Capitolo 27

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Dal capitolo 26:
"E amo anche te" dice poi guardando verso il basso e posando delicatamente la mano sul mio ventre, con delle lacrime ormai che gli scorrono sul viso.'

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Il nostro momento affettivo, che dura dalla mia rivelazione (cioè da circa un'oretta), passato stesi sul divano a stare tranquilli e scambiarci effusioni davanti al camino, viene interrotto dal suono della suoneria di un telefono, quello di Bucky.
Svogliato allunga il braccio verso il giubbotto di pelle, appoggiato allo schienale del divano, e prende il telefono dalla tasca. Sullo schermo acceso è evidenziato un numero sconosciuto e non proveniente dall'Italia.
Si gira verso di me con uno sguardo confuso e, dopo avergli fatto cenno di rispondere, accetta la chiamata e mette il vivavoce.

"Pronto" dice lui aggrottando lo sguardo.

"Sergente, è da un po che non ci vediamo" dice la voce, roca e confusa dalla linea ma sicuramente maschile, dall'altra parte del telefono con un tono ilare.

"Con chi sto parlando?" chiede lui con voce minacciosa.

"Ma come, non lo riconosci? Avete condiviso la stanza, se non anche il letto" dice un'altra voce, questa volta più acuta, più dolce: una ragazza. Da quella frase scaturiscono delle risate udibili in sottofondo.
Io e Bucky ci guardiamo ancora confusi e in silenzio.

"Dato che non capite dovremmo dirvelo" dice poi la voce di prima per poi chiudere la chiamata. Qualche secondo dopo viene suonato il campanello e in seguito iniziano a bussare ininterrottamente.

Bucky si alza e va verso la porta seguito, subito dopo, da me. Con una mano sul cassetto del mobile affiancato alla porta, contenente una pistola, porta l'altra mano ad sbloccare la serratura e ad aprire.
Fuori, davanti alla porta, non c'è nessuno ma sono ben visibili le ombre delle persone che la affiancano schiacciando contro la parete.
Chiaramente non vogliono nascondersi, anche se fossero principianti non avrebbero commesso uno sbaglio così grande.

In un attimo saltano fuori e Bucky, per sicurezza, usa lo stesso tempo per mettermi dietro di lui e prendere la pistola, puntandola verso gli uomini.

"Oh calmo fratello, non vorrai uccidere i vostri amiconi italiani spero" dice Ian con un sorriso sornione. Paul, Sam e Fra di fianco a lui che sorridono felici.

"Se fate sempre così un giorno o l'altro vi farete uccidere sicuramente" dice lui mettendo la sicura alla Beretta 92X Performance e posandola sul mobile per poi uscire sul portico ad abbracciare i nostri amici. Io faccio lo stesso partendo però dalle due ragazze.

"Pensavamo foste morti entrambi, non abbiamo saputo nulla per quasi tre anni" dice Ian dopo avermi abbracciata.

"Beh infondo neanche voi non vi siete fatti più sentire dopo quel messaggio. A proposito, come avete fatto a entrare nel server della Torre? Visione pensava che foste minacciosi" gli dico io ridendo alla fine.

"Abbiamo certe conoscenze, vecchi amici dall'università" dice Sam spostandosi vicino a Ian per poi scambiare con lui uno sguardo complice.
Sospetto.

"Bene, vi va di entrare nel mentre che vi tenete i vostri segreti?" chiedo loro ridacchiando.

"Non aspettavo altro. Con permesso" dice Fra passando tra me e Bucky imitando una principessa snob e provocando una risata in tutti noi.

'Till JamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora