Chapter 10

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La mattina seguente avevo mal di testa terribile e freddo. Appena mi tiro su la coperta scopro di essere completamente nuda, poi sulla poltrona della stanza vedo dormire Joe. Cosa ho fatto ieri sera? Mi alzo dal letto e afferro l'asciugamano per coprirmi prima di andare a svegliare Joe. Lui emette qualche suono incomprensibile prima di aprire gli occhi. 

«Guardo dal mio telefono. «Le nove».

Joe fa per stirarsi mentre mi chiede come stavo. «Bene, suppongo». Dico. ‹Sei stato tu a spogliarmi?› chiedo

«Sincera? No. Sei stata tu a farlo e volevi fare sesso a tutti i costi. Nonostante eri, anzi sei ancora, non l'ho fatto perché sono un gentiluomo e non tocco le ragazze ubriache», dice. «Voglio che tu sia consenziente quando lo faremo».

Appena gli pronunciare queste parole il mio cuore batte forte. «Cosa ti ha spinto a ubriacarti?»

Sospiro. «Josh mi tradito e l'ho scoperto sui social», mentre gli passo il mio telefono per mostrargli le immagini di Josh con l'altra ragazza. Lui le guarda e la sua espressione si oscura.

«Mi dispiace tanto» dice, restituendomi il telefono.

Sentivo di nuovo le lacrime negli occhi. Joe così si alza e mi abbraccia. «Non meriti questo. Meriti qualcosa che ti tratti bene».

Mi sento al sicuro nelle sue braccia, come se potessi finalmente lasciarmi andare e mostrare tutta la mia vulnerabilità. Con Joe mi sento me stessa. Dopo qualche minuto, mi stacco leggermente da lui e mi asciugo le lacrime. «Grazie, Joe. Anche per ieri sera. Sei stato il primo uomo che non si è abusato di me mentre ero ubriaca».

«Non devi ringraziarmi. Io sono qui perché a te ci tengo. Voglio starti vicino, e vorrei che tu mi parlassi, che ti aprissi con me».

Lo vorrei tanto, ma è difficile raccontare quel pezzo di storia a qualcuno. Quella storia che ho cercato a lungo di reprimere e di dimenticare perché temevo che se ne avessi parlato con qualcuno, mi avrebbero guardato solo con pietà. Però, con Joe è differente, so che non mi giudicherebbe mai. Devo solo trovare le parole esatte.

«Julia, può dirmi tutto quanto», fa Joe mentre mi prende le mani. 

Faccio un respiro profondo. «A 17 anni sono stata violentata. Era un compagno di scuola di cui mi ero presa una cotta. Sembrava gentile, dolce e carino, e sembrava che anche lui ricambiasse. Una sera mi ha invitato ad andare a casa sua, eravamo soli. Ha iniziato a baciarmi poi si è spinto un po' più oltre. Io cercavo di dirgli di smettere ma lui non mi ascoltava, e continua sempre più con insistenza. Nonostante i miei no, lui ha proseguito, violando la mia intimità», dico.

Taccio qualche minuto, prima di proseguire. «Qualche giorno dopo, scopro di essere rimasta incinta. Decido di non tenerlo, e di non dire niente a nessuno, ma per caso che ero ancora minorenne e serviva il consenso dei genitori per fare un aborto. Così, sono stata costretta a dirlo a mia madre. Insieme ci recammo in clinica e abortì. Ho smesso di fare sesso, e così ho detto a tutti che era Josh a non volerlo fare per via del matrimonio, tutte cazzate, pur di non dire la verità».

‹Lui sa di questa storia?›

«No. Sei il primo a cui lo racconto, dopo il mio psicoanalista. Quindi, sono anche pazza perché sono andata in analisi».

«Non sei pazza. Sei la persona più coraggiosa che conosco»

Arrossisco.

«Spero che almeno non sia stata la tua prima volta».

«Oh no per fortuna no».

‹Grazie per avermelo confidato», mi dice, accarezzandomi la guancia. «Sei così bella, non lasciare che le lacrime rovinino il tuo viso», mentre con una mano asciuga le lacrime che scorrono sul mio viso. Poi, le sue dita sfiorano le mie labbra. Il cuore accelera. Questa volta non lo allontano e mi lascio trasportare da quello che provo per lui.

Joe mi bacia dolcemente, come se mi volesse assaggiare. Poi, inizia a giocare con la sua labbra all'interno nella mia bocca. Mi stava piacendo. I suoi baci erano pieni di amore e di passione. Lo squilla del suo telefono rompe questo momento magico che si è creato tra noi. Joe si stacca leggermente per prendere il telefono dalla tasca dei jeans. «È Nick», mi fa prima di rispondere. «Ok, arriviamo», prima di chiudere. «Ci stanno aspettando in macchina, dobbiamo andare». 

«Mi vado a vestire»

Prima di farmi alzare Joe mi bacia di nuovo.

Mi sento più leggere per aver condiviso un pezzo del mio passato a Joe.

Joe mi ha aiutato con la valigia ma, prima di raggiungere i suoi fratelli, lo fermo. «Possiamo tenere questo per noi, per ora?»

«Come preferisci»

«Sei arrabbiato?»

«No. Capisco il motivo».

«Non voglio che poi pensano che io abbia approfittato della cosa...».

«Cosa intendi di dire?»

«Niente. Andiamo ci stanno aspettando», e raggiungiamo Nick e Kevin al van. Lasciamo la città di Seattle per dirigersi verso il Texas. Una volta arrivati in albergo, prendo possesso della mia camera e mi faccio una doccia veloce perché in macchina mi era arrivato il ciclo.

Quando esco dal bagno, mi ritrovo Joe sul letto mentre strimpellava la sua chitarra. All'inizio, mi sarei incazzata nel trovarmelo in stanza senza il mio permesso, mentre adesso mi fa piacere vederlo. Lui alza la testa verso di me e mi sorride. «Come va?», chiede

«Solo un leggero mal di pancia per via delle mestruazioni», dico, «tu che stai facendo?»

«Nulla, ripasso». Joe lascia la chitarra sul letto e mi segno di avvicinarmi. Mi siedo sulle sue ginocchia e mi bacia. «Te l'ho già detto che sei splendida?»

Volevo raccontarlo alla mia amica Steph. Sarebbe impazzita di gioia. «Oggi credo di non venire»,

«Sempre per il ciclo?»

«Sì. Di solito, verso sera, il dolore peggiora e mi costringe a stare a letto».

«Va bene. Ci vediamo dopo».

Quando Joe si congeda per andare a fare le prove, chiamo Steph. È felice di sentire la mia voce, e io di sentire la sua. «Ho delle novità», dico

«Ah sì?»

«Dopo che ho scoperto di Josh...»

«Che pezzo di merda».

Non volevo parlare di lui. «

«Mi sono messa con Joe».

Il suo grido di gioia è talmente forte che sono stata costretta ad allontanare il telefono dall'orecchio. «Lo sapevo che sarebbe andata a finire così tra voi due».

«È l'uomo giusto. È dolce, romantico, tenero»

«E un figo pazzesco»

«Il fisico non conta. Mi sta ad ascoltare e poi parliamo di tutto».

‹Amica, tu ci sei veramente dentro. Sono felice per te».

Mentre parlava, mi vibra il telefono ed è un numero sconosciuto. Io però stavo aspettando una chiamata. ‹Steph mi stanno chiamando, ti devo lasciare›

‹Ok, ci sentiamo›

Attacco la chiamata con Steph e accetto quella con il numero sconosciuto. Dall'altra parte del telefono c'era un importanza editore di Seattle. ‹La signorina Julia Fernadenz?›

‹Si, sono io›

‹Ho letto il suo manoscritto e il suo romanzo sui Jonas Brothers è veramente strepitoso› 

Strangers [Jonas Brothers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora