Where are you now?
Was it all in my fantasy?
Where are you now?
Where you only imaginary?
Faded-Alan WalkerElla
La testa le faceva male.
Non ricordava di aver picchiato il pavimento durante la caduta.In realtà non ricordava bene cosa era successo.
I suoi ricordi le apparivano sbiaditi, confusi, non messi a fuoco.Gemendo per il dolore alle tempie si mosse nel suo giaciglio.
Forse con fin troppa lentezza si rese conto che quello su cui era stesa non era il freddo pavimento di pietra della sua piccola cella.
Dopo aver appreso ciò si tirò su a sedere di scatto, ignorando la fitta al cranio che quel gesto aveva provocato.
Quella non era sicuramente la sua cella maleodorante.
La stanza in cui si trovava era molto luminosa, o forse a lei appariva così poiché non aveva visto la luce del sole per diverso tempo.
In un gesto quasi maniacale, toccò delicatamente il morbido materasso sulla quale si era addormentata, per accertarsi che non fosse un sogno.
Tutto le sembrava così strano.
Così bello.Doveva per forza trattarsi di un sogno.
Cercò a fatica di alzarsi da quel morbido letto per capire dove fosse finita.
Tolse le coperte dalle sue gambe e appoggiò i piedi sul pavimento freddo.
Il contrasto tra i suoi piedi caldi e le piastrelle gelide, le fece salire un brivido lungo la schiena che non fu in grado di reprimere.
Si alzò lentamente in piedi, cercando di restare in piedi, appoggiando una mano al muro in cerca di sostegno.
A tentoni si trascinò per il muro, avvicinandosi alla finestra.
Sia aggrappò ad una tenda cipria e la spostò leggermente.
Si affacciò sulla finestra, guardando il paesaggio da cui era circondata.
Tutto quello che il suo sguardo riusciva a vedere era solo verde.
Un verde che pareva infinito.
La foresta si estendeva fino all'orizzonte, senza concederle una via di fuga.
Sussultò quando sentì la porta alle sue spalle aprirsi, e si girò di scatto, appiattendosi contro il muro.
Entrò una ragazza, magra, slanciata con i capelli rossi e gli occhi chiari, il suo viso era costellato da delle lentiggini.
Le sorrise mentre cercava di fare qualche passo nella sua direzione.
Ella, istintivamente, si tirò indietro, cercando di mettere più spazio possibile tra lei e la sconosciuta.
Quest'ultima però non parve arrendersi, anzi, sempre sfoggiando un bel sorriso, si avvicinò al comodino di fianco al letto, e appoggiò il vassoio pieno di cibo, che Ella aveva notato solamente in quel momento.
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𝑶𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒂 ✓
WerewolfSecondo libro della serie: "Sangue di lupo" "Non te l'ho detto non perché non mi fidavo di te, ti affiderei la mia vita se potessi. Non te l'ho detto perché non volevo che anche tu mi vedessi così, non volevo che anche tu mi considerassi un mostro" ...