Chapter 33.

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Quando mi alzo per andare a fare colazione, Kevin si avvicina con un pacchetto in mano.

«Mia moglie l'ha trovato sulla porta. Deve essere tuo»

Ringrazio e lo prendo. Noto la firma Ammiratore Segreto. Come ha fatto a sapere che sono qua??

Bevo il mio caffè e lo scarto velocemente. Dentro ci trovo il libro 'Orgoglio e Pregiudizio' di Austen. Kevin mi chiede cosa significa.

«È uno dei miei libri preferiti».

Ci trovo anche dei segnalibri  che segnano alcune pagine. Ne apro una caso e vedo evidenziato di giallo una frase.

'Non è forse l' asocialitá la vera essenza dell' amore?'.

«Che diamine...?» fa Kevin

Ma non gli rispondo e giro un'altra pagina, quasi curiosa.

'Vanità e Orgoglio sono ben diversi tra loro.
L' orgoglio si riferisce a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi'.

Ho il batticuore nel girare un'altra pagina ancora.

'L'immaginazione femminile è veloce: dall' ammirazione passa all'amore, dall'amore al matrimonio in un momento solo'.

«Chiunque sia ti sta scrivendo una canzone?»

Sorrido.

'Ho lottato invano. È inutile. I miei sentimenti non possono più essere soffocati. Dovete permettermi di dirvi che vi ammiro e vi amo ardentemente'.

E infine giro l'ultima pagina. Quella che mi fa aprire gli occhi e capire chi è questo fantomatico ammiratore.

'Del passato interessa solo quello che, a rammentarlo, dà piacere'.

«Merda. Non ci credo»

«Cosa?»

Non gli rispondo e mi precipito in camera a recuperare le mie cose poi mi dirigo fuori.
Kevin mi osserva senza capire e mi chiede poi se ho bisogno di un passaggio in centro. Accetto, perché altrimenti avrei dovuto chiamare un altro taxi e non ho con me abbastanza soldi.

Non mi faccio lasciare davanti casa sua per non fargli sospettare nulla, per questo mi lascia davanti a una caffetteria e lì vado in piedi, sperando di trovarlo a casa.

Non lo trovo ovviamente, deve essere in giro, così decido di aspettarlo seduta agli scalini del suo appartamento, ignorando le facce perplesse dei suoi vicini.

Sandy mi ha chiamato cinque volte nella giornata ma non ho mai risposto. Solo all'ultima ho risposto e ho accettato di pranzare insieme. Gli ho dato appuntamento poco vicino a casa sua ma non troppo, non voglio che sospetti qualcosa.

«Sei ancora arrabbiata?» mi dice appena mi siedo di fronte a lui

«No. Sono solo delusa. Tu non sei Sandy, non sei il tipo che ho conosciuto e di cui mi sono innamorata in Canada»

«Lo so, sapere di te e Joe mi ha fatto andare il sangue al cervello, come se tu potessi lasciarmi un giorno per ritornare con lui»

Gli afferro la mano. «Sai che questo non succederà mai».

«Scusami. Non succederà più».

Dopo aver pranzato gli dico che dovevo vedermi con Steph e mi lascia davanti a casa sua. Fingo di chiamarla al telefono mentre lui mi saluta poi se ne va.

Do un'occhiata prima di andare dalla parte opposta della casa di mia amica per ritornare in quella di Joe. Ma a metà strada mi scontro con Nick, appena uscito da un negozio per neonati.

«Julia?»

«Proprio io».

Ci abbracciamo poi mi invita a prendere un caffè. Mi ritrovo ad accettare il suo invito, visto che è l'unico dei fratelli con il quale non ho ancora parlato da quando li ho rivisti.

«Come vanno le cose?» mi chiede

«Bene. E a te?»

«A me va benissimo ultimamente».

«Lo vedo» indicando la busta accanto a sé.

«Dove stavi andando? Qua vicino c'è casa di Joe»

«Devo restituirgli una cosa, hai per caso la chiave di casa sua?»

«Sai che è reato entrare nella casa di qualcuno?»

«Per favore...vogliono solo lasciargli una cosa».

All'inizio era titubante e non voleva darmela ma poi sono riuscita a convincerlo.

«Se me lo chiede io dirò che te l'ho rubata mentre eri in bagno».

Saluto Nick e mi reco nella casa di Joe.

Non ho mai visto il suo appartamento e devo dire che è meraviglioso, a parte il disordine. Raccolgo qualche maglia per terra, e la posa su una sedia vicino. Mi ritrovo però prima ad annusarla una per sentire il suo odore.

Così sto facendo qua dentro?

Devo lasciargli il libro e andarmene, ma voglio delle spiegazioni. Perché mi ha mandato quei biglietti. Che cosa vuole dimostrare.

Mi siedo sul divano, mi metto a leggermi il libro aspettando che fa ritorno. Sperando che venga solo, senza nessuna sua amichetta.

Rincassa in casa quando sono al secondo capitolo, all'inizio non me ne accorgo finché non lo sento tossire. «Se avessi saputo di avere ospiti mi sarei fermato a prendere della pizza»

Mi alzo velocemente dal divano. «Io.. io sono venuta a ridarti questo» dandogli il libro

Lui lo guardo, mi guarda. «Sai che Jane Austen non è il mio genere»

Sospiro. «Sai a cosa mi riferisco. Ai fiori, ai regali non so perché lo hai fatto ma smettila»

«Come hai fatto a sapere che sono io?»

«Da alcune parole che hai sottolineato del libro».

Lui poggia il libro sulla tavolo vicino. «Sei rimasta tutto il giorno ad aspettarmi in casa mia solo per ridarmi questo? Potevi lasciarmelo nella mia posta» dice, «o c'è dell'altro?»

«Sono venuta anche dirti di smetterla. Io sto con Sandy, e sono felicemente innamorata di lui»

«Lo dici per convincere me o per convincere te stessa?»

«Io... ho fatto quello che dovevo. Me ne vado». E faccio per avviarmi alla mia porta, ma mi fermo e mi volto verso di lui. «Perché mi hai fatto quei regali?»

«Vuoi restare a cena?»

«No, voglio solo che rispondi alla mia domanda poi me ne vado»

«Io invece ho la sensazione che tu voglia rimanere qua»

«Sei...»

«Imprevedibile? Lo so. Resta solo a cena poi se dopo te ne vuoi andare ti lascio andare»

«No, stavo per dire insopportabile. Resto solo a cena poi però me ne vado»

«D'accordo».

Mando un messaggio a Sandy per spiegare la situazione, sostituendo solo Joe con Steph.
Non vorrei ecco che lui venisse sotto casa e facesse qualche scenata.

Strangers [Jonas Brothers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora