Capitolo 16

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$ Alexander $


Certe volte il marcio della società non si trova molto distante. Certe volte é proprio sotto al tuo naso.

Non ho avuto basi fondamentali, per un'educazione degna di tale nomina.
Ma ho imparato a riconoscere chi punta per vincere, pregando per un aiuto.
Chi punta già sapendo di vincere, con un bluff.

Sapevo già poco più di un anno fa, quale sarebbe stato il mio giro di roulette migliore.

Mi bastò ascoltare una telefonata del mio fratellastro.
Ignaro che avevo origine Russe.
Ignaro che avevo capito il suo gioco.

Ero solo andato a fare una visita al mio patrigno.
Ma neanche lui sapeva che stavo aprendo un casinò.
Non mi fidavo di nessuno, e anche la mia stessa ombra poteva prendersi beffa di me, esponendosi troppo al sole, rivelandosi.

Ero in cucina, perso in dei conteggi, nell'aspettare il ritorno dell'unica figura che aveva saputo darmi un grammo di affetto.
Ma ciò che sentii, fece piantare il mio indice che schiacciava frenetico su i tasti della calcolatrice, e azzerò i miei conti mentali.

Mi sporsi appena, nel vederlo volto di spalle, in un completo di alta sartoria, perché nessuno potrebbe dubitare di un uomo stimato al di fuori.
Ma sotto gli strati, si celava il sudiciume.

«kak mertv? der'mo» Sbottò grezzo, afferrando nel pugno della mano, la tendina bianca trinata, quasi a volerla strappare.

Riportava esattamente: Come morta? Merda!

«My dolzhny nayti drugoy» Irruppe dopo dei secondo interminabili, in cui cercavo di immagazzinare le parole, come trovare i tasselli di un puzzle, quando sai che li hai persi.

Dobbiamo trovarne un'altra.
Questo diceva, con evidente agitazione.
Le dita correvano tra i capelli, mentre l'altra serrava con prepotenza il cellulare stretto alla cartilagine dell'orecchio.

«Ya ne mogu!» Strepitò in risposta al suo interlocutore, innalzando la mano in aria, come a voler imprecare ma trattenendosi.

Leí non posso.
E mi chiedevo, lei chi?
Chi era morta?
Chi doveva trovare?
E tutto si riduceva a cercare risposte.
Qualcosa tramava, e qualcosa mi diceva che suo padre non ne era a conoscenza, come del fatto che parlava il Russo quasi meglio di me.

«Otets za dva dollara pozvolit mne yego vzyat'» Appena mi accorsi di aver perso la concentrazione, tornai a fissarlo, mentre un sorriso compiaciuto spuntava dal profilo che mi dava.

Il padre per due soldi, mi consentirà di prenderla.
Rideva.
Scuoteva la testa divertito.

«Ah...Problem ne budet. Ty uzhe moya sobstvennost'» Rise con una malignità, capace di atterrire anche un'animo stracciato come il mio.

Non ci saranno problemi. Lei é già una mia proprietà.
Già, ma io farò di tutto per scoprire, cosa stai tramando Myers, e il modo per bluffare il tuo bluff.

E solo allora, si accorse di me, voltando appena il viso, dove riattaccò con ancora un sorriso mefistofelico sul volto sbarbato.

«Guarda chi si vede.» Mi stuzzicò con quell'aria di superiorità, la stessa in cui mise la sua occhiata nell'osservare il mio completo.

Si fece più vicino, senza replicare.
Non valeva la pena spendere parole, con chi si credeva migliore, senza guardare oltre.

«Ti potrai anche vestire come noi...» Si fece dietro di me, con sprezzo e cattiveria come in tutti quegli anni, lasciandola in sospeso.

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