Chapter 36

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La mattina seguente apro gli occhi stiracchiandomi con un grosso sorriso stampato sulla faccia, e il motivo di questo sorriso si trovava accanto a me nel letto. Mi giro verso Joe, ancora addormentato, a pancia su, a petto nudo.

Ieri sera è stato fantastico. Al suo modo di toccarmi, sfiorarmi il corpo, con leggerezza. Ai nostri nomi sussurrati, ai nostri gemiti. Tutto combaciava alla perfezione.

Allungo la mano sul suo petto, e faccio scivolare un dito lungo tutto l'addome per arrivare all'altezza del lenzuolo, che gli copre l'erezione. Sfioro giusto a tempo la peluria, prima che la sua mano rapida blocca la mia.

«Che cosa hai intenzione di fare?» aprendo gli occhi

Mi avvicino di più a lui. «Allora sei sveglio» baciandolo sul collo, e per arrivare alle labbra. «Buongiorno».

«Buongiorno» spostandosi per poi sollevarsi sopra di me. Le sue mani vicino alla mia testa. «Non ti sei pentita?»

Nego con la testa. «Non mi pento di niente»

Sorride e mi bacia. Mentre scende lungo il mio corpo, verso i miei seni, squilla il mio telefono. Allungo una mano per afferrarlo. «È Sandy».

Joe emmette un grugnito senza però interrompere i baci. Faccio per smetterlo, invano, mentre accetto la chiamata. Quasi ansimante.

«Non ti ho svegliata?»

«No, ero sveglia».

Joe è arrivato all'altezza del mio inguine e, con un sorrisetto, mi apre leggermente le gambe e mi bacia lì. Devo riprimere un gemito, morderdomi il labbro.

«Stai bene? Ti sento strana»

«Sandy. Ti richiamo dopo» e attacco prima che possa dire qualcosa. «Joe, sei impazzito? Ero a telefono e...»

«Almeno ti ho fatto attaccare» penetrando dentro di me.

Più sono in cucina a preparare la colazione mentre Joe è sotto la doccia. Decido di fare una sorpresa e gli preparo i pancake, sono i suoi preferiti. Ma sono impegnata nel farli che non lo sento arrivare, solo quando sento le sue mani sui miei fianchi, facendomi sobbalzare.

«Mi hai spaventata» dico voltandomi verso di lui.

É ancora svestito, con i capelli bagnati, sgoccialanti.

«Che fai?» guardando dentro la ciotola

«I pancake» mentre prendo un po' di impasto dalla ciotola con un dito e lo appoggio sul suo petto. «Ops ti ho sporcato. Sono veramente un disastro in cucina»

Lui sorride, e fa per pulirsi ma lo fermo.

«Lascio faccio io» appoggiandogli la lingua, leccando, «su di te è ancora più buono»

«Incorregibile» dice. Poi allunga la mano dietro di me. «E distratta» spegnando i fornelli.

I miei pancake sono completamente bruciati.

«Volevo farti una sorpresa»

«Me le hai già fatto ieri sera una, e mi avanza» dice, «ci sei alla festa di Valentina a casa di Kevin?»

«Se non ci vado tuo fratello non mi parlerà per un mese. Con gli altri possiamo comportarci come sempre? Non vorrei che la gente parlasse e poi arrivasse a Sandy non dalla mia voce»

«Come vuoi. Che intendi con 'come sempre'?»

«Io che non ti sopporto, e tu che cerchi di conquistarmi».

Usciamo separati da casa mia. Prima Joe, ed io aspetto quasi un'ora prima uscire. Tanto avevo delle cose fare in casa. Mi sono lavata, ho sistemato la cucina e fatto il letto. Poi ho preso la mia borsetta e sono uscita di casa, per dirigermi verso casa di Kevin.

Strangers [Jonas Brothers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora