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*da leggere ascoltando Trampoline di Zayn*

«Victor!!» lo chiamo appena vedo la sua figura seduta sulle scale che portano al campo, «Sei in ritardo...» mi dice lui continuando a guardare davanti a sé «Ho dovuto...far calmare Rosie...da un possibile...attacco di panico...e cercare...una scusa per... andarmene» mi siedo accanto a lui cercando di riprendere fiato; dopo che Riccardo è svenuto in mezzo al campo lo abbiamo subito portato in ospedale, una volta arrivati abbiamo scoperto che è stato operato d'urgenza ed è scoppiato il caos più totale: Gabriel per poco non sveniva, Rosie è quasi caduta nel panico e ad Arion sembra sia caduto il mondo addosso. Lui ha sempre stimato il capitano, lo considera una guida, un punto di riferimento e sperava di arrivare in finale al suo fianco perché se lo meritava. Inutile dire che ci sono rimasta male nel vederlo ridotto così, ma ora non ha senso crogiolarsi nella tristezza e passare le giornate che ci dividono dalla finale a piangere, dobbiamo continuare a combattere, allenarci e dare il meglio di noi. Dobbiamo farlo per tutti quelli che ci hanno seguito fino a qui, che hanno creduto in noi. Dobbiamo farlo anche per Riccardo.

«Com'è andata con ʼʼmister capelli rosaʼʼ?» mi chiede il blu guardandomi con la coda dell'occhio, «Oh...beh...non lo so neanch'io» affermo spostandomi a pochi millimetri da lui, in modo da far sfiorare i nostri gomiti. «Vi ho visti parlare prima» emette un leggero sospiro mentre abbassa lo sguardo sui gradini, «Mi ha detto che gli dispiace di essersi comportato in quel modo e vorrebbe solo che lo perdonassi...» appoggio la testa sulla sua spalla guardando un punto fisso di fronte a me. Il ragazzo accanto a me non dice nulla, limitandosi a sospirare nuovamente. «Ho intenzione di dargli una seconda possibilità» nel dire ciò gli prendo la mano, intrecciando le nostre dita «Dopotutto, tutti meritano una seconda possibilità nella vita, no?» gli chiedo girando gli occhi verso di lui.

«Già...» mi dice dopo pochi secondi di silenzio «Perciò...» prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi, sperando con tutta me stessa che la sua risposta non mi spezzi il cuore: «Ricominciamo anche noi?» la mia domanda riecheggia per tutta Riverside, volando via come un soffio di vento e sento il ragazzo affianco a me irriggidirsi di colpo.

Non dirmi che è no, ti prego Porcospino...

«Vorresti ripartire da zero, come se non fosse successo nulla?» domanda senza alterare il tono di voce «Vorresti dimenticarti di tutto quello che è successo, così? Su due piedi?» continua ma non gli rispondo, acconsentendo silenziosamente alla sua richiesta. «Pensavo lo volessi anche tu» ammetto con voce strozzata e cercando di non scoppiare a piangere come una bambina. Perché devo sempre piangere in queste situazioni? Perché non riesco ad affrontarle come si deve?
Sento uno strano dolore al petto, più precisamente all'altezza del cuore, che credo si stia nuovamente rompendo in mille pezzi. Non riesco a immaginarmi senza di lui, non riesco a pensare di camminare per strada e vederlo tra le braccia di un'altra che non sono io, di vederlo ridere e scherzare con qualcun'altra. "Qualcun'altra" che non sono io.

«Io...vorrei» dopo interminabili minuti passati in silenzio si alza, scendendo di un gradino con le mani in tasca e puntando i suoi occhi ambrati nei miei, «Ma...?» una lacrima mi riga la guancia e sento che potrei cedere da un momento all'altro. «Non c'è nessun ʼmaʼ, Emily. Non c'è mai stato e mai ci sarà!!» interrompe il contatto visivo per pochi secondi, quei pochi che bastano a farmi crollare; non gliene importa più nulla, non gl'importa più di me, di ciò che ho passato e sto passando, di come mi sia sentita quando ci siamo lasciati e di come mi sto sentendo ancora adesso. «Ci ho pensato a lungo e...mi dispiace tanto» si morde il labbro inferiore con tanta forza da farlo sanguinare, mentre nella mia testa questa situazione non funziona: «Victor...qua è il vero problema?» gli chiedo su due piedi «Che intendi?» controbatte cercando di restare impassibile, «Lo sai anche tu che intendo. Perché non vuoi tornare con me? Perché prima vuoi parlarmi, sperando di farci rimettere insieme, e ora te ne esci con...questo!!» esclamo alzandomi di scatto e piazzandomi sotto il suo naso, stupendo sia lui che me.

«Dimmi la verità, per favore...» lo blocco per il polso, impedendogli di andare via e costringendolo a guardarmi dritta in viso, «È l'unica cosa che ti chiedo» affermo ingoiando il groppo amaro che mi si sta formando in gola.

I minuti passano più lentamente, come se il tempo stia rallentando sempre di più e in questo momento non va per niente bene, dato che sono certa di rischiare un attacco d'ansia: sto sudando, le mani mi tremano leggermente, il cuore batte ad una velocità anormale e respirare si sta facendo pesante. «Ho...paura» sussurra il blu facendomi strabuzzare gli occhi «C-Come?» balbetto cercando di restare calma, «Ho paura...di perderti di nuovo Em, ho paura di svegliarmi una mattina e scoprire che tu non sei più con me, ho paura che un'altra mia azione sbagliata possa portare a delle conseguenze ancora più sbagliate!!» esclama liberandosi dalla mia presa «Ti riferisci a quando sono dovuta andare in Italia, vero?» gli chiedo, colpendolo nel segno. «Victor, in quei dannatissimi tre mesi che ho passato là, non ho fatto altro che pensare solo ed esclusivamente a te!! Ti ho pensato ogni giorno, in ogni momento, ad ogni partita che ho giocato, in ogni città che ho visitato...tu eri e sei tutt'ora un chiodo fisso nella mia testa, nonostante abbia cercato di dimenticarmi di te più e più volte!!» gli prendo le mani per intrecciarle con le mie, «E il giorno del tuo compleanno, quando ho sentito la tua voce dopo tutto quel tempo, ho temuto che non volessi più parlarmi, né sapere niente di me...» qualche lacrima mi riga nuovamente il viso, mentre il ragazzo di fronte a me non sa che espressione assumere.

«So che può sembrarti un comportamento strano, stupido e... immaturo gli dico stringendo maggiormente la presa «Però io voglio ripartire da dove ci siamo interrotti, voglio tornare insieme a te e per farlo sono disposta ad aspettare, passassero mesi o anni, io aspetterò» affermo tutto d'un fiato, con le guance leggermente arrossate. «E per quale motivo sei disposta ad aspettarmi?» mi chiede lui, cercando di reggere il mio sguardo senza cedere; lo sa anche lui che tutto questo non ha senso, ne ha preso coscienza e ora sta cercando di capire come rimediare.

Ti conosco troppo bene, Porcospino

«Ti aspetterò perché ti amo, mio caro Victor» ammetto con nonchalance «Ti amo da quando abbiamo provato l'incrocio Esplosivo, da quando sei venuto in ospedale a trovarmi dopo la partita contro il Fiducia...» mi avvicino al suo viso e una lacrima solitaria gli sta attraversando la guancia, «E so che è così anche per te. Lo è, lo è stato e lo sarà» la distanza tra i nostri volti è così minima che riusciamo a fondere i nostri respiri, «Hai altro da dirmi?» domanda e scuoto la testa «No...ma tu...che intenzioni hai con me ora?» controbatto con una strana fitta allo stomaco; che la paura si stia facendo sentire?
«Queste» in una frazione di secondo le sue labbra si posano sulle mie, mentre le sue mani si posano sulla mia vita per stringermi a lui; le nostre bocche danzano nuovamente insieme e i nostri cuori hanno sincronizzato i loro battiti.

«Ti amo Emily» sussurra sulle mie labbra, prima di staccarsi per mancanza di fiato, «Ti amo ma non riesco a dimostrartelo come si deve. Mi hai fatto capire che tu a me ci tieni e io non te l'ho mai dimostrato, o se l'ho fatto, in modo sbagliato; la verità è che non ti merito» afferma abbassando lo sguardo. «Victor...guardami» fa come gli dico senza opporre resistenza «Per me questa è stata una dichiarazione d'amore...» ammetto con un leggero sorriso, «Mi hai fatto capire di tenerci e per me questo basta e avanza» continuo buttandomi fra le sue braccia. «Abbiamo commesso entrambi degli errori, ma possiamo porci rimedio insieme. Non credi?» gli chiedo «Sí...possiamo farlo» risponde ricambiando l'abbraccio, «Mi sei mancata...Piccola Evans» mi dice «Mi sei mancato anche tu, Porcospino blu».

|Due cuori in un pallone| Victor BladeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora