Capitolo 18

37 2 0
                                    

Mi sveglio la mattina un po dolorante a causa del divano non particolarmente comodo, la guancia brucia ma non ci faccio molto caso.

Respiro profondamente e mi alzo pronta ad affrontare i due ragazzi.

Mando un messaggio a Dan dicendogli che sono sopravvissuta e mi avvio in cucina, da cui arrivano leggeri rumori, entro e trovo Jason e l' amico che fanno colazione scambiandosi poche parole.

Entro e fingo di non vederli, loro mi salutano ma io tiro dritta scaldo il latte, lo metto in una tazza con i cereali e mi avvio verso la porta, quando la voce gelida di Jason mi ferma.

Jason:"Che cazzo hai sulla guancia? Vieni qui!"

Io:"No!"

E mi affretto ad andare in camera, ma non finisco nemmeno le scale che sento un braccio bloccarmi.

Jason:"Non sono scemo, so riconoscere un livido, soprattutto così marcato, io lo sapevo che Dan non è affidabile.Tu con lui non esci piú!"

Io:" Non è stato Dan, lui è mille volte meglio di te e il tuo amichetto nessi insieme anche da sobri e non fumati".

Jas:" E allora sentiamo come te lo sei fatto....scivolata? Sbattuto contro ka porta ...non so".

Io:" É stato il tuo amichetto, l ho accompagnato in bagno per aiutarlo, lui mi ha tirato un pugno, è per questo che era chiuso in bagno, Dan mi ha aiutato a sistemarvi a letto perchè non vi reggevate in piedi".

Jason sbarra gli occhi, poi abbassa lo sguardo ma non si muove.

Io:" Ho impieato tutta la sera a far sparire il puzzo di erba e alcool.

Jason scatta giù dalle scale e dopo pochi secondi lo sento urlare contro l' amico, non gli voglio sentire discutere e la fame mi é passata, lascio la ciotola e prendo il telefono per sentire Jake e Megan.

Parlo un pó con loro e ci diamo appuntamento in centro per le tre perchè mi devono parlare.

Ormai sono è l una e mezzo, mi sto annoiando ma non ho intensione di uscire fino alle tre.

Sento bussare alla porta ma non rispondo, poi però mi viene in mente che potrebbe essere Dan, quindi chiedo chi è, mi risponde la voce di Jason.

Jason:"Hey non hai fatto colazione, ti ho portato la pasta...emmm...apri?"

Decido di non rispondere e inizio a tirare fuori i vestiti che indosseró fra poco.

Jason:"Sei arrabbiata?,se vuoi puoi non parlarmi ma almeno mangia".

Non ho fame, magari mangeró in centro un panino, fuori dalla porta non sento rumori e mi rilasso, infilo i jeans e una maglietta semplice nera a maniche lunghe con sopra un  felpone dello stesso colore, mi accerto che non ci sia nessuno fuori dalla porta e corro in bagno, mi tornano alla mente gli avvenimenti di ieri, ma chiudo gli occhi, respiro e inizio a truccarmi copro al meglio il livido con la terra, il risultato è buono, spero che regga.

Esco vado in camera metto gli anfibi e il cappellino nero, prendo il telefono e corro verso la porta, metto la mano sulla maniglia ma vengo fermata da Jason che mi raggiunge di corsa e mi blocca.

Jason:" Senti, lo so che non mi sopporti ma volevo chiederti scusa per.. "

Io:"Sono in ritardo, fammi uscire!"

Jason:"Con chi esci? Comunque volevo dirti che il mio amico non entrerá più in questa casa e che, insomma, anche riguardo al discorso dei fratelli veri, io vorrei provare, te?"

Io:" Io no stronzo, quando te lo chiedo io passando sopra tutti i casini che mi hai fatto rispondi 'ci devo pensare', adesso che l' hai fatta anche peggio speri che cosí ti perdoni?Bhe speri male, e non t' interessa con chi esco"

Jason:" Ma io vorrei provarci davvero!"

Io:" Vallo a raccontare al tuo amico, ora é tardi se non vuoi che chiami la polizia per sequestro di persona sará bene che mi lasci stare!"

Jason:"Ameno proviamo, così saranno contenti anche i nostri."

Io:" E da quando t' interessa la loro felicitá?non gli dirò cos è successo sta tranquillo, ma smettila di intrometterti, puoi fare quello che hai fatto ieri quando cazzo vuoi, ma fallo nella tua stanza, non siamo fratelli, non lo saremo mai".

Rimane a fissarmi per qualche secondo, i suoi occhi sono puntati nei miei, brillano e scorgono una lacrima che traballa nell' occhio, non ce la faccio più prendo ed esco.

É tardi e cerco di camminare il più veloce possibile, anche stavolta forse ho esagerato con le parole, ma io non ce la faccio più, con lui sono sempre a rischio, peró mi dispiace vederlo così.

Arrivo al parco e mi arriva una chiamata da Jake in cui si scusa tantissimo ma hanno avuto un contrattempo e non possono venire, Dan ha gli allenamenti e io mi ritrovo a girare per il centro fumando e ascoltando musica.

Entro nel parco li vicino e su una panchina vedo un gruppo di ragazzi che ridono, scherzano e alcuni fumano, mi avvicino e riconosco un ragazzo che viene nella mia stessa scuola, lo saluto e lui mi invita ad unirmi a loro, sono 5 ragazzi, molto simpatici e carini con cui passo il resto della giornata, quando decido di tornare a casa ci scambiamo i numeri e Max, quello con cui ho legato un pó di più si offre di accompagnarmi a casa e io accetto volentieri, per la strada parliamo di varie cose e lui accenna ad un altro membro che oggi li ha liquidati con una scusa squallida e che io conosceró la prossiama volta che usciremo tutti insieme.

changesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora