A mio malgrado, quella mattina, dovemmo partire presto.
Eravamo quasi arrivati e, sopra le nostre teste, sulla superficie increspata del mare, s'infrangevano i raggi del sole appena sorto. Contrariamente a Piper, che ne sembrava incantata, io non potevo fare a meno di pensare a Bentesecima... Aspettate, non intendevo questo, avete capito male; volevo dire che vorrei tanto vedere la sua faccia quando si sveglierá e troverá sul letto una lettere che dice:" Sono partito. Mi dispiace, ma tra noi non può funzionare.
P.s. sono tuo fratello.Percy"
Finalmente i miei piedi toccarono la terraferma. Il mio primo pensiero fu Annabeth, ma a quell'ora, ricordai, i miei amici dovevano essere alla casa grande per una riunione e decisi di andare lì.
Piper, invece, si diresse verso la casa 9 dicendo che, molto probabilmente, Leo non si sarebbe mai svegliato così presto neanche se Jason lo avesse colpito con un fulmine.
Spalancai il portone a grandezza centauro ed entrai con un sorrisone a trentadue denti:"Sono tornato gente!" Ok, lo ammetto, volevo provare un'entrata alla Leo Valdez, va bene? Il mio ritorno, al dire il vero, non è stato come me lo sarei aspettato. Immaginavo Annabeth che correva ad abbracciarmi e gli altri che mi accoglievano felici che fossi ancora vivo; invece mi ritrovai di fronte un Dioniso in ciabatte e Bermuda leopardate che ballava per la stanza cantando Celine Dion alla testa di ghepardo sul muro e usando una lattina di Diet Coke come microfono. Appena si accorse di me, il dio si fermò cercando qualche giustificazione.
"Scusi signore, non volevo interromperla... tolgo subito il disturbo" dissi indietreggiando per poi girarmi intento a darmela a gambe.
"Perry Johnson! Ti farò lavare i piatti nella lava per un mese, ma prima esci subito da qui!"
Volai fuori dalla porta come se un calcio invisibile mi fosse arrivato nel fondoschiena e rotolai sul prato per quelli che mi sembrarono kilometri; quando smisi di girare come una trottola, mi ritrovai a fissare due paia di scarpe: nere e bianche.
"Ah. Sei tornato vedo"
Alzai lo sguardo e vidi Nico e Will.
"Quello che Nico intendeva è: siamo felici che tu sia qui sano e salvo"
"Intendila come ti pare"
Mi alzai ancora un po' intontito dalla caduta con l'aiuto del figlio di Apollo: "Ma questa mattina non doveva esserci la riunione?" Chiesi tastandomi gli arti per controllare che non ci fosse niente di rotto.
"È stata rimandata. Ci sono problemi all'Olimpo e Annabeth, Hazel e Reyna sono andate a dare una mano".
"Che tipo di problemi?! Annabeth sta bene?"
"Ehi tranquillo, sa badare a se stessa"
"Giá, lei da sola potrebbe mettere te e Jason K.O. ad occhi chiusi , e poi anche mia sorella non scherza." Io e Will ci girammo verso di lui a bocca aperta: "Raggio di sole, sbaglio o quello sembrava essere un complimento?"
"Zitto Solace" detto questo girò gli anfibi e se ne andò diretto alla cabina di Ade, fare una specie di complimento deve essergli costato molte energie...
Dopo che Will mi salutò per correre dietro al suo ragazzo, decisi di raggiungere gli altri.Angolo autrice
Beh che dire... con un giorno di ritardo ma sono giá due settimane consecutive che aggiorno. Oggi mi sento fortissima perchè ho cucinato pasta e lenticchie e la casa non è andata a fuoco *Leo non approva*.
Comunque vi lascio con questa perla di saggezza:RACHEL Elizabeth Dare
R.E.D.
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Percy Jackson e la scelta dell'eroe
FanfictionBeh, che dire. Percy senza il rischio di morire non sarebbe Percy e Annabeth lo sa bene. Il figlio di Poseidone sta iniziando a mettere il bene della missione davanti alla sua lealtà, nel mentre Leo decide di essere la reincarnazione di Mary Poppins...