Capitolo 35

13.6K 392 93
                                    


CORALLINE perdonate la mia assenza, ora tornerò più attiva e pubblicherò regolarmente una o due volte a settimana, impegni permettendo. 💋

{Coraline}

Avevamo fatto l'amore per quasi tutta la notte in modo sempre dolce e passionale, un lato di Alexander che non pensavo possedesse.
Ero indolenzita tra l'interno coscie, ma era ciò che volevo.
Il ricordo di quando Jonas mi pregava di farmi toccare più a fondo, il suo sbuffare contrariato dai miei rifiuti categorici.
Ora sapevo il motivo. Aspettavo un maremoto che mi travolgesse al punto d'annebbiarmi la ragione.

Il dolore era stato minimo se paragonato al piacere che ne era derivato subito dopo.
Sentire sotto i miei palmi i suoi muscoli guizzare e contrarsi.
Le sue espressioni estatiche su quel viso capace di farti bagnare con una sola occhiata.
Perché si, quegli occhi mi comunicavano tutto mentre mi prendeva e mi rendeva sua.
Schiava di un piacere infernale. Lava tra le gambe.
Ormai non potevo più tornare indietro e neanche volevo.
Il desiderio dopo che mi aveva sbattuta contro l'asse della porta, i suoi sospiri tesi, il suo fiato bollente che mi ricopriva di pelle d'oca. Tutto si era accatastato sul mio basso ventre in un peso che non potevo più sopportare.
E quando aveva preso coscienza che non mi sarei tirata indietro, quel piacere era caduto ripido e tiepido tra le mie coscie.
Primitivo. Bisogno. Essenziale.

Ho lasciato il mio Cobra dormire, preferendo dedicarmi a cucinare qualcosa, specialmente ormai che é quasi ora di pranzo.
Guardarlo dormire é una delle sette meraviglie del mondo.
Il volto rilassato, le ciglia nere che ogni tanto subiscono fremiti, e quelle labbra carnose schiuse da mordere e leccare fino all'infinito.
Per non parlare del suo corpo tonico, levigato e scolpito, interamente nudo. Sopratutto le sue natiche perfette, quando si é steso a pancia sotto.

Affetto i pomodori sul tagliere, persa in un mondo tutto mio, finché non capto il tocco di due palmi roventi, posarsi con possesso e al contempo estrema dolcezza su i miei fianchi.
Il coltello resta infilzato nella metà del pomodoro, lasciandomi cogliere da un sussulto ansimante, nell'avvertire l'odore di Alexander e il suo calore che riveste la mia schiena.

Non riesco a proferire parola e lui non tenta di uccidere questo silenzio, interrotto da il mio respiro più frenetico e il suo respiro bollente che si deposita sull'incavo del mio collo.
La pelle serpeggia di brividi cocenti, mentre scivola con i palmi verso il mio ventre che si contrae in spasmi.
Risalgono l'addome e si curvano sensualmente sotto il solco dei seni dove i capezzoli svettano gloriosi, a richiedere le sue dita lunghe e perfette.
Ma é più bastardo, quando scende sulle mie spalle e cade su i miei dorsi abbandonati sul tagliere di legno.

Sono in procinto di parlare, ma più svelte sono le sue dita che si incastrano tra le incanalature delle mie e mi riporta sul coltello e sul pomodoro, iniziando a tagliarlo con me.
Mi mordo il labbro inferiore assuefatta dal suo addome che si spalma contro la mia schiena, facendomi inarcare con un brivido selvaggio che mi attraversa la spina dorsale.

Sono divenuta un burattino sotto le sue mani, che abili tirano fili immaginari, facendomi fare o dire tutto ciò che lui richiede.
Mi sposta delicatamente le mani per afferrare metà pomodoro, stringendolo nella sua mano quasi come stringe il mio corpo ogni volta.
Sono conscia di avere solo un reggiseno e il tanga addosso, come sento che lui ha dei pantaloni e il torace completamente nudo che emana vampate di calore inumano.

Riesco a seguirlo appena con la coda dell'occhio, finché non sento l'altra mano libera agguantarmi la coda e riportarmi la testa in avanti per osservare solo il piccolo salottino.

Alexander Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora