35. La luce nel buio

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Dopo le parole di Taehyung avevi bevuto tutta l'acqua che restava nella bottiglietta in un paio di sorsi. Sulla lingua il liquido tiepido ti era finito come un fiume che non aveva avuto la capacità di travolgere tutte quelle parole, per lasciarle ancora lì sul tuo subconscio.

L'avevi ringraziato con un buco allo stomaco ed eri uscita dalla caffetteria. L'aria ti aveva tagliuzzato la pelle in fili sottili, ma hai continuato imperterrita a camminare fino a casa. Appena avevi visto il vostro palazzo ergersi davanti a te, ti è sembrato di sentire quell'urlo di un piccolo Jungkook terribilmente vicino.

Quando sei arrivata davanti all'ingresso però, ad attenderti c'era solo il portiere. Ti sei fiondata in ascensore e ti sei dovuta tenere al corrimano con tutta la forza che avevi per non collassare.

Giunta all'ultimo piano e prima di aprire la porta d'ingresso, ti sei preparata mentalmente a dover vedere la sua faccia. Hai respirato, allungo. Hai stretto la maniglia così forte, che hai perso la sensibilità delle dita. Era come stringere il vuoto con il niente.

Nel momento in cui hai aperto la porta e hai visto l'open space vuoto, un tuffo al cuore ti ha fatto vibrare i polmoni. Hai gettato le chiavi ed il cellulare sul divano per iniziare a cercare disperata il ragazzo.

Nella sua stanza, nella tua, nel bagno, sulla terrazza. Niente. Niente di niente.

Quando ti sei fermata e ti sei seduta sul tuo letto con il fiato corto, ti sentivi come se avessi appena finito di correre una maratona. Ma non ti sentivi affatto felice di aver tagliato il traguardo.

La tua meta era Jungkook ma, in quel momento, sembrava essersi dissolto come l'ossigeno che ti usciva ad intermittenza dalla gola.

Dopo non sai neanche te quanto, ti sei lasciata cadere sconfitta sulle coperte ancora accartocciate in un angolo dalla sera prima. Ti sei rannicchiata in un guscio fatto di ricordi torbidi e bui e hai lasciato che il profumo della sua maglia ti perforasse l'olfatto.

Dio, era così buono.

Anche se il tuo coinquilino non era fisicamente lì con te, quello ti bastava per avvertirlo. Era come se fosse lontano, come se ti stesse guardando senza essere visto.

Lo sentivi.

Hai chiuso i pugni e hai stretto le lenzuola nello stesso momento in cui una lacrima ti ha bagnato la guancia, macchiandoti anche il collo. Continuavi a chiedere perdono a quel povero ragazzo di cui hai sempre saputo così poco.

L'hai sempre definito un mostro, una di quelle persone nate appositamente per portare l'inferno nelle vite degli altri. Non ci vedevi niente di buono in lui. Per te, in principio, era tanto affascinante quanto odioso e insopportabile.

Sei stata un'idiota. Un'emerita stupida e terribilmente cieca.

Jungkook non è così, affatto. Non lo è mai stato. Lui è quella persona bella e spensierata. Quella che quando sorride ti scioglie e quando ride ti trascina con lui. Quella che sembra essere fatta d'acciaio fuori ma che, sotto sotto, ha la stessa consistenza di un marshmallow. Lui è quella persona che ha preso la tua vita per tirarne fuori un qualcosa di esplosivo e spettacolare.

Lui è diventato la tua vita.

"Perdonami Jungkook".

Queste parole ti sono uscite dalle labbra, ma è stato come se qualcuno le avesse sussurrate al posto tuo. Come se qualcuno volesse esternare quel dolore che avevi impresso negli occhi e che ti faceva un male indescrivibile. Qualcuno seduto vicino a te che si è allontanato piano piano dopo averti chiuso gli occhi con un lieve movimento della mano.

Quelle parole sono state le uniche che ti sono venute spontanee prima di addormentarti.

***
"Forza Jungkook! Passaci la palla!".

HOUSEMATES ✓ [Jungkook•Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora