Il mio respiro pesante interrompeva ad intervalli il silenzio che la natura, del retro di quella villa, mi regalava. Erano tutti qui, la tensione saliva, l'ansia anche...non avevo la ben che minima idea di quello che sarebbe accaduto, volevo solamente che i miei pensieri volassero via, che loro ritornassero alle loro vite, in Italia e non qui. Feci l'ultimo tiro dalla canna che stringevo tra le dita, per poi buttare il filtro quanto più lontano potevo, mentre il buio del bosco davanti a me, mi inghiottiva, lasciando spazio ai ricordi di due ragazzini che volevano volare alto, ma uno dei due si rese conto che non poteva.
-Martina sorrideva, mentre per l'ennesima volta aveva stracciato di gran lunga suo fratello Matteo "Ma dai, ti ho lasciata vincere" la fulminò con lo sguardo, prima di accendersi la sigaretta che aveva appena estratto dal suo pacchetto "Non dire cazzate, sarà la quinta volta che la piccoletta ti straccia" lo prese in giro il fratello minore "Maje!" Martina si alzò andando a salutare quest'ultimo che aveva appena fatto irruzione in quella piccola casa seguito dalla madre dei suoi fratelli maggiori "Ciao" salutò poi timidamente la signora davanti a lei, si sentiva così sbagliata in quel contesto che puntualmente si inventava scuse per andare via "Ti accompagno io sta sera, rimani per cena" le disse il ragazzo davanti a lei "Io in rea-" non finì di parlare che Matteo la interruppe "Tu resti, non si discute, non inventarti altre scuse" le fece l'occhiolino spegnendo la sigaretta e salutando sua madre "So che ti piace molto la pizza, quindi ho optato per preparartela, che dici di darmi una mano? Lasciamo queste due bestie a scannarsi" le sorrise la splendida donna, era una proposta allettante... Peccato che l'unica cosa che la ragazza sapeva fare era bruciare tutto "Ehm... Non credo sia un'ottima idea" Matteo cercava di trattenere le risate "Teo!" lo fulminò con lo sguardo la sua sorellina "Non è colpa mia se bruci tutto!" esclamò di rimando scoppiando a ridere senza contegno "Me la pagherai!" lo minacciò sperando che smettesse "Oh certo, aspetterò con ansia il giorno in cui lo farai" la provocò ancora e ancora. E proprio in quegli istanti che Martina si sentiva bene.
***
"Parlami" quasi supplicava suo fratello per delle spiegazioni, ma lui non faceva altro che restare in silenzio e proprio quando pareva voler parlare si fermava, con la paura di dire qualcosa di sbagliato, con la paura che sua sorella potesse fraintenderlo "Ho solo bisogno di fumare. Ti spiegherò poi..." sembrava quasi disperato, con la voglia di dimenticare il suo litigio con la sua ragazza. La distanza a volte faceva male, altre li rendevano molto più forti di quando non lo fossero già "Va bene, vado a comprare qualcosa" Martina si alzo raggiungendo la porta d'ingresso, si bloccò per qualche istante come se volesse parlare, ma poi sospirò uscendo. Si sentiva così inutile in quel momento tanto da portarla a pensare che Matteo non si fidasse di lei, eppure era stata la prima a chiamare dopo la litigata con Sofia, ma allora perché chiamarla se non voleva parlarne? La sua insicurezza era tagliente per la sua anima, che a detta sua non esisteva più, era davvero così sbagliata come dicevano, o almeno lei si sentiva così.
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"Voglio davvero spaccare tutto! Capisci? Andare a Roma sarà la svolta" Matteo era così felice quel giorno, tanto da non accorgersi di quante difficoltà avrebbe dovuto affrontare da lì ad un anno "Si Teo, ho capito" sbuffò il fumo la ragazza un po' divertita dall'euforia del suo fratellone ed un po'... Triste? Si, forse si sentiva triste, però sapeva che tutto quello che aveva fatto fino ad allora aveva dato una spinta in più al moro accanto a lei, che la guardava confuso "Stai bene?" richiamò la sua attenzione quest'ultimo "Si certo, perché non dovrei?" gli accennò un sorriso per poi spegnere la sigaretta nel portacenere, attendendo che anche lui finisse "Non so sembri strana, se hai qualche problema posso tranquillamente restare qui" rispose il ragazzo, ma in cuor suo sperava davvero che la sorella accettasse la cosa, non voleva del tutto rinunciare a tutti i sacrifici che aveva fatto per arrivare fin lì "Nessun problema Matteo, sto bene, se tu sei felice lo sono anche io" lo rassicirò la riccia, ma non notando un sorriso apparire sul viso del fratello, gli tirò un pugnetto sul braccio, per poi scappare all'interno della casa "Brutta stronza come osi! Ora che ti prendo senti" urlò il ragazzo inseguendola.
***
"Mi sei mancata" sussurrò stringendola a sé, ed era davvero la verità. Era stata dura per lui essere lontano da sua sorella e per di più si sentiva in colpa per tutte le volte che invece di raggiungere lei, aveva sempre e solo raggiunto la sua ragazza, avrebbe dovuto fare un po' e un po', ma solo nell'esatto momento in cui i suoi occhi marroni si erano scontratu con quelli verdi della riccia, l'aveva capito. "Anche tu" sorrise staccandosi e poi spostandosi per dare la possibilità al fratello maggiore e alla madre di poter abbracciare Matteo, nonostante il tempo passato con quei 3 lei si sentiva perennemente fuori luogo, in realtà ovunque si sentiva fuori luogo, cadeva in basso senza nessuno da quell'ultimo piano, mentre le lacrime incatenavano la sua anima ma non riuscendo mai a fuori uscire. Era così assurda quella situazione, ma a lei andava bene così, stava bene nel suo dolore, le serviva per essere costantemente lucida, le serviva per ricordarsi che ogni tanto anche lei provava qualcosa, se si sarebbe lasciata andare a niente, non sarebbe più stata sveglia, le voci l'avrebbero mangiata viva anche se a quei tempi non le capiva, erano troppe per cercare di riordinarle. "Marti allora vieni anche tu?" attirò la sua attenzione la madre dei suoi fratelli "Ehm... Vorrei ma non posso" spostò poi lo sguardo sul suo orologio da taschino che gli regalò suo nonno prima di sparire anche lui "Sono già in ritardo" continuò sentendosi a disagio "Vuoi che ti accompagni io?" le chiese Matteo "No prendo la metro, tranquillo. Ci sentiamo" lo abbracciò per poi passare agli altri due, ma prima che potesse allontanarsi Federico la fermò "Hai i soldi per la metro vero?" le chiese "Si certo" gli mentii per poi allontanarsi velocemente prima che Matteo potesse capire, sapeva bene che se fosse rimasta per più di un secondo lui avrebbe capito che in realtà non aveva un'euro con sé, nonostante facesse 4 lavori per permettersi di poterli raggiungere quella volta a settimana, anche solo per uno "Ciao"-
"Lo so che te l'avevo promesso Matteo... Mi dispiace, non avrei mai voluto che tutto questo succedesse. Mi manchi, ma preferisco cadere giù senza nessuno, non ho mai pianto in camera mia, solo nella mia anima, eppure ora non sento più niente, la mente imprigionata, il mio cervello sta morendo senza stimoli. Cadevo giù anche dopo che, grazie a te avevo toccato il cielo con una mano, avrei bisogno di te ora, ma non posso, non posso perché non è giusto, non lo meriti. Quella lacrima nascosta dietro l'occhiale non cade" sussurrai prima di alzarmi e andare completamente in contro al buio di quel bosco.
La sensazione di niente non mi dava pace, non provavo più niente, non sentivo nemmeno più il mio dolore, le voci mi ammazzavano ed io rimanevo lì, a guardarle divertirsi con il mio cervello in completo stato di trance, non riuscivo a liberarmi, a risvegliarmi. Sembrava che fossi tornata a quando a 9 anni vidi tutto quello che non avrei mai voluto vedere, a quando mi torturavo tutto il giorno e la sera mi liberavo prendendomela con gente che non centrava niente. Mi sentivo poi in colpa, perché non ero io, mi facevo schifo per provare divertimento nel rischiare di uccidere qualcuno su quel ring, sotto effetto di sostanze stupefacenti, il buio della mia anima usciva con forza e non potevo arrestarlo, il cervello in pappa senza alcuna voglia di svegliarsi.
"Spero che un giorno mi perdonerai Matteo. Ti voglio bene fratellone." mi lasciai andare nel vuoto, sperando di non uscirci più.
Si sono tornata, non è il massimo, devo riprenderci la mano. Manca veramente poco.
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Dove sei?/Marracash
RandomMamma dov'è che sei? Mamma ho paura. Mamma qui non voglio starci. Mamma ho le crisi di panico. Mamma oggi ho picchiato un bambino. Mamma mi manchi. Mamma quando torni? Mamma ti odio. Mamma... mi dispiace. Chi sei Papà? Perché Papà? Non ti aveva fatt...