Mutanti cosa?

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Battei le palpebre per mettere a fuoco.

Dov'ero?

Strane scritte fluttuavano nella mia visuale, a indicare gli oggetti intorno a me, una voce conosciuta mi parlava nella testa, ma al momento non riuscivo a comprendere il significato delle singole parole.

Ma poi il suono divenne sempre più nitido fino a quando riuscii a riconoscerla.

-Buongiorno, Peter. Dormito bene?

Mi misi a sedere su un letto morbido e confortevole e mi guardai intorno, spaesato.

-Sì, tutto bene Karen- dissi distrattamente tornando ad analizzare la stanza, la quale era molto semplice: letto, armadio, specchio, comodino. Fine -Dove sono?- chiesi un attimo dopo.

Battei le palpebre prima di ricordare un dettaglio bizzarro: chi mi aveva messo la maschera? Quando ero crollato non l'avevo in testa.

E Alex?

-Da quanto dormo?- chiesi d'un tratto.

-Tre ore circa- rispose Karen con la solita gentilezza.

-Che posto è questo?- domandai subito dopo.

-Lo ignoro, non è segnato sulla mia mappa.

-Ma sulla tua mappa c'è tutta l'America!- feci notare.

-Secondo i miei sensori questo edificio sarebbe apparso dal nulla circa tre ore fa- disse Karen, cupa.

Dietro la porta rumori indistinti facevano avanti e indietro, come se delle persone corressero su e giù per un corridoio.

Mi alzai dal letto e notai che ai piedi di esso erano stati appoggiati dei vestiti normali e puliti.

Chiunque mi abbia portato qui vuole che non rimanga Spider-Man riflettei.

-Ahm... ok, Karen, ora io mi spoglio il costume, ci sentiamo dopo- dissi afferrando la T-shirt e la felpa che mi avevano messo a disposizione.

-Va bene, Peter.

Mi spogliai il costume e lo ficcai sotto il cuscino. Nel caso qualcuno fosse entrato non l'avrebbe visto.

Poi mi infilai gli indumenti.

Roba semplice. Maglietta grigia, pantaloni della tuta, felpa con cappuccio e scarpe da ginnastica.

Avevo appena finito di vestirmi quando la serratura esterna della porta iniziò a girare. Qualcuno stava entrando.

Mi precipitai alla parete e un attimo dopo ero acquattato sul soffitto.

So che è un po' da conigli, ma in questi casi è meglio essere prudenti.

Era una giovane donna. Mulatta con i capelli tinti di bianco che ricadevano dolcemente sulle spalle.

Si guardò in giro, confusa, mentre io tentavo di stare il più immobile possibile.

Sfortuna volle che la tipa alzò la testa e vedendomi lì, attaccato al soffitto come un gatto spaventato dei cartoni animati, sorrise.

-Dai, ragazzo, scendi giù- disse divertita, ma autoritaria.

Non sembrava per niente colpita dei miei poteri e questo mi mise un attimo in soggezione.

Con un balzo fui a terra.

La guardai negli occhi e il suo sguardo mi mise timore.

-Ahm... salve- dissi, più intimorito che altro.

Spider-Man: Random StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora