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"Marti quand'è che uscirai nuovamente dalla tua camera?!" urlò Matteo, un po' fuori di sé "Lo capisci che stare chiusa qui dentro non ti aiuterà a nulla eh?! Ma che cazzo!" sbottó ancora più arrabbiato. Non comprendeva il mio essere diventata così, ma forse era come diceva Fabio un tempo, dovevo allontanarmi da tutti, perché l'unica cosa che sapevo fare era fare del male a chi mi stava intorno.

Era passato un mese dal giorno in cui andai a cena con gli altri, ed aver rivisto Diego con la sua ex mi aveva distrutta, mi aveva lasciata e dopo due settimane era di nuovo fidanzato. Scappai da quella cena, sparii per un po', poi decisi che era meglio tornare a casa, ed ovviamente al mio ritorno, dovetti subirmi Fabio, un po' preoccupato, un po' arrabbiato.

-Perché sei ancora qui, se non vuoi starci?- l'ennesima voce nel mio cervello, non faceva che ripetermi questa domanda, ma effettivamente io che cazzo ci facevo lì? Non lo sapevo neanche io. -Sai dov'è che dovresti andare? - urló obbligandomi a chiudere gli occhi per il dolore. E come sempre, mi riportarono nel solito stato di trans, facendomi tornare bambina.

Mi guardai in torno, sempre impossibilitata di fare qualche passo, girai e rigirai su me stessa, cercando di riconoscere quel luogo, ma non riuscivo a collegarlo a niente, finché non vidi una cornice con una fotografia, tre sagome all'interno parevano chiamarmi. - Avvicinati- mi sussurrò qualcuno spaventandomi un po', quel luogo mi metteva i brividi, c'era qualcosa che non andava, troppe cose era successe in quel luogo, le voci rimbombavano forti nella mia testa e come un tempo non riuscivo più a capirle.

Decisi di provare a muovere qualche passo, ma la una piccola voce proveniente dall'ingresso di quella casa mi fece sussultare "Mamma, ho fame!" la porta si aprì mostrando me da bambina, mano nella mano, con quella che era mia madre "Lo so amore mio, ora cuciniamo qualcosa, va bene?" disse la donna sorridendo alla bambina con le treccine e la pelle scura, ricevendo come risposta un sorriso dalla bambina con tanto di abbraccio. Non mi ricordavo così.

-Sbrigati! Altrimenti ti vedrai- e prima che potessi comprendere cosa intendeva la voce, sentii dei forti colpi alla porta della mia camera, che mi costrinse a ritornare nella mia realtà. Sospirai ascoltando ancora una volta le parole di Matteo, ormai disperato e stanco di provare a farmi capire che non era quello il modo di affrontare la realtà. "Martina per favore, esci, ho... Ho bisogno di vederti..." singhiozzò il moro dall'altra parte "Non allontanare anche me, ti prego, ho bisogno della mia sorellina" pronunciò a fatica, appoggiandosi alla porta, e poi, probabilmente, scivolando lentamente trovandosi seduto per terra.

Mi alzai e feci la stessa azione "No Matteo, non hai bisogno di me, nessuno ha bisogno di me" dissi con voce tremante, stavo per scoppiare, ma dovevo resistere, se Matteo mi avesse sentita piangere, sarebbe impazzito perché odiava, ed odia, sentirmi piangere, o meglio, odiava sapere che mi stavo facendo del male da sola, anche se non l'avrei mai ammesso. "No, ti prego, ho davvero bisogno di te, della mia bambina, della mia migliore amica... Non abbandonarmi anche tu..." singhiozzò ancora, con voce tremante, parlando a fatica, ed a stento riuscì a capire quello che mi stesse dicendo.

Scattai all'impiedi, non sopportando più di sentirlo piangere per colpa mia. Inserii la chiave nella serratura, per poi farle fare tre scatti. Nel frattempo, dall'altro lato, Matteo, si era alzato velocemente, attendendo che io aprissi la porta. Ascoltavo i suoi movimenti, era teso, nervoso, di torturava il labbro, mentre delle calde lacrime riganavo il suo volto.

Aprii, finalmente, la porta, ritrovandomi proprio come avevo immaginato. Ci guardammo per qualche istante, per poi abbracciarci. "Non abbandonarmi" disse stringendomi a sé, come se potessi scappare da un momento all'altro, ed un po' aveva ragione.

Non lo farò mai Matteo, con il cuore ci sarò sempre, promesso.
Ti amo fratellone.

Che ne pensate? Tra un po' inizieranno i guai seri, preparatevi.

Dove sei?/MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora