Capitolo 8

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{Coraline}

Lo sguardo di sfida che abbiamo preannuncia minacce oscure.
Ammetto il mio gesto avventato, ma verso cotanta sfacciataggine non posso restare impassibile.
Non si sposta nemmeno dall'uscio ma ci penso io ad entrare cozzando la mia spalla esile contro il suo braccio destro.
La scossa elettrica che prendo, si ripercuote dentro e devo scacciarla per non lasciarmi preda di questa sensazione che crea farfalle quanto punge come filo spinato.

Le sue iridi ibernate ora bruciano. Le sento avviluppare le natiche, e il sospiro che prendo, mi gonfia i polmoni.
In questo studio tutto sa di lui.
Anche il profumo dalla nota legnosa e selvaggia, che si é permeata tra le pareti bianco sporco.
Una scrivania in legno mogano prende quasi tutto il perimetro.
Due poltrone di pelle color cuoio.
Un comò con quattro cassettoni in legno massello intarsiato e lucido, dai pomelli rifiniti.
E il parquet dove la suola delle sue scarpe pregiate risuona.
Nessuna finestra. Credo che gli piaccia la luce fioca e calda che proviene dai faretti incastonati dietro la libreria anch'essa di legno, vecchio stampo.

«Coraline.» Il mio nome soffiato da quel timbro rauco e avvolgente, mi fa poggiare i polpastrelli sul bordo della scrivania, flettendo appena il busto in avanti.
La sua presenza é dietro.
Ovunque.
Sento il respiro.
Il fiato caldo.
I peli delle braccia rizzarsi e la pelle d'oca ricoprire i lembi scoperti della mia pelle sensibile.

Finché non fa il giro, e lo vedo camminare placido, verso la poltrona dietro la scrivania.
Osservo le sue falangi lunghe, afferrare il sigaro lasciato a metà, sul posacenere.
Un'altro odore che ho sempre trovato sgradevole, ora accende i miei sensi.

Riporto le iridi irose e più buie, verso le sue che mi fissano maliziose.
Gli occhi assottigliarsi, e due piccole rughe formarsi tra le due sopracciglia, solo per renderlo ancora più temibile e sensuale.
Un mix letale di spietata bellezza.
Sembra un film a rallentatore.
Le sue labbra carnose si schiudono.
La voglia di mordere quello inferiore mi annichilisce, e sento la mia intimità contrarsi in dolci spasmi.
Stringo le cosce, vittima di un calore mai sentito.
Umida di una sostanza sconosciuta fino ad ora.
Mi tramortisce nel notarlo portarsi il sigaro tra quelle metà perfette, contornate dalla barba ispida, ed espirare lentamente.
Lo stesso fumo che rigetta verso il mio volto, che si riscuote dalla trance.

Coraline, che cazzo contempli?
Il destino? La morte?

«Che scherzo sarebbe?» Ecco che la me combattiva, tira fuori gli artigli e graffia come il tono. Ora anche io affilo lo sguardo, pressando più che posso i polpastrelli sul legno, quasi a vedere il colore roseo sbiancare.

Innalza un sopracciglio incurante, per portarsi a sedere mollemente sulla poltrona.
Come se niente lo toccasse.
«Non capisco, cosa intendi.» Controbatte rilassato, portando un palmo verso la patta gonfia.

Cazzo! Controllo Coraline.
Perché diamine guardo la sua patta.
Oh cielo!

«Vuoi spiegare, o preferisci osservare?» Sento nitidamente il suo tono divertito che mi provoca. Il sorrisetto che incurva le labbra lateralmente ne é la prova tangibile, e sicuramente il mio rossore diffuso e questo stupido corsetto che ad ogni sospiro mi gonfia i seni che sembrano offrirsi a lui.

«Questo.» Spiego una mano dinanzi a me, riuscendo di nuovo a rimettermi sul piede di guerra.
Se pensa di atterrarmi con una patta sganciata, e il torso nudo....beh si sbaglia.

Segue lento il movimento della mia mano, e la neve che porta all'interno, dovrebbe raffreddarmi.
Ibernarmi.
Invece non fa solo che appiccare fiamme incandescenti che scottano nei miei organi.

«Bel completino, non trovi?» Si passa sensualmente la lingua sul labbro per tirarlo indentro con i denti e rilasciarlo umido della sua saliva.
Io che agogno quella lingua.
E mi maledico.
Da che parte sto?
Dalla mia o da quella del mosto dei nevai?

«Perché tutto questo?» Ci sarà un modo per farglielo dire. E il mio tono è così limaccioso, che sto affogando nei suoi occhi.
Neve che si scioglie e ti fa morire congelata.

I polpastrelli ticchettano sui braccioli della poltrona, captando quel ticchettio fastidioso che emette la pelle.
«Da oggi sarai una delle ballerine, del Red Lips. Nonché mio locale.»
Che Cosa? Lo afferma con una limpidezza che mi imbalsama sul polso.
Divengo pietra. Non riesco a muovere gli arti.
Neanche sbattere le ciglia.
Neanche sentire il battito cardiaco.

«Io dico di no.» La mia voce romba furiosa, quanto lo sguardo che gli riservo pieno di odio.
Inspiro dalle narici, e so che sto perdendo il lume della ragione, mentre lui è così composto.
Rabberciato sulla sua seduta.
Si sente il Re del mondo, e io la schiava sotto il suo potente dominio.

Lo noto alzarsi dalla poltrona, e lo seguo fino al comò.
Non ha ancora replicato.
Forse ha capito. Ha mollato la presa.
Si ferma e mi gira le spalle per versarsi due dita di Whisky nel bicchiere, molleggiandolo lentamente tra quelle dita forti e sicure.
I muscoli guizzano, e la pelle dorata è quella di una divinità travestita, perché dentro aleggia un demonio crudele.

Si porta il bicchiere sotto il naso, dandomi il profilo perfetto e chiude le palpebre perso a contemplare l'odore.
«Lannister. Lagavulin.» Forse é una nuova lingua, o la marca del Whisky. Il problema soggiunge quando la sua voce si fa calda, bassa e inebriante come l'odore che sprigiona quel whisky.

Le sue palpebre si alzano lente, e il volto si gira verso di me.
Quel colore mi ammalia. Mi trascina in un turbine in cui non so cavarmene fuori.
Si scuriscono di un cobalto vivo, ed é troppa l'intensità che ci leggo all'interno.
Mi specchio in quelle pupille catrame, e non so più che cosa sto facendo.
So solo che le mie labbra si schiudono magicamente, nel vederlo avvicinarsi.
Il suo profumo mi travolge come una bufera.
Ma é bollente.
Riporto gli occhi persi, sugli scaffali pieni di libri, mentre sussulto nel sentire il suo addome scolpito pressarsi sulla mia schiena che si inarca dolcemente.

Ora le serro io le palpebre, per trovare contegno.
Forse un briciolo di lucidità.
Ma il suo palmo rovente che scivola lungo la mia schiena, mi annulla la ragione.
Le dita si infiltrano tra i miei capelli, e profuma tutto di noi.
Shampoo. Whisky. Sigaro.
Si Serrano con prepotenza attorno alla mia nuca, e le sue labbra infernali si posano sul mio lobo.

«Ti piace farmi incazzare, Coraline?» Domanda ispido, ma sa già la risposta.

Schiaccia con una stoccata, la patta tra le mie natiche, e la voglia di piegarmi mi butta nello sconforto.
Cosa mi accade?
Perché é così spasmodico il fabbisogno?

«Forse.» Mi compiaccio birichina della mia affermazione, che lo porta a farmi girare con irruenza verso di lui, e le mie natiche sbattere contro il bordo duro della scrivania.
L'impatto è duro e il fiato schianta fuori infiammandomi lo sterno.
Il suo volto é minaccioso.
Affilato come lame, che lasciano segni dentro e fuori.
E senza che me ne accorgo, sento il suo indice disegnare il contorno del corpetto, dove i seni castigati sembrano esplodere.
Avverto il dito zuppo, e capisco che é il whisky, che si permeerà sulla mia pelle diafana.
É altamente erotico quel gesto, che allargo leggermente le cosce.
E come se mi capisse, si fa più avanti.

Ho bisogno.
Troppo.
Tanto.
Non mi interessa.
Forse Questa prigionia mi ha reso pazza.
Ma sono folle di desiderio.

«La complessità del cubo di Rubik, è che i colori rimarranno gli stessi ma le combinazioni saranno sempre diverse.
Ecco, Coraline. Tu sei come quel maledetto cubo.» Espira come il fiato caldo quella frase, e in un gesto repentino mi fa reclinare sulla scrivania. Il suo corpo si preme sul mio, e la lingua scivola sul bordo del corsetto per raccogliere il whisky.
Sento la pelle bruciare.
Il dolore tra le gambe.
Sale dolce e bastarda, fino alla gola.
Su per raggiungere il mento e morderlo.

Un ansimo scappa dalle mie labbra che bramano le sue, ma tutto ciò finisce, nel momento che sento il suo fiato caldo, schiantarsi sul mio arco di cupido.
«Stasera ballerai. Che ti piaccia o no.» 

Corallineeee 😂😂😂 oh oggi vi ho dato due capitoli, quindi la prossima settimana non aggiorno.
Godeteveli 😏😏😏 Potselui. baci 💋

Alexander Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora