46. Nuvole e neve

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Il suo profumo dolce è ancora amalgamato al lenzuolo, come se non se ne fosse mai andato via. Lo sfiori e te lo passi fra le dita, chiudendo gli occhi per un istante che pare infinito. Ti giri dall'altra parte, verso le finestre.

Non avevi chiuso occhio per tutta la notte.

Un'altra volta.

Sono giorni ormai che non sai più come si dorme, quale sia il piacere di potersi distaccare dall'universo per qualche ora. Passi solo le ore più buie a pensare con gli occhi gonfi a cosa potreste fare adesso, se lui non fosse in coma. Chissà quante altre volte ti avrebbe toccata, ti avrebbe baciata, ti avrebbe fatta sua. O, più semplicemente, ti avrebbe sorriso come sa fare meglio.

Puoi ancora avvertire il suo respiro nell'orecchio, la morbidezza delle sue labbra, la sua voce che ti chiama. Ti chiama forte, ti implora aiuto. E tu, tu che non puoi fare assolutamente nulla.

Lui... ti manca. È davvero troppo poco da ammettere, ma è l'unica cosa che riesci ad esprimere senza crollare per davvero. Vorresti fosse successo a te; Jungkook non si meritava un altro evento così stravolgente. Ma, d'altra parte, non vorresti che gli capitasse nulla di male in generale. Ti piacerebbe che, nella sua vita, tutto possa trovare un senso che la renda perfetta. Vorresti vederlo felice sempre.

Dopo il punto che hai messo ai rapporti coi tuoi genitori, non li hai più sentiti. Nessuna chiamata, nessun messaggio. Senza dubbio te lo aspettavi, ma la ferita che hanno lasciato è ancora ben scoperta. È doloroso, certo, ma mai quanto tutto quello che provi adesso.

Ti senti come rotta in due. Una parte che vorrebbe disperatamente spaccare tutto, prendere tutto quello che trova per ridurlo in brandelli. L'altra invece, resta zitta, impassibile. Come se si fosse arresa.

Nel mezzo, tutto è deserto.

Le uniche persone che ti tengono ancorata al mondo circostante sono i suoi amici. Qualcuno di loro ti chiama tutti i giorni per sapere come stai e se hai bisogno di qualcosa. Avevano preso il tuo numero dal telefono di Jungkook dopo che i medici te l'avevano restituito. Era ancora nella tasca dei suoi pantaloni, ti hanno detto. L'avevi ricaricato per tenerlo sopra uno dei comodini vicini al suo letto.

Solo per quel semplice motivo. Come se lui fosse qui. Con te.

Non hai mai avuto il coraggio di accenderlo in questo periodo. Sarà in carica da quasi tre settimane, forse. La paura ti blocca le mani.

La mattina impieghi sempre moltissimo tempo per racimolare l'irrisorio coraggio che ti è rimasto ed alzarti. Appena lo fai però, ti ritorna istantaneamente alla mente come Jungkook non possa più farlo. Perciò ti decidi che lo farai tu, per lui. Quella è l'unica cosa che ti convince ad andare avanti.

Il fatto che tu dorma nel suo letto ti rassicura, ti fa come percepire il suo corpo di fianco al tuo. Una volta hai addirittura creduto di averlo visto seriamente dormire accanto a te. Quando hai allungato la mano per toccarlo però, hai realizzato che si trattava solo di una bellissima illusione. Ricordi di essere scoppiata a piangere e non esserti fermata fino al giorno dopo.

Anche oggi, sei un rottame più degli altri giorni. Nel momento in cui fai per alzarti, qualcosa ti scivola addosso lungo le gambe. Sollevi debole la coperta e noti il pupazzo rosa a forma di coniglio a testa in giù sotto di essa. Dopo averlo osservato per alcuni attimi, allunghi un braccio indolenzito e lo prendi. È bizzarro pensare a come il tuo coinquilino l'abbia tenuto per davvero quando te ne sei andata. Aveva detto che voleva bruciarlo. Pensavi l'odiasse.

Ancora più strano è accorgersi che, inizialmente, credevi detestasse anche te. Già... bello, no? Realizzare, o quasi, accettare che non avevi capito niente di lui. Non eri riuscita a farlo con un peluche, figurarsi con te stessa. Se solo ci fossi riuscita invece, magari a quest'ora lui ti starebbe abbracciando propio qui, nel suo letto.

HOUSEMATES ✓ [Jungkook•Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora