"Amore per favore, vieni con me" erano giorni che non uscivo, giorni in cui non parlavo con nessuno, giorno orrendi. Un po' come quelli che avevo vissuto da piccola.
Ero traumatizzata, anche se non volevo ammetterlo, ma sapevo che quello che avevo visto, non era nulla, che c'era ancora altro sotto questa storia. E nonostante fossi spaventata, non smisi di cercare, di capire.
Ormai Diego era deciso a farmi smettere di cercare, si era preoccupato molto da quando ero svenuta, con le orecchie e la bocca sanguinanti. Eppure io, non ricordavo di sanguinare, l'unica cosa a cui pensavo erano quegli occhi neri, pieni di rabbia, odio, ed eccitazione, continuavo a chiedermi a chi appartenesse quegli occhi, ma proprio non riuscivo a collegarli a nessuno.
"C'è Matteo giù, dobbiamo andare" mi disse, afferrandomi per il braccio e tirandomi su, per poi poggiare dolcemente le sue mani sulle mie guance, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, capaci di addolcire anche una come me. "Amore, io non vado via, capito? So che hai paura che io ti lasci, ma non succederà, non saranno le tue voci a fermarmi, non saranno le parole di Fabio, né quelle di Marghe. Hai bisogno di aiuto, ed io sono disposto a dartelo, anche quando non mi vorrai, io ci sarò. So anche che dalla psicologa non vuoi andare, ma per favore, fallo per me" mi guardò intensamente, con i suoi occhio lucidi, pieni di amore, a differenza di quelli che spesso erano impressi nella mia mente.
"Sembra che hai più paura tu di me..." sussurrai, rivolgendogli la parola, dopo quasi una settimana di completo silenzio, e mi sentivo strana, come se qualcuno mi stesse controllando, ed effettivamente era così, ma in quel momento la cosa non mi pesava neanche un po'. "Forse si" accennò un piccolo sorriso, per poi appoggiare piano le sue labbra alle mie, che coincidevano perfettamente.
"Diego..." lo richiamai prima di uscire di casa "Sì?" mi chiese dolcemente, era l'unico modo per prendermi in quel momento, se ci fosse stato Fabio, probabilmente non sarei stata così calma, ma mi sarebbe venuto qualche attacco d'ira.
"Ti amo" alzai per pochi istanti l'angolo della bocca, per poi uscire, lasciandolo a realizzare quello che, in un anno e sette mesi di relazione, non aveva mai sentito uscire dalla mia bocca. Sapevo di averlo destabilizzato un po', ma reso felice, siccome entró in macchina con un gran sorriso, salutando Matteo, per poi darmi due baci, uno sulla fronte ed uno sulle labbra, mantenendo quel sorriso che tanto mi aveva fatta perdere la testa.
Sorrisi anche io, consapevole che Diego era la mia unica salvezza.
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Dove sei?/Marracash
RandomMamma dov'è che sei? Mamma ho paura. Mamma qui non voglio starci. Mamma ho le crisi di panico. Mamma oggi ho picchiato un bambino. Mamma mi manchi. Mamma quando torni? Mamma ti odio. Mamma... mi dispiace. Chi sei Papà? Perché Papà? Non ti aveva fatt...