, però pensi che ti abbia dimenticata, giusto?» annuisco senza guardarla «Però non puoi esserne certa, se non parli col diretto interessato» il suo ragionamento non fa una piega. «Dici...che dovrei chiamarlo ora?» le chiedo titubante «E certo! Quando se no?» domanda lei gesticolando come il suo solito, «Chiamalo e parlagli, è l'unico modo che hai per capire se lui ti ama ancora o no» Antonio mi da una leggera pacca sulla spalla mentre Asia si alza per andare in corridoio, «Che vuole fare?» domando seguendola.
«Dove hai messo il telefono?» mi chiede correndo verso la nostra stanza «È in quella di tuo fratello!» la castana esce come un fulmine dalla nostra camera per andare in quella del fratello, «Tieni!» mi porge il mio smartphone nero con molta delicatezza. «Adesso chiuditi da qualche parte e chiamalo, io e Antonio staremo fuori» annuisco insicura mentre mi dirigo verso la camera che condivido con lei. «E va bene...» bofonchio cercando il contatto del blu nella rubrica e mi stupisco di averlo lasciato salvato con il soprannome che gli ho dato, «Facciamolo, tanto non ho niente da perdere» affermo portandomi il telefono all'orecchio.
Bip...
Sbuffo, probabilmente non mi risponderà.
Bip...
Sicuramente sta facendo dell'altro, magari sta giocando a calcio oppure è andato a trovare il fratello.
Bip...
Se al quarto squillo non risponde butto giù.
Bip...
«Pronto?» il cuore mi balza da solo in gola, lo stomaco mi si attorciglia e il corpo inizia ad esseremi percorso da brividi, sentire la sua voce dopo quasi tre mesi mi fa uno strano effetto. «V-Victor?» balbetto incredula «Emily?!?» esclama «Emily sei veramente tu?» mi chiede, sul viso mi si forma un largo sorriso mentre sento il ragazzo dall'altra parte sopprimere uno sbadiglio, «Stavi dormendo?» domando guardando l'orologio e dandomi una manata in fronte.
C'è il fuso orario, cretina!!
«No...» la sua risposta mi fa corrucciare lo sguardo «Da un po' di tempo a questa parte dormo poco» mi si stringe lo stomaco nel sentire le sue parole, «Ma non ti fa bene» affermo sedendomi con la schiena contro la porta. «Allora ritorna!!» esclama spiazzandomi «Lo so che dormire poco mi fa male, ma da quando sei sparita io non riesco a fare più nulla!! Perfino giocare a calcio è diventato stressante!!» esclama spiazzandomi «Perché sei sparita? Perché non hai mai risposto ai miei messaggi?» domanda con la voce quasi spezzata dal pianto «Dove sei?» mi mordo il labbro inferiore nel sentire la sua domanda, in questi mesi mi sono arrivati molti messaggi da parte sua e degli altri, ma non ho mai risposto perché mio padre mi ha vietato di dire che sono in Italia. «Non posso dirtelo...» bisbiglio senza smettere di torturarmi il labbro «Perché?!? Spiegami perché?!?» una lacrima inizia ad attraversarmi la guancia ma la lascio scorrere, «Allora perché mi hai chiamato?» mi chiede con una punta di rabbia nella voce.
«Perché...» mi blocco, lasciando che il silenzio prenda la meglio su di noi. Cosa gli devo rispondere? Che nonostante siano passati tre mesi da quando ci siamo lasciati, sento la sua mancanza? Che nonostante mi sia fidanzata con un altro, non riesco a dimenticarlo? Che mi ricollego sempre a lui, ogni volta che qualcuno fa o dice qualcosa? Che forse ho fatto finta di voltare pagina? «Emily...sei ancora lì?» annuisco senza pensare che lui non possa vedermi.
Pensa Emily, pensa...
Il mio sguardo vaga per la stanza alla ricerca di una risposta sensata mentre il blu dall'altra parte aspetta con ansia, «Sai che giorno è oggi?» gli chiedo guardando il calendario appeso sull'armadio «È il ventidue Marzo da...due ore» risponde sbadigliando. Abbozzo un leggero e amato sorriso mentre le lacrime continuano a scorrermi sul viso, «Allora buon compleanno...porcospino blu» gli dico prima di buttare giù.
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|Due cuori in un pallone| Victor Blade
Fanfiction°IN REVISIONE° Emily Evans, figlia di Mark Evans e Nelly Raimon, fin da bambina sogna di giocare nel club di calcio della "Raimon Junior High e di diventare una giocatrice professionista, grazie all'amore e alla passione per il pallone trasmessole d...