Capitolo 7

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ERIKA

Il mio aggressore accese la luce della lampada sul mio comodino e potei finalmente vederlo in viso.

Lui si mise un dito sulle labbra facendo cenno di fare silenzio e poi mi liberò la bocca.

- Zayn? - chiesi guardandolo negli occhi blu che sembravano più scuri delle altre volte che l'avevo visto.

- Scusami, non volevo spaventarti - mi disse sinceramente dispiaciuto.

- Come sei entrato? - chiesi confusa.

Lui sorrise e indicò la finestra.

- Non ti hanno insegnato che è meglio chiuderla la notte? -

Certo che sì!
Ma chi si aspettava che qualcuno potesse entrare dalla finestra della camera del secondo piano a sei metri dal terreno?

- Ma come hai fatto... -

Mi mise di nuovo la mano davanti alla bocca e si mise in allerta, come se stesse ascoltando qualcosa.

- Le spiegazioni a dopo - disse - Cambiati e metti in uno zaino qualche vestito di ricambio -

- Cosa? Perché? - chiesi quando mi lasciò andare.

- Te lo spiego strada facendo, ma adesso dobbiamo andare -

Per quanto Zayn fosse affascinante, era uno sconosciuto e non mi fidavo abbastanza da andare con lui nel cuore della notte.

- Zayn, io non ti conosco bene e... -

- E non ti fidi, lo so! - esclamò - Ma, ti prego, ascoltami. Lo sto facendo per te è l'unico modo che ho per impedirlo -

- Impedire cosa? - chiesi confusa

- Ti prego, Erika - mi implorò.

Non so che cosa fosse, cosa mi fece cambiare idea: se il suo sguardo dolce nei miei confronti o il suo tono di voce; fatto sta che mi alzai dal letto e andai in bagno a cambiarmi, lasciandolo solo nella mia stanza.

                             ***
- Come usciamo? - chiesi una volta pronta e dopo aver preparato lo zaino con l'occorrente necessario.

Non potevamo di certo utilizzare la porta d'ingresso!

- Sali sulle mie spalle - mi disse dandomi la schiena e piegandosi leggermente per facilitarmi il compito.

Non ero molto convinta di quello che stavo facendo ma ubbidii.

Zayn si portò verso la finestra e salì sul cornicione.

- Aspetta! Che stai facendo? - chiesi cominciando a sentire il panico dentro di me.

- Tieniti forte e basta - mi disse.

Strinsi le braccia intorno al collo di Zayn e quando capii che stava per saltare giù dalla finestra chiusi gli occhi.
Sentii il vuoto, poi l'aria sul viso e  tra i capelli, l'attimo dopo finì tutto e sentii la risata di Zayn.

- Apri gli occhi, siamo ancora vivi e vegeti - dissi.

Obbedii e mi resi conto di essere nel giardino di casa mia, lontana dalla finestra della mia camera.

Scesi dalle spalle di Zayn e mi guardai intorno spaesata.

- Come...come... -

- È una lunga storia - rispose.

Mi prese per mano e cominciò a trascinarmi lontano da casa.

- Dove stiamo andando Zayn? - chiesi.

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