Rimasi sulla soglia di quella porta, guardando quella stanzina minuscola, senza tralasciare neanche un piccolo dettaglio. Fui avvolta dai ricordi e tante di quelle cose che avevo dimenticato ritornarono a galla. Bloccai l'ansia, che saliva lentamente a furia di pensare, ed entrai in quella stanza. Fú come se tutto fosse tornato come prima: una bambina di 6 anni spaesata, una bambina di 7 anni che riponeva qualcosa sotto al materasso, una bambina di 8 anni che parlava con un bambino, Ciro, una bambina di 9 anni che riceveva l'ennesimo schiaffo... Ed infine una bambina di 10 anni che parlava al cielo, parlava a quella che per anni era stata la sua luce, ma che l'aveva abbandonata, nonostante la sua promessa.
Sospirai bloccando anche i ricordi. Avanzai alzando quel lettino, non ricordavo che cosa ci nascondessi, lo alzai e notai un piccolo diario, che più che un diaro di una bambina, sembrava un diario di qualcuno fuori di testa. Afferrai quel piccolo diario, lasciando il materasso, ed avvicinandomi ad una piccola "scrivania", un pezzo di legno, spessissimo, messo a caso sopra due pezzi di legno grezzo senza qualcosa che li tenesse uniti. Su quella superficie c'era una lettera, e dal sangue fresco presente su di essa, capii che era lì da poco.
Pogiai lì accanto il diario, afferrando quel pezzo di carta, e solo guardando la scrittura mi resi conto di chi parlavano le voci. Mio padre era qui, il che non mi preoccupava, anzi, sarebbe stata la volta buona che le avrebbe prese... O almeno speravo di poterlo fare. A distorgliermi dai quei pensieri, fú la suoneria del mio telefono, lo afferrai e lessi il nome di Alessandro, successivamente cliccai sul tasto verde, accettando la sua chiamata.
"Ale che cazzo vuoi?" sbottai, afferrando la lettera ed il diaro per poi uscire da quella stanza "Quello incazzato dovrei essere io, porco dio, che cazzo di fine hai fatto ieri?" la sua voce mi risulto più preoccupata che arrabbiata "Mhhh sono uscita presto" mentii, sperando che il moro dall'altra parte mi credesse "Martina non prendermi per il culo. Ti ho aspettata tutta la notte sveglio" sbottò "Eh va bene, ti spiego tutto appena torno" sbuffai annoiata da quelle attenzioni, o forse era perché le attenzioni le volevo da qualcuno che però non potevo permettermi di vedere, di sentire "Muoviti" rispose freddo per poi attaccare.
Scesi di corsa quelle scale, sentendomi osservata, e più mi guardavo in torno e più ero certa che da lì a poco sarebbe successo qualcosa si impensabile, e dunque mi toccava prepararmi al peggio.
Camminai ancora per una decina di minuti, per poi arrivare finalmente a "casa", ma prima di entrare osservai quel diario, promettendo a me stessa di rileggerlo una volta che quella situazione fosse finita, per ricordare lei e le mie azioni, dovevo leggere quel diario per ricordarmi, che in fondo, anche io avevo dei sentimenti, che anche io sapevo piangere, ma fino allora, sarei rimasta la solita Martina, quella stronza e senza cuore.
Beh si sono le 02:30 e niente ho deciso di pubblicare ora. Tanti auguri di buon natale, spero che questo capitolo vi sia piaciuto❤️.
A breve entra a far parte della storia anche Cosimo, quindi preparatevi :).
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Dove sei?/Marracash
RandomMamma dov'è che sei? Mamma ho paura. Mamma qui non voglio starci. Mamma ho le crisi di panico. Mamma oggi ho picchiato un bambino. Mamma mi manchi. Mamma quando torni? Mamma ti odio. Mamma... mi dispiace. Chi sei Papà? Perché Papà? Non ti aveva fatt...