Capitolo 24

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Sette anni dopo

Una serie di immagini si sovrappongono alla mia vista. Una stanza buia, una strana sedia, delle grandi manette rinforzate, degli schermi con proiettati dei parametri vitali e delle sensazioni: tristezza, rabbia, confusione... dolore.

D'un tratto la scena si stabilizza, seduto su quella sedia c'è un uomo a petto nudo con un braccio in metallo. Dolorante e arrabbiato, ecco le sensazioni, ecco a chi appartengono. D'un tratto una voce può essere udita, una voce maschile, roca, forte. Una lingua straniera viene pronunciata, dal duro accento: russo, lo riconosco, si.

La voce pronuncia delle parole, sembra non abbiano alcuna relazione tra loro:
желание,
ржавый,
семнадцать,
рассвет,
печь,
девять,
добросердечный,
возвращеный на родину,
один,
грузовой вагон.

L'uomo seduto si alza, una luce fioca gli illumina il viso: Bucky.
Si, tutto ha un senso: l'esperienza della tortura, le parole collegate al suo passato, la prigionia nel suo stesso corpo. La sua vita negli ultimi 80 anni.

Avanza. Avanza senza arrestarsi.
Lo sguardo sembra perso, non è più il suo.
Avanza e dopo aver sentito la frase della voce di prima, "убить её", il suo sguardo cambia ancora e da perso si trasforma in determinato, cattivo, rabbioso.
Mi concentro sulle parole che ha pronunciato quella voce e capisco, capisco ciò che ha detto.

Uccidila

E in un attimo mi ritrovo faccia a faccia con Bucky e con il suo braccio sinistro pronto a rilasciare quel pugno che stava preparando.

~

Mi risveglio inzuppata nel mio stesso sudore in un letto che sembra quasi un campo di battaglia. Le lenzuola scostate e spiegazzate, il cuscino a terra di fianco al comodino e io rannicchiata in un angolo del materasso.

Ma certo, era solo un sogno. Un brutto sogno dato dall'ansia della cosa che sto per fare, l'agognato momento che dovrebbe dimostrarsi uno dei più belli della mia vita. Il momento più atteso dalla maggior parte delle donne.

-

Cinque anni prima

"Buck sbrigati o faremo tardi" gli dico dal piano di sotto della nostra nuova casa.

Ebbene si, dopo due anni di relazione abbiamo deciso di trasferirci e vivere in una casa tutta nostra. Il momento opportuno si è dimostrato circa quattro mesi fa quando l'annuncio di case in vendita ha colpito i nostri sguardi. Quello stesso giorno ne abbiamo parlato e ci siamo trovati d'accordo sulla scelta. Così abbiamo iniziato a consultare gli annunci e abbiamo trovato la casa giusta.
Una piccola villetta di due piani fuori città, situata in un posto tranquillo.
In seguito abbiamo annunciato la nostra scelta al gruppo e, dopo aver parlato al venditore, siamo andati a visitare quella che sarebbe stata la nostra nuova casa e a parlare dei prezzi.
Circa una settimana dopo l'incontro ci ha chiamati informandoci che la casa era stata venduta, così abbiamo controllato altri annunci senza trovare però un posto adatto.

In seguito, durante il nostro secondo anniversario, i ragazzi si sono presentati a pranzo con un pacchetto.
Dentro di esso si trovava una chiave e, dopo averci bendati e averci portato via con la macchina, ci hanno portati nel luogo in cui si trovava il nostro regalo.
Davanti a noi c'era la casa che trovavamo perfetta e che volevamo comprare.
Dopo essere entrati e aver visto che la casa era ormai arredata ci ha raggiunti il consulente per farci firmare l'atto di proprietà.

'Till JamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora