13. Sogni d'oro

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Appena rimetti piede in casa quella sera, il tuo corpo viene automaticamente calamitato verso il divano, dove si lascia cadere senza perdere tempo.

«Fanculo a questi maledetti tacchi» dici, gettandoli con un movimento delle caviglie in un angolo del salotto per non rivederli mai più.

Ma, non sai se purtroppo o per fortuna, li dovrai indossare nuovamente prima di quanto immagini. Ed il motivo ti sconcerta tutt'ora.

Ebbene sì; hai di nuovo un lavoro.

Lo stavi disperatamente cercando da un tempo incommensurabile ora mai e, avere la consapevolezza di averne finalmente trovato un altro, fa immediatamente cessare di poco il dolore lancinante che provi ai piedi per assaporare la tranquillità di quella cognizione.
Quasi, sembra troppo bello per essere vero.

Peccato però che il tuo nuovo lavoro implichi di essere l'assistente di Jungkook. Per tutto il dannatissimo tempo.

Il tuo seccante coinquilino aveva passato tutta la mattina a farti studiare i suoi numerosissimi impegni sul computer presente nel tuo ufficio. Avevi impiegato un'eternità per memorizzare tutte quelle riunioni, conferenze e cene importanti a cui lui avrebbe dovuto presenziare e, alla fine, la tua testa era diventata talmente piena da poter saltare in aria.

Come se non bastasse poi, quando pensavi finalmente di poter tornare a casa e riposare, Jungkook è piombato come un tornado nell'ufficio, facendo ribaltare il tuo stomaco alla vista del ghigno furbo che aveva impresso sul volto.

Ha rivolto lo schienale della sedia di fronte alla tua scrivania verso il bordo di essa e, con decisamente poca aria professionale, si è seduto adagiando la testa sulle mani.

«Spero che tu abbia impresso per bene nella tua mente i miei impegni, Y/N» aveva detto, fingendo un perfetto sorrisetto da finto tonto.

Il tuo cervello era talmente fuso da tutta quella serie di informazioni, che non avevi neanche ribattuto a quell'espressione così tremendamente irritante. Ti eri limitata soltanto ad annuire mentre con un gesto automatico facevi scorrere il dito sulla rotella del mouse, continuando a fissare quelle colonne zeppe di scritte cubitali nere.

Sei sicura che potresti sognarti tutti i suoi impegni questa notte, divisi in modo impeccabile in ore stabilite e giorni della settimana.

All'improvviso poi, i tuoi occhi spossati erano stati attirati da una piccola luce lampeggiante di un aggeggio sulla scrivania. Pensavi che fosse veramente strano dato che prima di allora non ci avevi mai fatto caso e che anche Jungkook, quando si trovava all'interno della stanza, non aveva accennato a nulla del genere. Ma, dato che volevi scoprire a che cosa servisse quell'arnese tecnologico, hai premuto l'unico pulsante che hai trovato su di esso.

E, dopo alcuni secondi, hai sentito proprio la voce del tuo coinquilino dall'altro capo.
Dunque, ciò significava che potrete rimanere sempre in contatto.

Bene. Molto bene.

«Y/N... Y/N, mi senti?»

«Sì, ti sento» avevi risposto con una faccia che, anche se lui non poteva vedere, era più che stressata

«Perfetto. Puoi andare a casa per oggi».

Per poco non ti sei messa a saltare sulla comoda poltrona di pelle ma, se avessi staccato il dito da quel piccolo pulsante, allora non avresti potuto più sentire la sua voce. E volevi sapere a tutti i costi se dovesse metterti al corrente di qualche altra bella notizia.

«Io dovrò trattenermi qui» ha continuato lui, senza attendere una tua risposta.

E, immediatamente, il tuo entusiasmo si è smorzato.

HOUSEMATES ✓ [Jungkook•Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora