Capitolo 19

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ERIKA

Zayn mi fissava.
Era davanti alla porta della mia camera e mi fissava.
Era davanti la porta della mia camera, senza maglia e mi fissava.
E sembrava aspettare una risposta.

- Stai bene? - mi chiese, di nuovo.

Sarei stata meglio se si fosse coperto!
Ma non glielo dissi.
Non potevo cedere al suo fascino, non dopo la discussione che avevamo avuto. O meglio, potevo cedere ma non era obbligato a saperlo.

- Erika so che sei arrabbiata con me...ma... -

Lo zittii con un gesto della mano.

- Non sono arrabbiata - dissi cercando di spostare gli occhi sulla sua faccia e toglierli dai suoi addominali.

E che addominali!
Avevo avuto già modo di vederlo ma non mi ero concentrata molto visto che Zayn sembrava avere intenzioni poco caste quella volta.

- E allora... -

- Sono solo...non lo so, forse delusa, ecco - risposi - Non so, pensavo che sarebbe stato diverso, tutto qui -

Forse avevo esagerato a parlargli in quel modo prima.
E adesso che la rabbia sbolliva me ne rendevo conto.

E sapevo anche che non era colpa sua quella situazione.

- Lo è invece - disse prendendomi alla sprovvista.

- Cosa? - chiesi confusa.

- Colpa mia - mi disse.

Quando si accorse che lo stavo guardando con una strana faccia fece un sorriso storto.

- Ti leggo nel pensiero, ricordi? -

Bastardo!
Allora sapeva esattamente quello che stavo pensando e che avevo pensato fino a quel momento.

Il suo sorriso sbilenco mi confermò che lo sapeva benissimo.

Mi sentii andare di nuovo il volto in fiamme.

- Bastardo non mi aveva mai chiamato nessuno - disse.

- Te la sei cercata Zayn -

- Vero - ammise.

Sbuffai e incrociai le braccia al petto.
Non poteva comportarsi così!

- Pace? - mi chiese inclinando il capo.

- Non così facilmente -

No e no, non avrei ceduto cosí. Soprattutto non se faceva quella faccia e sperava di farla franca.

Zayn sospirò e mi si avvicinò.

- Ho parlato con mio padre e ho chiesto se...insomma se con te potevo avere la libertà di fare come volevo, o meglio come vogliamo. Non posso bere sangue da un essere umano ma se tu lo vuoi, se non lo prendo con la forza possiamo fare un eccezione - mi spiegò - Ho bisogno di passare del tempo con te se voglio sposarti e per farlo ho due opzioni: o imparare a controllare il mio problema con il tuo sangue o berlo quando me lo concederai tu -

Lo guardai.
Allora era servito il mio sfogo di prima!
Aveva deciso di fare qualcosa alla fine.
Potevo concedergli una possibilità? Potevo provare a perdonarlo?

- Troverò il modo di farmi perdonare. Farò qualunque cosa vorrai - mi disse.

Ero pronta a dirgli che si, mi andava bene, ma qualcosa mi fermò.
Quello che mi aveva detto prima, quando aveva detto che era colpa sua.

- Quando hai detto che questa situazione era colpa tua...che intendevi? - chiesi.

La prima cosa per andare d'accordo era la fiducia.
Non avevo mai avuto amici per cui ne valeva la pena. Ma se Zayn e io dovevamo sposarci era diverso. Avrei passato tutta la mia vita con lui.
Avevo capito che con l'imprinting era completamente e irrimediabilmente legato a me. Ma il tipo di fiducia che volevo io era diverso.

- Da...quando ero più piccolo ho fatto qualche casino - disse - E adesso sto scontando la mia colpa e mio padre con me. Io ho fatto il casino e lui ci ha rimesso perché è mio padre ed è il re. L'hanno accusato di non essere in grado di far rispettare le regole al proprio figlio e adesso deve fare quello che non ha mai fatto nella sua vita -

A quel punto ci arrivai.
Ad occhio e croce il signor Krov'non sembrava un tipo severo, ne tantomeno violento... però sapevo che puniva Zayn e non avevo mai chiesto in che modo, anche se forse mi ero fatta un'idea.

- Lui...ti picchia? È questa la punizione? - chiese - È questo la conseguenza a qualunque cosa hai fatto? -

- Già - rispose Zayn - E non sono carezze...ma è colpa mia ed è il minimo -

Mi morsi il labbro.
Che cosa poteva aver fatto di così terribile per meritarsi una cosa del genere?
Che cosa aveva fatto per costringere suo padre a malmenarlo?

- Fidati Erika - mi disse - E meglio che mio padre si sia offerto. Quello che fa lui è niente al confronto di quello che mi farebbe il Consiglio dei vampiri -

- Si ma cosa... -

Non finii la frase perché Zayn mi aveva messo un dito sulle labbra.

- Basta così...per oggi - disse - Pensiamo ad altro, ad esempio, che ne dici di uscire con me questa sera? -

Battei le palpebre.

- Uscire con te? - chiesi perplessa.

Zayn si portò una mano tra i capelli e arrossì leggermente.

- Si insomma...come fanno tutte le coppie - mi spiegò, in imbarazzo - Possiamo andare dove vuoi. Al cinema o... -

- E dopo il cinema andiamo a mangiare in un Fast food? - chiesi, interrompendolo.

Era una cosa che non avevo mai fatto.
I miei amici erano dei ricchi snob e i miei genitori non mi avrebbero comunque mai mandato al cinema o ad un ristorante per "poveri" come piaceva chiamare a loro i Fast food o il McDonald's.

E Zayn, un principe vampiro, mi chiedeva di andare al cinema!

- Pensavo ad un McDonald in realtà - mi disse con un sorriso storto.

Scoppiai a ridere e gli diedi uno schiaffo sul petto. E che petto!

- Smetti di leggermi nel pensiero - lo rimproverai.

- Non posso - rispose - È troppo divertente vedere quello che pensi -

- Sei un cretino - dissi.

- La tua bella testolina pensa tutto'altro di me -

Adesso ci stava prendendo gusto.

- Cambiati, ti aspetto nell'atrio tra... mezz'ora ti va bene? - chiese.

- Si...credo di sì -

Non lo lasciai continuare che mi chiusi in camera.
Era strano...
Trovavo più strano che un vampiro mi avesse inviato al cinema invece del fatto che dovevo sposarlo.

- Ti sento e non sono un vampiro del dodicesimo secolo -

- Smettila Zayn! - esclamai.

Lo sentii ridere di gusto e non riuscii a trattenere un sorriso.


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