Capitolo 10

75 2 22
                                    

Sono molto felice per Jak e Megan, sono molto carini insieme, ma ora devo pensare se tornare a casa o trovarmi un posto per la notte.

Non voglio essere un peso per i miei migliori amici e non ho abbastanza soldi per dormire anche nel più squallido degli hotel, poi io ho il diritto di stare a casa mia, sta anche iniziando a piovere.

Arrivo davanti alla porta di casa ed entro facendo il piú piano possibile, sperandi che mamma non mi senta, ora come ora non ho proprio voglia di parlarle.

Arrivo in camera e mi accorgo che tutte le luci comunque sono spente, saranno a lavoro non sono ancora le otto.

Vado in bagno e mi faccio una lunga doccia calda, mi lavo i capelli massaggiando la testa e esco dopo piú di un ora.

Esco e mi imballo nell' asciugamano bianco, mi sto pettinando quando la porta si apre di scatto, salto e urlo per lo spavento e mi ritrovo davanti un Jason inquieto, che quando si accorge dell' asciugamano che arriva leggermente sotto il sedere sfodera il suo ghigno perverso migliore.

Io:" Non ti hanno insegnato a bussare?"

Jason:" Non ti hanno insegnato che gli ospiti vanno trattati bene?"

Io:" Non sei ospite di nessuno!"

Jason:"Si sono ospite di tua madre, ti dona quell' asciugamano!"

Io:" Esci immediatamente da qui!"

Jason:" Come vuoi, ma ti consiglio di mettere un asciugamano più lungo la prossima volta, il mio autocontrollo è poco!"

Io:" FUORI!".

Aspetto che esca per poi farmi un turbante e andare in camera dove mi metto l' intimo e una maglitta bianca che mibarriva a metá coscia, mi distendo nel letto e inizio ad ascoltare musica e messaggiare.

Sento bussare e svogliatamente vado ad aprire la porta, che mi arriva dritta in faccia, ancora prima di provare ad aprirla.

Mi fa male la testa e sento Jason imprecare contro se stesso , poi vedo la sua figura slanciata abbassarsi per vedere come sto.

Probabilmente mi uscirá un bernoccolo, ma è il male minore, pebsando che sono sulle scale e sto per affrontare una cena con la "mia famiglia", con la quale non ho nessun tipo di rapporto, se non odio.

Mi sto ancora chiedendo come abbia fatto Jason a convincermi a scender, forse ero troppo stordita per la botta,bho.

Varco la soglia della cucina e sento due paia di occhi che mi fissano, quello di mamma é molto insistente, ma io di certo non saró la prima a parlare.

Ci sediamo e iniziamo a mangiare, l' aria in cucina è pesante, ricevo continue occhiate da parte di mamma e nessuno ancora si decide a parlare.

Jason:" Stasera si resta qui?"

Mamma:" Si,fuori sta diluviando e non mi fido a lasciarvi andare con questo tempo!"

Jason:" Odio il vostro divano!"

Mamma:"Per sta notte ci puó dormire anche Francy!"

Io:"Fanculo, potete dormirci anche te e il tuo fidanzato e lasciare la stanza a Jason, io non me ne vado da camera mia."

Detto questo mi alzo da tavola e me ne vado in camera, entro in bagno e dopo essermi lavata i denti e mi infilo sotto le coperte, Jason non avrá mai la mia camera, lotteró con le unghie e con i denti pur di non cederli la mia stanza.

Mi sto addormentando dopo aver visto Harry Pottere e la pietra filosofale per la millesima volta, quando sento entrare qualcuno, faccio finta di dormire, chiunque è in questo mometo è meglio che eviti qualunque tipo di conversazione.

Per un attimo non sento più nessun rumore, poi il letto dalla parte destra, quella a cui io do la schiena si abbassa e sento un altro corpo entrare nel letto.

Questo corpo si avvicina , forse troppo, ed inizia ad accarezzarmi con movimenti lenti e tranquilli che mi portano a sprofondare nel sonno piú profondo di sempre, niente incubi.

Mi sveglio riposata e mentre scendo dal letto mi viene in mente che qualcuno a dormito con me, ma di lui nessuna traccia, so che era Jason, non avrebbe mai dormito sul divano, sono contrnta se ne sua andato prima che mi svegliassi perché dopo ieri non ho voglia di vedere mamma e la sua nuova famiglia.

Mi vesto con un paio di leggins di pelle, una cannottiera nera, una camicia a quandri e gli stivali con le borchie, mi trucco abbastanza pesatemente e scendo giu dalle scale, ho bisognobdi udcire da questa prigione, con lo zaino in spalla mi avvicino furtiva alla porta e esco mettendomi le cuffie e facendo partire la musica.

Scusate il ritardo, mi dispiace tanto e scusate anche i probabili errori, é tardi e non sto molto bene .

Aggiorno al piú presto!

changesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora