Capitolo XXIX: Sensi di colpa

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I will not make
The same mistakes that you did
I will not let myself
Cause my heart so much misery
I will not break
The way you did, you fell so hard
I've learned the hard way
To never let it get that far
Because of you
I never stray too far from the sidewalk
Because of you
I learned to play on the
Safe side so I don't get hurt
(Kelly Clarkson-Becayse of you)

Ella

Il sangue colava ancora, denso e scuro, dai tagli che aveva in testa e sullo stomaco.

Il suo petto era pieno di ferite piú profonde provocate da pugnali o forse da lance.

Le venne voglia di vomitare quando alzó lo sguardo guardando con i suoi quegli occhi vitrei e aperti, che si erano spenti per sempre.

Ad Ella Sharon non era mai stata simpatica, ma non le avrebbe mai augurato una morte del genere.
In realtà non l'avrebbe augurata nemmeno a sua madre.

Si appoggió a Theo, sentendo le gambe diventarle flaccide, e lui prontamente le circondó la vita con un braccio sostenendola.

Cole con stizza si alzó, facendo scattare la testa a destra e a sinistra, prima di puntare gli occhi su Kyle; l'alpha si alzó ricambiando lo sguardo, capendo subito cosa l'altro avesse percepito.

-Iris-

Cole scattó, uscendo velocemente da quella mensa e poi dalla casa branco diretto verso il bosco.

Kyle si giró verso di lei, che ancora stava trattenendo le lacrime e si avvicinò lentamente.

Theo la guardó un ultima volta prima di scostarla delicatamente alla sua spalla e lasciarla andare tra le braccia forti di Kyle.

Appena il suo volto entrò in contatto con quel letto forte e robusto, Ella scoppió in un pianto liberatorio, fregandosene di apparire debole davanti a quel branco.

Davanti a quella famiglia numerosa che l'aveva accolta come se fosse una di loro, davanti a quella famiglia che non le aveva voltato le spalle nemmeno quando aveva scoperto la verità sul suo conto.

E lei aveva lasciato morire un membro di quella sua nuova famiglia.

Ma sua madre avrebbe pagato per la morte di Sharon.

*******

Si era rinchiusa nella sua stanza, erano passate ore, giorni da quando qualcuno era morto a causa sua, ma lei non riusciva ad accettare la cosa.

Iris era stata trovata da Cole, nel bosco poco dopo che quella cassa era stata aperta.
Sembrava stare bene ma aveva la pella lacerata in piú punti e non respirava correttamente, quindi il medico l'aveva sedata e trattenuta in ospedale fino a nuovo avviso.

Cole non si allontanava nemmeno per un secondo dal suo capezzale, si faceva portare lí i pasti, svolgeva su quello scomodo tavolo i suoi compiti, se doveva allontanarsi mandava qualcun altro, dormiva su quella scomoda sedia aspettando il risveglio dell'amata.

Ella non l'aveva ancora vista, dopo che il corpo di Sharon era stato portato via, lei era scappata di corsa su per le scale rifugiandosi in una camera degli ospiti e arrivando appena in tempo in bagno prima di rigurgitare anche l'anima.

𝑶𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒂 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora