Twenty-four

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Twenty-four

Questa settimana senza Niccolò finalmente sta terminando, è stato orrendo sentire dovunque il suo odore, vedere sue foto, ma non averlo al mio fianco, ho sentito costantemente la sua mancanza, soprattutto la notte a causa delle lenzuola col suo odore. Quando qualcosa, o come in questo caso, qualcuno, ci fa stare bene, è difficile doverla lasciare, anche se per poco tempo, Niccolò nonostante non fosse quasi mai solo, la notte per entrambi è stata difficile, e per alleviare questo nostro malessere facevamo le videochiamate e spesso lui si addormentava per primo dopo quasi 1 ora. Il mio piano di andare da lui questo week-end è sfumato perché ho del lavoro da finire per Sofia, nonostante lei mi abbia detto che potevo partire tranquillamente e consegnarglieli Lunedì nel pomeriggio, dato che non voglio favoritismi di nessun genere, rinuncio a passare il fine settimana col mio ragazzo per finire di lavorare. Adesso sono a casa che cerco di portarmi avanti con il lavoro, ma la testa non mi dà tregua, non sento Niccolò da oggi pomeriggio dopo pranzo, ho provato a chiedere a Cocco e Stefano ma neanche loro mi han detto niente, inizio a preoccuparmi seriamente

-Che fine hai fatto Niccolò?!-dico ad alta voce e Spugna sentendo il nome del suo padrone subito corre dietro la porta come se potesse tornare da un momento all'altro

-Spugna, vieni qui con me, guarda cos'ho?!-dico al cane mostrandoli il suo gioco preferito, una palla, subito viene da me per prendersela.

Sblocco il telefono e apro la chat con Niccolò e vedo l'ultimo accesso che risale alle 14:30 di oggi pomeriggio, ovvero quando mi ha risposto l'ultima volta, sbuffo e blocco nuovamente il telefono, per cercare di concentrarmi su ciò che devo fare, collego le cuffie al telefono e faccio partire le sue canzoni, è l'unico modo per sentirlo vicino, per sentire la sua voce e ovviamente nonostante sia concentrata su ciò che sto facendo, quando parte "Peter Pan (vuoi volare con me?)" immediatamente ripenso a come mi ha chiesto di metterci assieme, alle giornate trascorse a cercarci con lo sguardo, al primo bacio, alla nostra prima volta insieme, alla mia fuga a Milano. Ad un certo punto sento qualcosa che mi copre gli occhi, e che mi toglie le cuffie, riconosco subito il suo profumo, non può essere lui, lui è in Toscana, me lo starò immaginando

-Vuoi volare con me? Come Peter Pan-canta e capisco che non sto sognando è lì veramente, subito mi alzo e ritrovarmelo davanti dopo una settimana di videochiamate è come se non ci vedessimo da mesi

-Tu che ci fai qui? C'è nel senso...

-Ho capito, tranquilla. Sentivo troppo la tua mancanza e non riuscivo a saperti qui da sola questo week-end, quindi sono venuto io da te-dice sorridendomi, per poi abbracciarmi in modo che io possa inebriarmi del suo profumo, del suo calore, di lui.

-Bimba, nun so te, ma io c'ho fame

-Cosa vorresti per cena?

-Scordatelo che me cucini, annamo a magná fori. Su vatte a vestí-dice costringendomi ad andarmi a vestire per uscire scelgo qualcosa di semplice, un jeans con un maglioncino bianco con il collo alto e le mie amate Adidas Superstar bianche, non amo molto i tacchi, preferisco la comodità di un paio di scarpe basse, non so un paio di tacchi a rendere una ragazza elegante, lo si può essere anche con le scarpe da ginnastica.

Torno in soggiorno e trovo Nic che gioca con Spugna

-Anche lui ha sentito tanto la tua mancanza, anzi, soprattutto lui

-Ah si?! Perché tu no?

-Mh...sì, ma non quanto Spugna-mento spudoratamente e Nic accorgendosene, si avvicina a me per constatare personalmente quanto detto, poggia la sua mano sul mio fianco per avvicinarmi di più al suo corpo, per poi poggiare le sue labbra sul mio collo e lasciarmi lievi baci che mi provocano dei brividi assurdi, cerco di trattenere i miei sospiri di piacere, ma senza successo

Amati Sempre//Ultimo #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora