Capitolo 11

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ERIKA

Avrei dovuto trovare una sistemazione al più presto.

Il paesino in cui mi aveva portato il treno era decisamente sperduto nel nulla: pochissima abitanti, un unica scuola in cui si facevano elementari, medie e superiori; un solo supermercato e bisognava fare kilometri e kilometri lontano dal paese per trovare un negozio in cui comprare dei vestiti.

Ero arrivata lì da una settimana e avevo dormito in una taverna dove c'era, grazie a Dio, una signora molto simpatica come proprietaria.
Il punto era che avevo quasi fino i soldi che mi ero portata e qui non leggevano le carte di credito e non avevano nemmeno un bancomat.

Dovevo trovarmi un lavoro e forse andare a scuola.
Ma la scuola non mi premeva più di tanto perché il mio subconscio mi spingeva a tornare a casa e cominciavo a pensare che questa mia voglia di tornare non era dovuta dalla nostalgia per gli amici o per i miei genitori, perché ogni volta che chiudevo le palpebre, quello che mi veniva in mente erano gli occhi e il viso di Zayn.

E così era andata a fottersi la possibilità che la mia fosse solo attrazione verso un bel ragazzo sexy.

Perché quella che provavo era tutto tranne che semplice attrazione.

Ed ero preoccupata per Zayn.
Non sapevo se l'avevano trovato e cosa gli avevano fatto per essere scappato di casa.
Speravo solo che stesse bene.

- Che succede, piccola? - mi chiese la signora Monroe, la proprietaria della taverna - Ti vedo sovrappensiero -

Si era affezionata a me quando aveva capito che ero scappata di casa.

- Stavo pensando che devo trovarmi un lavoro, ho finito i soldi - dichiarai.

- Sai bene che puoi stare qui quando vuoi - mi ricordó.

A quel punto mi venne un'idea.

- Posso lavorare qui? Per sdebitarmi - chiesi volenterosa di fare qualcosa di diverso dalla mia solita routine.

Ero stufa di essere servita e reverita, la cosa positiva della mia fuga era che potevo fare quello che volevo senza che nessuno mi ritenesse inadatta.

- Certo, ma ad una condizione - mi disse.

- Qualsiasi cosa -

- Parlami del ragazzo che occupa i tuoi pensieri - disse - Hai decisamente lo sguardo di una donna innamorata -

                              ***

- Che romantico! - esclamò la signora Monroe quando finii di raccontargli di Zayn.

Avevo, giustamente, tralasciato la parte del vampiro.
Non mi pareva il caso.

- Quindi ti ha fatto venire qui per darti la possibilità di scegliere chi sposare e lasciarti libera - riassunse.

- Già - ammisi - Sarebbe stato più semplice se non avesse detto di amarmi, però -

La signora mi guardò complice.

- Che farai? - mi chiese - Anche tu provi qualcosa per lui -

Avrei voluto dirgli che la mia era solo attrazione dovuto al suo maledetto fascino, ma ogni volta che ripensavo a quel momento intimo in quella stanza, quando mi aveva fatto sentire il battito del suo cuore e ci eravamo quasi baciati, il mio di cuore sussultava e faceva i salti di gioia.

- Sono confusa - ammisi - È troppo presto per dire se sono innamorata di lui oppure no -

- Ma vorresti che fosse qui con te -

Il battito del tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora