Epilogo

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As reason clouds my
eyes with splendor fading
Illusions of the sunlight
A reflection of a lie
will keep me waiting
With love gone for so long
And this day's ending
is the proof of time
Killing all the faith I know
Knowing that faith is all I hold
Yesterday I died, tomorrow's bleeding
Fall into your sunlight
(The Age of information-Shattered)

Ella

Quella mattina si svegliò a causa dei raggi del sole che le saldavano il viso. Si girò alzando le braccia e stiracchiandosi leggermente, mentre si metteva a sedere sul letto, stringendosi il lenzuolo al petto.

Sbuffó notando che Kyle non era piú nella stanza, ma data la posizione del sole, doveva essere parecchio tardi.

Si passó una mano tra i capelli, cercando di sistemarli e reprimendo una storia l'istante successivo,dovevano assomigliare ad un cespuglio di rovi.
Facendo leva sulle braccia si alzò dal letto, recuperó una vestaglia, appoggiata sulla sedia e si diresse in bagno.

Uscì solo una ventina di minuti dopo, coperta soltanto da un asciugamano molto più grande di lei.

Entrò nella cabina armadio di Kyle, che da un po' di giorni era stata riempita da suoi vestiti, recuperó un paio di jeans chiari e cercò un maglione per ripararsi dal freddo insolito.

Fece passare le dita sui tessuti soffici e calde delle sue felpe; girandosi poi verso la parte d'armadio dedicata a Kyle recuperando un suo maglione nero.
Il suo odore la investí, facendola sorridere l'istante dopo.

Uscì dalla stanza, controllando l'ora dall'orologio appoggiato sul comodino vicino al letto.
Erano già passate le undici ed Ella era sicura che Iris l'avrebbe uccisa per il suo ritardo.

Avevano deciso assieme di andare in biblioteca a disturbare Theo e a parlare, come tre vecchi amici che si rivedono dopo tanto tempo.

A dire la verità quell'idea era venuta da Iris che voleva raccontargli l'evolversi delle cose con Cole.
Come se ci volesse tanto a capire che i due si erano finalmente riappacificati.

Theo aveva subito fatto presente la scena a cui aveva assistito la mattina stessa, quando un conoscente si era avvicinato alla ragazza e Cole per poco non l'aveva sbranato.

Ella sorrise al ricordo mentre si sedeva sulla poltrona e recuperava degli anfibi, anch'essi neri.

Si alzò, pronta per uscire, pensando a cosa dire alla sua migliore amica per farle perdonare quel ritardo.
Ma poi sentí come un boato, come una multitudine di ululati, alla sua sinistra, fuori dalla finestra.

Si avvicinò a questa, aprendola e facendosi investire dal vento gelido che soffiava quel giorno.

Vide subito i componenti del branco, c'era chi era spaventato, chi curioso, chi si rifugiava nelle proprie case e chiudeva i negozi, chi invece spalancava le porte e le finestre e scendeva in strada, si affacciava per vedere che stava succedendo.

Ella li vide uscire dal bosco, chi in forma umana, chi in forma animale.
Erano tanti, troppi da contare e molti di loro si nascondevano ancora dietro alle grandi cortecce degli alberi.

Anche da quella distanza riuscí a vedere una figura che si stanziava su le altre, impavida e forte, che in quel momento stava avanzando verso la casa branco.

Ella sperava vivamente che Alpha Matthew non stesse ancora pensando al discorso che avevano fatto piú di una settimana prima, sarebbe stato difficile fargli capire come sapeva tutte quelle cose.

Si sentirono nuovamente degli ululati, e presto vicino a Matthew fece capolino la severa e virile figura di alpha Jonathan.

Sentì due braccia circondarle la vita, sussultó leggermente, portandosi una mano al petto nel tentativo vano di calmare i battiti del suo cuore.

-Non ti ho sentito arrivare-

Kyle ridacchiò affondando il viso tra i suoi capelli, ispirandone il profumo.

-Sono arrivati-

-Già-

-Non sei contenta?
Con il loro aiuto ce la faremo vedrai-

Ella appoggió le mani sulle sue, intrecciate sulla sua pancia, stringendole leggermente.

-Spero vivamente che tu abbia ragione-

Kyle appoggió il mento sulla sua testa, stringendola piú forte tra le sue braccia, come a infonderle coraggio.

Lei si lasciò andare, appoggiandosi, affidandosi completamente a lui, non staccando mai lo sguardo da tutti quei soldati che venivano verso di loro.

Per difenderli.
Per aiutarli.
Per vincere.

Chiuse gli occhi solo un secondo, alzando le barriere per non permettere al compagno di captare quel suo pensiero.

Sto venendo a salvarti papà.

In quanto a noi, la guerra é appena iniziata mamma, e stai sicura che saró io a vincerla, a qualunque costo.

Fine

𝑶𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒂 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora