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"Sai a volte sembra che a te manchi qualcuno in particolare... E no, non parlo di Diego o di... Beh si insomma hai capito. Ti manca qualcuno con cui hai chiuso per qualche cazzata, ma che ti ha segnata in qualche modo fino in fondo" mi disse sbuffando il fumo e continuando a guardare davanti a sé "Si forse hai ragione" ammisi senza troppa esitazione, come dargli torto? Soprattutto sapendo che nonostante tutto lui era venuto qui e il solo pensiero mi tormentava da giorni, perché? Che intenzioni hanno? Perché Aquila ci sta mettendo così tanto a trovarmi? Ma più di tutto volevo sapere che cosa aveva in mente portandoli tutti lì, era solo un grosso rischio. "Come si chiamava?" mi chiese senza giri di parole inutili "Walter" sussurrai.

-"Insomma quando ti decidi a tornare a novaGe?" chiese scherzosamente il ragazzo moro dall'altra parte della telecamera "Idiota, me ne sono andata due giorni fa" rise la ragazza, ma smise subito quando si accorse che il suo migliore amico era tornato serio. "C'è qualcosa che non va?" chiese immediatamente "Come ti è sembrato Diego?" chiese curioso senza pensarci troppo su quello che provava Martina "Walter ma che cazzo di domande mi fai? Manco lo conosco, a parte che sembra un coglione ficcanaso" sbottò sentendo la rabbia salire, si sentiva violata da quel ragazzo riccio che in tutti i modi aveva cercato di tirare fuori qualcosa dalla bocca della ragazza, con scarsi risultati. "Perché cazzo hai questo vizio di giudicare? Sta solo cercando di aiutarti, gliel'ho chiesto io!" ribatté Walter alternandosi, il che non fece che aumentare la rabbia della sua migliore amica che non capiva perché lui volesse che lei e Diego legassero, cosa aveva quel ragazzo di speciale? Non lo sapeva e pensava che nemmeno voleva saperlo, anche se sotto sotto non era così. "Senti fai il cazzo che vuoi hai già rotto con sta storia, non ho bisogno di nessuno!" urlò per poi attaccare senza dargli la possibilità di rispondere.

***

"Non puoi continuare a prendertela con Walter per cose stupide" le disse Diego porgendole una sigaretta "Dovresti andargli a chiedere scusa" continuo poi, accendendo la sua sigaretta e passando l'accendino alla riccia accanto a lui "Io non gli devo niente, al massimo quello che si deve scusare è lui, dice solo stronzate ultimamente con quella bocca" sbottò Martina infastidita "Ma poi a te che cazzo frega?" chiese senza prestare attenzione al suo linguaggio "Gli voglio bene e non merita un trattamento simile così come non lo merito io. Stiamo solo cercando di aiutarti" ringhiò lasciando trasparire tutta la sua rabbia. Non solo stava provando ad aiutarla, a farle capire che da lì a poco avrebbe perso Walter, lo trattava di merda. Diego non si spiegava perché avesse accettato la proposta di Walter e soprattutto perché stesse continuando a portare avanti tutto ciò, stava solo sprecando tempo inutilmente, tanto non sarebbe mai riuscito a farle cambiare idea, era così, Martina non avrebbe mai ascoltato nessuno. O almeno così credevano tutti. "Hai ragione" rispose qualche minuto dopo, lasciando il moro davanti a sé senza parole "Ho sentito bene?" alzò un sopracciglio girandosi verso Martina, che lo fulminò all'istante "Alla fine si, però siete voi coglioni che credete di potermi far cambiare così, da un momento all'altro, io non ci conterei molto" fece un piccolo ghigno notando come l'espressione sul viso di Diego fosse cambiata con una semplice frase "Vado a chiedergli scusa, così magari inizi a cogliere un po' di ironia" gli sorrise falsamente alzandosi, spegnendo la sigaretta nel posacenere e poi rientrare nel piccolo appartamento di Walter. Sospirò quando arrivò davanti alla porta della camera di Walter, non sapeva esattamente cosa fare, come comportarsi o cosa dire, non si era mai trovata in situazioni simili e le sembrava tutto così assurdo. Scosse la testa appoggiando la mano sulla maniglia, ma prima che potesse aprirla lei, Walter dall'altra parte spalancò la porta e quando notò la ragazza davanti a sé roteò gli occhi al cielo, incrociando le braccia e aspettando che la ragazza davanti a lui parlasse. "Beh?" le chiese con una nota di fastidio "Ehm... Si... Io... Ecco..." si portò una mano sull'occhio destro sentendosi a disagio "Tu?" chiese confuso, non capiva dove volesse andare a parare in quel momento "Fanculo" sussurrò Martina per poi avvicinarsi e abbracciarlo "Mi dispiace" lo disse così piano che nonostante la sua bocca fosse vicina all'orecchio di Walter, quest'ultimo a stento la sentì. Walter sorrise, sapeva che era Diego quello ad averla fatta ragionare, anche se non con le buone maniere. Ricambiò l'abbraccio "Vedi che alla fine non sei così stronza come dici e che se ti si riesce a prendere ascolti" la prese in giro riuscendo a farla sorridere "Grazie eh, sempre gentile tu" si staccò tirandogli un leggero pugno sul braccio.

***

"Allora basta!" urlò Walter, aveva ormai perso la pazienza da un pezzo eppure era ancora lì, a cercare di farle capire che stava sbagliando tutto, ma a lei sembrava non fregare un cazzo di come si sentisse lui "A te non frega un cazzo di niente e di nessuno, non ti frega nemmeno di te stessa" continuò allargando le braccia e facendole notare il casino che avesse combinato nella sua stessa stanza "Certo perché tanto quella egoista sono sempre io" sbottò la ragazza "È più semplice scaricare tutta la colpa a me, no? Lo fate tutti cazzo! Non sono un fottuto giocattolo!" alzò sempre di più la voce ad ogni parola che pronunciava, si sentiva presa in giro da tutti, nessuno che riuscisse a capire cosa sentiva, tutti che credevano che lei non provasse niente, che fosse egoista eppure la prima che si faceva in quattro per tutti era proprio lei. "Per me possiamo anche chiuderla qui, non ho più la forza di farti ragionare, non posso più starti accanto. Mi dispiace, ti auguro il meglio" disse con la voce spezzata, mentre cercava di trattenere il più possibile le lacrime, sapeva bene di averle fatto male, ma non riusciva più a sopportare la situazione che si era creata in quegli ultimi 4 mesi, non sopportava vederla così ma non poteva farci nulla, se lei non collaborava i suoi sforzi erano inutili. Uscì da quella casa e lo sbattere di quella porta iniziò a martellare la testa di Martina, la quale si era seduta in un angolo della sua stanza circondata da ciocchi di ceramica e vetro, con la testa fra le mani e di tanto in tanto tirava i suoi capelli, chiedendosi cosa avrebbe fatto ora, perché non aveva ascoltato Diego? La porta si aprì lentamente ed il suono di quei passi le fece capire chi era "Ascoltami" la voce profonda di suo padre le riempì le orecchie, mentre le afferrò il volto costringendola a guardarlo negli occhi "Hai ancora Diego, non far scappare anche lui. Perché al quel punto starai peggio di ora e so già che in quel momento, cadrai completamente e non mi permetterai di aiutarti" le disse avvertendola, per poi baciarle la fronte, alzandosi e iniziando a spazzare con la scopa che aveva precedentemente portato in camera appoggiandola per qualche istante sulla parete. -

"Scusami" mi alzai velocemente, rientrando in quella casa e correndo al piano di sopra, nella mia camera, non volevo vedere più nessuno o almeno per le prossime 3 ore, dopo di che avrei dovuto fingere per l'ennesima davanti a quella merda che aveva contribuito alla mia nascita. "Manca poco, spero per voi che siate pronti" sussurrai rivolgendomi alle mie voci, avevo bisogno di loro tra due giorni, la fine si avvicinava e sapevo bene che senza le mie voci non sarei andata da nessuna parte, avevo bisogno di quei momenti in qui tutto attorno a me si fermava e mi dava il tempo di pensare così velocemente da non rendermi nemmeno conto di quello che stavo per fare.

Dove sei?/MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora