Capitolo 14

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{Coraline}

Ammetto duramente, che ho voluto sfidare il cobra.
Se pensava che mi facevo trovare come una servetta, pronta ad ubbidire ai suoi voleri, si sbagliava di grosso.
Sono stata l'esatto contrario di ciò che si sarebbe aspettato.
Ho dovuto combattere con la mia parte timida, e cacciare fuori gli artigli.
Sapevo che mi stava guardando, e maledetta, ho ancheggiato solo per lui.
Non certo per l'uomo che mi sbavava addosso come un Mastino.

Ciò che non mi aspettavo era vederlo afferrare Patricia, e portarsela a cavalcioni.
È stato come una pugnalata al centro del petto.
Come una morsa che ti stritola l'intestino, lasciandoti un buco immenso nel mezzo.
Le sue iridi fissarmi con ripicca.
Battagliamo l'uno contro l'altro e non so, forse neanche voglio saperlo come finirà.
Ma se lui vuole vedermi al limite, lo ripagherò profumatamente.

Mi alzo dal palco con stizza, e come una furia mi getto oltre il tendaggio.
So che Diana ha una preferenza per le donne, e che ha detto chiaramente che con me giocherebbe volentieri.
E allora giochiamo.

Mi smuovo con le dita i capelli, per dare più volume, avvicinandomi predatrice verso la sua toeletta.
La noto chiudere il tappo del rossetto e quando alza gli occhi verdi, trova il mio sguardo birichino che la fissa dallo specchio.
Un sorriso seducente, si innalza fiero sulle mie labbra, e i miei palmi cozzano con dolcezza disarmante, sulle sue spalle che si rilassano.

«Diana, che ne dici...» Mi piego lentamente verso il suo lobo, sfiorandolo con le labbra dove le scappa un lieve ansimo.

«Se andiamo nella mia camera?» Termino suadente e calda la domanda, cacciando fuori la lingua per leccargli il lobo fino alla guancia dove le lascio un bacio.
Le ragazze che si stanno rivestendo mi fissano allibite, ma non m'importa poiché Diana si alza, afferrandomi tra le dita il polso dove i ciondoli dei bracciali tintinnano armoniosamente.

«Speravo me lo chiedessi.» Confessa emozionata, mentre mi mordo il labbro inferiore.
Oh, Alex, guarda come cambio le carte del destino.

Saliamo in fretta le scale, come se aspettasse questo momento da una vita, e io d'altronde sono eccitata perché so che vedrà tutto.
Come so che vedrò io.
Scaccio l'ultimo pensiero che mi ferisce senza ragione logica.
Io non provo nulla per lui, se non odio.
Ma mi attrae. Mi attrae troppo.

Giungiamo davanti alla mia camera, e lascia che la apro, prima di tirarla dentro con me.
Innalzo senza farmi vedere, le iridi verso il soffitto, ed eccolo lì.
Magnifico, ai piedi del letto, dove sicuramente Patricia lo sta aspettando.
Le mani che sollevano la maglia, per buttarla a terra, e mi sento morire.
Quella pelle che graffierei per ore. Leccherei ogni avvallamento, e sono pensieri che una vergine non dovrebbe neanche fare, ma con lui farei ogni cosa.

Il mio respiro teso, esce come un petardo sparato, e Diana si avvicina credendo che il motivo del mio eccitamento misto a rossore, sia dovuto a lei.
Le sue dita giocano con i laccetti del bustino, che penzolano su i fianchi, e credo di essermi ficcata in un casino.
Ma nel secondo esatto che ripunto lo sguardo sul vetro, trovo il suo azzurro che si specchia sulla pavimentazione, con evidente scetticismo.
La lingua passa sulle mie labbra, e prima che Diana realizzi, le mie labbra sono già sulle sue che si schiudono con un gemito di stupore.
Sento i suoi occhi perforarmi, e mi lascio andare con la lingua che s'intreccia a quella di Diana.
M'immagino luí al suo posto, e le mie dita si infiltrano tra i capelli biondi con alcune ciocche azzurre, tirandola contro di me.

Il tonfo di qualcosa che cade, mi fa sobbalzare, mentre Diana slaccia con fretta i lacci del bustino che cade fiacco tra i nostri corpi accaldati.
Il suo seno già scoperto, si pressa sul mio, sfregando i nostri capezzoli in simbiosi, mentre scende a mordermi e leccarmi il collo.
E sono costretta ad alzare il mento e lo sguardo velato di passione solo per lui.
Lui che é gloriosamente nudo. Teso. Duro. Forte.
I suoi palmi virili e ruvidi poggiati su i fianchi di Patricia, che sporgono dal letto.
Il suo cazzo che affonda dentro di lei, e mi uccide, poiché i suoi occhi pieni di erotismo disumano, sono tuffati nei miei.
Sembrano dirmi: godi con me. Godi per me.
E ansimo senza pudore, quando Diana mi morde un capezzolo.

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