Eccolo il vuoto, lampante e insensato, ci chiama a un appello senza cognome, ma scrive una poesia gigante. Già, gigante. Ti spinge in avanti verso l'oblio. Un po' come le voci nel mio cervello. Chiusi gli occhi ancora una volta, la lucidità mi abbandonò per l'ennesima volta, rivivendo la mia famiglia
-"Marty andiamo dimmi cosa ti prende" Margherita accanto a Martina provava in tutti i modi, da ore, a farle parlare, ricevendo solo risposte in monosillabi "Non ho niente" rispose per la milionesima, annoiata ed infastidita dall'essere 'violata'. Non le era mai andato a genio l'essere capita, per lei nessuno mai avrebbe potuto capirla, ed effettivamente aveva ragione. Fin quando non era arrivato Walter, il suo primo ed unico migliore amico, già peccato che tutto si fosse distrutto per la sua testardaggine, si malediva per quello. "È per colpa di Diego?" chiese ancora Margherita, spalancando gli occhi, era impossibile che Martina fosse così giù per 'amore' "Cosa?! No..." urlò scattando in piedi la ragazza color cappuccino, mettendosi subito sulla difensiva "Se non fosse così non ti saresti messa sulla difensiva" osservò la madre, perché si, Martina la reputava sua madre, nonostante i pochi anni di differenza "Quindi si, c'entra Diego" accennò un piccolo sorriso la più grande ricevendo un sonoro sbuffo dalla figlia "Vaffanculo Marghe" le diete le spalle dirigendosi verso il davanzale della finestra, di quella piccola camera, dove c'era posato tutto il necessario per rollare una canna, così nel giro di pochi istanti si ritrovò a fumare affacciata alla finestra, persa nei suoi pensieri, senza dare più importanza alle parole dette precedentemente da Margherita, la quale sorrideva guardandola, era proprio uguale a Fabio: non sapeva mentire e appena qualcuno lo scopriva si mettevano sulla difensiva, come se qualcuno potesse sbranarli da un momento all'altro. "Marty, amore..." si avvicinò alla ragazza, accarezzandole e scostando una ciocca di capelli che le era ricaduta sul viso "Non c'è niente di male nel sentirsi capita, non c'è niente di male nel farsi aiutare. Soprattutto se è un ragazzo così... Così speciale come Diego. Non farti scappare l'opportunità di essere felice per una volta." le sorrise dolcemente, sperando che la ragazza davanti a lei la ascoltasse.
***
"Marghe" Martina entrò in salotto, con l'affanno e le lacrime che le scorrevano veloci sul viso, quasi non respirava per il nodo alla gola. Cosa aveva combinato? "Martina che ti prede?" la mora le corse incontro cercando di capire cosa avesse senza perdere la lucidità, ma il non rispondere della più piccola le fece perdere la testa "Oh mio dio che cosa devo fare..." sussurrò scattando in piedi lasciando Martina per terra appoggiata al muro che cercava in tutti i modi di far entrare l'aria nei suoi polmoni. "Fabio Fabio!" urlò richiamando il ragazzo che era tranquillamente sul letto a scrivere e appena udì le urla della sua amata scattò correndo in salotto. "Che cazzo succede?" chiese preoccupato guardando Margherita stranito, non aveva nessun tipo di ferita, perché urlare in quel modo? Ma prima che Margherita potesse rispondete l'occhio di Fabio ricadde sulla figlia, che era diventata rossa in viso mentre boccheggiava. La mente di Martina si era completamente svuotata, non percepiva niente se non un grande dolore ai polmoni ed al cuore. L'aria le mancava, il nodo alla gola le impediva di parlare o di poter respirare tranquillamente, tremava e non riusciva a pensare a cosa potesse fare per salvarsi, ma salvarsi da cosa? Lei non voleva salvarsi, non avrebbe mai voluto, non avrebbe mai voluto che Fabio scoprisse quello che faceva, no, proprio non poteva permettere che lui lo sapesse. Quale figlia vorrebbe deludere il proprio padre? Nessuna, eppure Martina sapeva di averlo fatto più di una volta, ma quella volta era diverso, tutto era diverso, non c'era più la scusa della ex psicopatica di Fabio, non c'era nessuna scusa alle azioni che stava compiendo, eppure Fabio avrebbe dovuto aspettarselo, in fondo, Martina era sempre stata attratta dal tornare alla sua vecchia vita, quella che conduceva in Messico.
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"Fabio, Martina smettetela!" le urla di Margherita riempivano quella piccola casa, divenuta piano piano sempre più fredda. In quel momento, per la prima volta, era Fabio a sovrastare Martina, la quale aveva ben deciso di fare l'ennesima cazzata, quella stessa cazzata che la stava portando alla rovina di sé stessa e delle persone che la circondavano. "Fabio!" urlò ancora Margherita disperatamente, mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi grandi e scuri. Fabio scatto in piedi sentendo i singhiozzi della mora, che era ormai rannicchiata per terra, quasi terrorizzata dal tanto sangue sparso sul pavimento, "Marghe io... Io scusami" si avvicino velocemente a lei, lasciando la più piccola in un lago di sangue, per poi abbassarsi alla sua altezza e abbracciarla. Restarono così a lungo, tanto da non rendersi conto che Martina fosse scappata, andata chissà dove dopo aver sussurrato poche parole "Questa me la pagherai Fabio, eccome se me la pagherai"***
"Marty ti prego torna a casa" l'ennesimo messaggio in segreteria risuonava dal telefono di Martina, che ormai era decisa a non tornarci. Sospirò sentendo il respiro pesante della ragazza dall'altra parte che aveva mandato quel messaggio qualche ora prima "Ti voglio bene, chiamami quando vuoi" tirò su col naso prima di attaccare.Ci pensò a lungo, seduta su quei gradini di marmo che erano divenuti il suo letto per ben 20 giorni, non aveva idea di cosa fare, la doveva chiamare? Nah, bastava un semplice messaggio per dirle che stava bene, no? No, non bastava, non bastava niente, non bastava lei, non bastava inventarsi una delle sue solite scuse, non sarebbe servito a nulla. La situazione tra lei e Fabio non sarebbe migliorata e sapeva bene che questo avrebbe pesato enormemente a sua madre, e farla stare male era l'ultima cosa che non avrebbe mai voluto fare.
Margherita era speciale, Martina lo sapeva, lo percepiva e stranamente sentiva che anche quelle voci, che le martellavano nel cervello, la adoravano. Non sapeva con precisione perché proprio Margherita, forse perché era così simile ma così diversa. Era Martina con più autocontrollo e razionalità, quello che a lei mancava, quello che stava cercando di diventare, ma purtroppo era impossibile per lei controllare il suo odio e la sua rabbia. E tutto ritornava alla strada sbagliata che aveva preso con le droghe pesanti, tutto ritornava a quel 17 luglio, tutto ritornava alla sensazione di abbandono da parte della madre e del padre biologico.
Ma nonostante quello Martina aveva trovato in Margherita quello che aveva perso, aveva trovato un'amica, una "sorella", ma soprattutto una madre. Aveva ritrovato un motivo per il quale andare avanti, un motivo per uscire dai guai, per smettere con la droga, per smettere di dimenticare e per iniziare ad affrontare definitivamente quel dolore che le stringeva ,talmente forte, il cuore, da farle dimenticare che ne avesse uno, distrutto, debole ma con ancora un po' di forza, quella stessa forza che pensava di non avere più. Aveva ritrovato in se stessa quella piccola luce, una luce che piano piano, grazie a Margherita, si faceva più intensa, più accecante e splendida. Una luce che solo Margherita era stata capace di riaccendere dopo così tanto tempo, tanto da essere l'unica persona a sapere tutto di Martina, senza nessun segreto.
Margherita, per Martina, era una di quelle persone che anche la parola "speciale" non bastava, era una di quelle persone inspiegabili, che dovevi vivere e comprendere per capire che nessuna parola poteva descriverle a pieno. Era stata fortunata ad averla conosciuta, anche se non voleva ammetterlo le voleva bene, un bene inspiegabile che lei stessa faticava a capire. Le voleva bene eppure non glielo aveva mai dimostrato davvero, tutto perché non era capace e si sentiva tanto inutile quanto stupida.
Non aveva niente di speciale, niente da dare, niente se non un carattere di merda e degli istinti pericolosi. Non capiva come Margherita potesse ancora starle vicino dopo tutto quello che aveva fatto da piccola, tutto quello che aveva fatto durante la fine della sua infanzia e l'inizio della sua adolescenza. Non capiva perché lei le stesse ancora accanto anche dopo aver quasi ucciso il suo ragazzo, dopo averla vista in condizioni orrende sotto effetto di droghe pesanti. Si sentiva così in colpa che si odiava a morte per essere nata, si odiava perché non poteva essere quello che la madre aveva sempre voluto che fosse, si odiava perché non era abbastanza per questo mondo, non era abbastanza per suo padre e per sua madre adottivi. Non era niente.
"Scusami Marghe..." -
Già scusami Marghe ma è più forte di me, ti ho sempre delusa mamma eppure sei sempre qui, accanto a me, anche se non dovresti. Ti prego torna a Napoli, non dovevi ascoltare Fabio. Me lo avevi promesso anche tu, ti prego va via. Perché sei qui?
"Un tossico sta tutta una vita in attesa" Disme
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Dove sei?/Marracash
RandomMamma dov'è che sei? Mamma ho paura. Mamma qui non voglio starci. Mamma ho le crisi di panico. Mamma oggi ho picchiato un bambino. Mamma mi manchi. Mamma quando torni? Mamma ti odio. Mamma... mi dispiace. Chi sei Papà? Perché Papà? Non ti aveva fatt...