Capitolo XVI: Discussioni notturne

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I can be tough
I can be strong
But with you, it's not like that at all
There's a girl
That gives a shit
Behind this wall
You've just walked through it
And I remember, all
Those crazy things you said
You left them running through my head
You're always there, you're everywhere
But right now I wish you were here
All those crazy things we did
Didn't think about it
Just went with it
You're always there,
you're everywhere
(Avril Lavigne-Wish you were here)

Ella

Si sveglió di colpo, tirandosi su e sedendosi sul morbido materasso della sua camera.

Aveva fatto un incubo, l'ennesimo da quando Kyle l'aveva trovata nel bosco, quella notte di ormai una settimana prima.

Appoggió la testa sulle ginocchia mentre aspettava che il battito le tornasse normale, il suo respiro era affannoso, e le orecchie le fischiavano.

Non ricordava cosa aveva appena sognato, ma forse era meglio così.

Si passó le mani tra i capelli, tastando li e facendo una smorfia non appena si accorse di quando si erano scompigliati.

Un colpo di tosse la scosse, portandola a tossire sempre più forte e a stringersi nelle coperte pesanti,era da un paio di giorni che sembrava come aver preso l'influenza, cosa che non era possibile ma Kyle aveva insistito, a dire il vero l'aveva trascinata fino all'ospedale e lei si era fatta visitare.
Come pensava il medico non aveva trovato niente di anomalo in lei, e Ella cominciava seriamente a pensare che prima o poi l'avrebbero rinchiusa in psichiatria.

Ma come poteva pretendere che loro capissero come lei si sentiva?
Come poteva pretendere che loro capissero cosa si prova a sentire il ghiaccio, il freddo nelle vene che circolava al posto del sangue?

No, loro non avrebbero capito, ma lei d'altronde non poteva farci niente, non era colpa loro, lei non gli aveva detto niente e loro non potevano nemmeno immaginare la sua condizione.

Sospirando stancamente si ricoricó, coprendosi di più con le coperte, riaddormettandosi pochi minuti dopo, sperando che quella volta, magari, il sonno sarebbe stato piú clemente con lei.

******

Le sembrava di urlare, ma nessun suono usciva dalla sua bocca, la mano fredda incombeva sempre piú su di lei, pronta a prenderla e a portarla con sé e lei non poteva fare niente per scappare, i suoi piedi erano come inchiodati al terreno, era la paura a sottometterla.

𝑶𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒂 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora