Sognando la fine

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Quando Happy ci aprì la porta lessi nel suo sguardo una forte voglia di sbatterci violentemente la porta in faccia e dimenticarsi della nostra esistenza fino alla fine dei tempi.

-Ciao!- gli feci levando una mano in segno di saluto -Quella cravatta ti sta da Dio, lo sapevi?

-Ok, che cosa volete?- ci fece, sbrigativo, come volesse chiudere rapidamente la discussione.

-Dovevo dire una roba a mio zio- rispose Alex mettendo su il sorriso più innocente del mondo, rendendo i suoi grandi occhi castani quelli di un cucciolo affettuoso -Per piacere, Happy! Lo sai che non ti mentirei mai.

-E lui che ci fa qui?- mi indicò con un sopracciglio inarcato.

-Oh, non badare a me: sono qui solo per caso- sventolai una mano davanti al viso con indifferenza.

Happy si accigliò.

-Avevo detto a Tony che mettervi in classe insieme non sarebbe stata una buona idea- commentò fra sé.

-Dai, ci metto un minuto- pregò Alex -E poi lo sai che mio zio non approverebbe il non farmi entrare nella torre.

L'uomo ci pensò un attimo, poi sospirò.

-Vi do cinque minuti- disse mentre si scansava per lasciarci entrare.

Sono quello che ci serve pensai precipitandomi verso l'ascensore.

*

Alex mise una mano sul lettore del palmo piazzato accanto alla porta che conduceva agli appartamenti di Tony Stark e, dopo un secondo, la porta scorrevole di spalancò dopo un "Benvenuta, signorina Potts" recitato da Friday.

La mia amica si precipitò all'interno come un fulmine e io la seguii a ruota, conscio del tempo che scorreva inesorabile.

Eccolo lì, seduto sul proprio divano. Una mano immersa in un ologramma e l'altra che reggeva una tazza di caffè.

Dopo giorni passati a sentire persone che ripetevano il suo nome come fosse tabù, che ricordavano la sua persona come un eroe morto per l'universo... trovarmelo di fronte fu forse una delle più strane sensazioni che ebbi in tutta quella strana storia.

Si voltò verso di noi, sgranando gli occhi e fissandoci come fossimodei fantasmi.

-Ma voi da dove...?

-La saluta Pepper!- lo interruppi, alzando un dito -E sua figlia, e Bruce Banner... e tutti gli Avengers.

Alex mi lanciò un'occhiata confusa.

-Cosa?- fece Tony, allibito.

-Niente- intervenne Alex, scoccandomi un'altra occhiataccia, poi si rivolse allo zio -Ci devi portare ad Asgard, adesso!

-Asgard?- chiese il signor Stark, stranito, poi scosse la testa, mettendo le mani in avanti -Vi rendete conto di quanto sia assurdo quello che state dicendo?- ci fissò -Ma voi da quanto siete amici?

Io e Alex ci scambiammo uno sguardo complice.

-Non importa- esclamò la ragazza -Adesso devi darci un passaggio, e anche in fretta.

-Ehi, ehi!- Tony si mise in piedi -Scherzate? Non potete piombare qui e chiedermi una cosa del genere, ok? Non si fa!

Mi accigliai.

-Senta, non c'è tempo di spiegare e siamo di fretta. Abbiamo meno di un'ora per raggiungere New Asgard e lei è l'unico che ci possa portare fino a lì al momento.

-Ora non possiamo spiegarti- tagliò corto Alex -Ci serve solo che tu ci porti lì.

Tony ci guardò, serio; tentando forse di capire cosa passasse per le nostre testoline da adolescenti in via di sviluppo.

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