La sigaretta tra le mie dita si consumava in fretta, il fumo usciva lentamente dalle mie labbra, mentre mi gustavo quel dolce bruciore, a cui ormai ero abituata e quasi non ci facevo più caso, alla gola. Sospirai spegnendo la settima sigaretta nel piccolo posacenere poggiato sul davanzale della finestra di camera mia. L'aria fredda della nottata pizzicava sul mio viso, dandomi un leggero fastidio, ma che creava un'atmosfera particolare.
Pensavo a tutto quello che mi stava succedendo, a tutto quello che avevo passato, ma che non riuscivo più di tanto a ricordare, il che mi innervosiva. Accesi l'ennesima sigaretta accompagnata dalla voce di Sayf, che veniva riprodotta dal mio telefono. "Lacrime" risuonava per tutta la mia stanza, e parole del rapper citato mi rimbombavano nelle orecchie. "Ho condiviso il mio letto con te, era tutto ciò che avevo, adesso rifletto perché ti parlo tramite il cielo", calde lacrime iniziarono a rigare il mio volto, rivivendo quei piccoli momenti in cui da bambina parlavo al cielo, con la speranza sempre viva che mia madre potesse tornare, che potesse rispondermi, ed ora invece? Non avevo più quella speranza, non avevo speranza in niente, non credevo più a niente... "Questa città non mi dice più niente di me" Milano non mi diceva assolutamente nulla, volevo tanto tornare nella mia città, nella mia piccola provincia di merda, volevo la mia Napoli, ma alla fine, neanche quella sarebbe stata in grado di darmi altro, se non quegli orribili ricordi.
"Voglio sparire per sempre" volevo sparire, sparire e non tornare più, non volevo più vivere, non ne avevo più motivo... Perché dovevo continuare a soffrire, se poi ero pazza e nessuno mi capiva? "Voglio morire con te" mi domandavo per quale motivo non fossi morta con mia madre, come avevo fatto a sopravvivere? Non lo sapevo neanche io, eppure speravo che tutto quello che stessi vivendo fosse solo uno stupido incubo, ma purtroppo non era così.
Spensi anche quell'ottava sigaretta della nottata, per quanto ero andata avanti così quella notte? Beh non lo sapevo neanche io, forse ero arrivata a fumarmi i due pacchetti che Fabio mi aveva comprato quella sera.
Già Fabio.
Non capivo se stesse soffrendo più per me, o per Margherita... Probabilmente la seconda, forse non dovevo fidarmi di lui, o forse si, forse è meglio così, stare da sola, senza troppe presse addosso, con al mente "libera" di pensare, senza nessuno che si mettesse tra me ed il mio passato.
In realtà qualcuno che ci si metteva in mezzo c'era, ma ormai stronza com'ero, avevo lasciato che anche quest'ultima persona che tenesse a me, scappare via. Diego era andato due settimane prima, stavo male, ero consapevole fosse colpa mia, volevo chiarire, ma era meglio di no, era meglio lasciarlo andare, avrei dovuto capire prima che meritava di meglio che me, una pazza senza provenienza.
Non sapevo chi ero, e non l'avrei mai saputo se non fosse per il mio essere pazza. Le voci durante quelle due settimane erano state sempre presenti, senza lasciarmi un attimo, divorandomi, lasciandomi senza forze, facendomi svenire più volte durate le giornate.
Mi facevano male, eppure non facevo nulla per contrastare quel dolore, per evitarlo. Ma a cosa sarebbe servito? Tanto dovevo soffrire lo stesso, era quella la mia natura.
"Chi sono?" sussurai sospirando, sendendomi sul bordo del letto, afflitta, odiavo sentirmi in quel modo, odiavo sentirmi debole, odiavo non sapere la mia provenienza. O meglio... Mi odiavo.
Ed ancora un volta, dimenticavo di pormi una domanda essenziale, la stessa domanda che tempo prima mi sfuggiva, la stessa che non mi sarei mai immaginata di pormi dopo così tanto tempo.
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Dove sei?/Marracash
RandomMamma dov'è che sei? Mamma ho paura. Mamma qui non voglio starci. Mamma ho le crisi di panico. Mamma oggi ho picchiato un bambino. Mamma mi manchi. Mamma quando torni? Mamma ti odio. Mamma... mi dispiace. Chi sei Papà? Perché Papà? Non ti aveva fatt...