Cap. 25

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Io e gli altri entrammo inclasse mettendoci un un blocco a tre banchi per stare vicini.

Aurora < Credi che siano pericolosi? >

La guardai senza sapere realmente cosa rispondere

Lucas < Si, se li prendi dalla parte sbagliata, ma mi hanno trasmesso diverse emozioni quindi non saprei >

Sentii la prof entrare in classe ma continuammo a parlare

Cristian < Tipo? >

Lucas < Non lo so! Ehm..........sentivo di dover portare un grande rispetto verso i due più grandi, quello al centro mi sembrava così............non saprei, è come se sapessi che non mi farebbe del male ma mi facesse paura comunque >

Cristian allora si mise a cercare sul cellulare nascondendosi dalla vista della professoressa.

Io sapevo già cosa fare quindi non lasciai che mi chiedesse nulla

Lucas < Scrivi: luna, gruppo, forza, rosso, capo >

Aurora < Sono davvero tutte le cose che ti sono venute in mente? >

Lucas < Solo per i due più grandi e poi........c'ho scritto "veggente" in fronte?! >

Cristian nel frattempo stava già cercando sul cellulare

Cristian < Ok non ci crederete mai! >

Aurora < Cosa ?>

Cristian < C'è la possibilità che quei due siano lupi mannari >

Lucas < Sei sicuro?>

Lui mi sorrise con un espressione di chi sa già tutto

Cristian < Senti qui: nelle leggende che sono state tramandate da centinaia di anni si racconta di grossi uomini lupo che popolano boschi e le città vicine ad essi, le caratteristiche che si riscontrano più spesso nelle storie sono che vivono in branchi comandati da un Alfa, il lupo più forte, si trasformano nelle notti di luna piena e hanno forza e velocità sovrumana, per non parlare del loro olfatto e udito super sviluppato >

Ci pensai un po' su, cercando di capire se quello che era scritto rispecchiasse ciò che avevo sentito guardandoli

Aurora < Apparte l'argento, ci sono altre cose che li può uccidere? >

Entrambi ci voltammo a guardarla, non sapevamo nemmeno cosa fossero che già pensava a farli fuori

Cristian < Ehmm.........qui parla di croci, luoghi consacrati, ma credo siano storielle dell'epoca Medievale>

Non ce ne arcorgemmo nemmeno quando la campana segnò la fine della lezione.

Andammo in mensa per mangiare e ci sedemmo in un tavolo in disparte lontano da orecchie indiscrete.

Aurora < E quello al centro, il più giovane? >

Appoggiai le mani sul tavolo guardando la mia amica

Lucas < È come se in parte lo conoscessi, ma effettivamente non so niente su di lui, è come se non riuscissi a reggere la sua forza, il solo guardarlo mi incute, non solo..........paura, ma anche uno strano senso di sicurezza >

Rimanemmo in silenzio per diversi minuti pensando a cosa fare ma non durò molto perché si avvicinarono al nostro tavolo i fratelli Barns; si divertivano a fare gli sbruffoni e per fare i fighi davanti alle ragazze malmenavano quelli del primo e secondo anno.

Cascava proprio a fagiolo che io fossi del secondo anno.

Tyler < Ehi Lucas, te la passi bene? >

Uno dei tre gemelli mi appoggiò la mano sulla spalla facendo forza.

Fin da quando ero arrivato a scuola i tre sembravano molto motivati a darmi fastidio.

Io come al solito non risposi continuando a guardare il mio piatto, ma così feci solo peggio.

Cameron < Che c'è moccioso? Il gatto ti ha mangiato la lingua?>

Aurora probabilmente intuì che tirava una brutta aria e con Cristian cercò di far ragionare i tre fratelli

Aurora < Non vi ha fatto niente, finitela>

Cristian < Perché non ve la prendete con qualcun altro e non lo lasciate in pace?! >

Improvvisamente mi sentii afferrare per il colletto della camicia che indossavo, e Cameron apparve nel mio campo visivo.

Cameron < Oh andiamo! Ci stiamo solo divertendo un po!>

Senza preavviso caricò un pugno che mi arrivò dritto sullo zigomo facendomi barcollare

Aurora < Ehi!>

Gli altri due gemelli si assicurarono di impedire ai miei amici di aiutarmi mentre Cameron preparava un altro pugno.

Quando arrivò mi prese alla sprovvista quanto il primo e non riuscendo a mantenerlo, persi l'equilibrio.

Non sembrava minimamente interessarsi al fatto che fossimo in mensa e che tutti ci stessero guardando.

Fu però quando caddi a terra che il mio udito percepì tre veloci spostamenti vicino a noi e quando alzai gli occhi quasi mi presi un colpo notando che i tre ragazzi che erano fuori le stavano dando di santa ragione ai tre fratelli.

Non si risparmiavano dal tirar loro calci e pugni nello stomaco i quali si erano accasciati a terra per cercare di ripararsi dai colpi degli sconosciuti.

Solo dopo un po il più giovane si staccò dagli altri per raggiungermi.

Vederlo da vicino era tutta un'altra storia: il suo sguardo, il suo atteggiamento, il suo corpo, sembrava quasi divino.

Lo sentii afferrarmi da sotto le spalle, tirarmi su come se fossi fatto di piume e tenermi in braccio.

Normalmente mi sarei opposto ad un umiliazione del genere ma qualcosa in lui mi diceva che potevo concedergli quel contatto.

Velocemente fui portato fuori dalla scuola fino al limitare del bosco, la sua velocità nei movimenti mi tolse ogni dubbio, non era umano.

Venni poggiato a terra, quando ormai eravamo circondati da alberi; non mi rivolse una parola, semplicemente si mise a sedere sul tronco tagliato di un albero smettendo completamente di muoversi, in attesa.

Lo guardai per qualche secondo non avendo il coraggio di infastidirlo con delle domande.

Fu lui dopo diversi minuti a guardarmi negli occhi con un ghigno sul volto, a rivolgermi la parola.

< Non hai nemmeno il coraggio di parlare?!>

Cercai di ricompormi e schiarendo la voce parlai

< Chi sei? >

Lui continuò a guardarmi col il suo sorrisetto

< Tutto qui? Non hai altre domande? >

< Cosa siete? Perché siete qui? Perché mi hai aiutato? Perché.....>

Non potei terminare perché la sua mano si era posata sulla mia e i suoi occhi d'ambra si erano puntati nei miei

< Ora va meglio >

Spostò la mano dalle mie labbra per passarla sulla mia guancia e appoggiare la fronte sulla mia; in un secondo tutte le domande ebbero risposta, anche se non sapevo come avesse fatto.

Mi staccai con il cuore che batteva a mille e la paura di sapere perché fosse qui.

< Cosa vuoi da mio padre?>

Il suo sguardo si fece più cupo e il suo sorriso si trasformò in una smorfia cattiva che mi spaventò ulteriormente.

< Semplice piccolo, voglio vendicarmi >

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