Capitolo 30

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ZAYN

Provai a mettermi più comodo sul sedile ma senza successo.
Mi ci sarebbe voluta una bella dose di sonnifero per farmi fare quel viaggio senza dare di matto.

Odiavo gli aerei!

Forse perché quando ero appena nato mi hanno schiaffato in uno di quegli affari e, raccontato dai miei genitori, ho urlato, pianto e vomitato per tutto il viaggio.

Erika mi guardò ridacchiando.

- Lo trovi divertente? - chiesi infilando le unghie nei braccioli del sedile.

Lei annuì.

A quanto pare ad Erika non aveva problemi con quegli aggeggi infernali.
Non c'era mai andata e per essere la prima volta era pure troppo rilassata e mi scherniva!

Mi stavo facendo schernire dalla mia ragazza come se non ci fosse un domani!

Io! Io che ero uno stramaledetto vampiro!

Presi un respiro profondo e deglutii.

- Dovresti rassicurarmi invece - borbottai.

Lei mi fissò e sorrise furba.

Si alzò del sedile e guardò in fondo alla fusoliera: era divisa in due parti da una tenda; una dove eravamo io ed Erika e l'altra dove c'erano i miei genitori, senza contare la cabina di pilotaggio. Il nostro era un aereo privato quindi i due "scomparti" erano provvisti di tutte le comodità possibili e i sedili erano modificabili per diventare divano o letto.

Quando la mia ragazza si fu assicurata che mi miei genitori erano impegnati e non avevano intenzione di venire da noi mi si avvicinò.

Prese la manopola del mio sedile e tirò, facendomi distendere.
Poi fece una cosa che da lei non mi sarei mai aspettato: mi si sedette a cavalcioni sopra e infilò le mani sotto la mia maglietta.

- Adesso ti faccio rilassare come si deve - disse facendo un sorriso malizioso e chinandosi verso il mio viso per baciarmi.

                               ***

Quando atterrammo mi sentivo decisamente meglio e mio padre mi guardava allusivo.

Si vedeva lontano un miglio quello che era successo sull'aereo tra me e Erika.

Niente di esagerato insomma.
Come avevo detto non l'avrei sfiorata in quel senso finché non avesse fatto 18 anni ma nessuno ci vietava di fare "altro".
Ed Erika era decisamente brava a fare altro!

In poche parole?
Ero venuto senza toccarla.

Alla faccia della dipendenza e dell'imprinting!

La mia ragazza scese dopo di me e quando mi passò accanto non riuscii a trattenermi dal darle una sculacciata al sedere. Lei sussultò e mi guardò male.

Sorrisi e mi portai le mani dietro alla nuca.

- Cos'è quel sorriso Zayn? Ero convinta che odiassi gli aerei - mi fece notare mia madre.

- Diciamo che ho trovato una ragione per non odiarli - ammisi ammiccando verso Erika che si stava togliendo la giacca per il caldo che c'era in quell'isola.

Per quanto mi riguardava era un periodo del cavolo per andare sulla nostra isola privata.
All'interno della villa avrei dovuto mettere il condizionatore a palla.

- Quando arriveremo a casa morirò sul pavimento - borbottai.

Mio padre alzò gli occhi al cielo e si diresse alla limousine.
Aveva già un aspetto migliore lui. A papà bastava allontanarsi da casa per riprendersi.

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