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Changbin pov's
Siamo entrati esattamente nella settimana in cui devi preoccuparti di comprare regali, incartarli e consegnarli ai destinatari.

"Ciao figlio, come stai? È da tanto che non ci vediamo, cominciavo a credere che fossi scomparso." disse mia madre un attimo dopo essersi seduta al tavolo di fianco a me.

"Sto bene." risposi guardandola.

"Non passi mai del tempo con la tua famiglia? Stai sempre in giro con i tuoi amici." il fatto del trascurare la famiglia mi accadeva spesso e la maggior parte delle volte non me ne accorgevo neanche.

"Come va con la tua 'amabile' ragazza?" Ed ecco qua la domanda che fece traboccare il vaso.

"Ci siamo lasciati almeno un mese fa."

La sua reazione fu:
1)alzarsi con totale tranquillità; 2)andare in cucina;
3)aprire il frigo;
4)prendere una bottiglia di spumante, destinata ad essere aperta al compleanno di mio padre (purtroppo non ci è arrivata);
5)stapparla;
6)urlare e festeggiare.

"Mi dispiace davvero tanto tesoro, sarai sconvolto." tornò a sedersi, con calma, con un bicchiere e con la bottiglia precedentemente aperta.

"No, l'ho lasciata io." e rieccola che urlava e festeggiava. Non mi capitava mai di dirlo, ma amavo mia madre, provavo ammirazione verso di lei, era una di quelle persone che riuscivano a cavarsela in ogni situazione, se dovevano essere serie lo erano e se dovevano o volevano divertirsi lo facevano.

"Ti piace qualcun'altra... o qualcun altro?" Questa conversazione stava diventando una seduta dallo psicologo tant'è che andò a mettersi i suoi occhiali da lavoro.

"Non so cos'è sinceramente quello che provo." quello che state per leggere può nuocere ai deboli di cuore.

"Tesoro racconta, ti aiuto, forza." vi sorprenderete tanto quanto mi sono sorpreso io anche del fatto che lei non è omofoba come credevamo tutti.

"Ecco, c'è questa persona che odiavo con tutto me stesso, non c'era un vero motivo per il quale provavo tale odio solo, lo provavo e basta. Più i giorni passavano più mi convincevo che non gli avrei mai rivolto la parola però, questo mi portò solo al dovermi avvicinare con 'aiuto esterno' cioè ho dovuto fargli da tutor per i suoi primi mesi di scuola e mi scocciava farlo perché non mi andava proprio giù questa persona in sé. In tutto questo però ero ancora fidanzato con Seoyun, per verità io la amavo davvero, ma ad ogni modo quest essere umano ha stravolto tutto. Ho capito in ritardo il fatto che non lo odiavo per davvero. Quest individuo un giorno si fidanzó, con il mio migliore amico, dio ero felicissimo per loro o meglio era ancora un momento in cui lo odiavo ed ero felicemente fidanzato anch'io però, non lo guardavo con gli stessi occhi. Arrivò il giorno in cui mi decisi a lasciare la mia ragazza poiché io non provavo più niente per lei e quest'ultima trattava i miei amici come fossero immondizia, non ti nego il fatto che la prese poco bene. Dunque, ognuno andò per la propria strada e nella mia c'era un nuovo 'ostacolo' o meglio più che ostacolo lo chiamerei capriccio, vedere questa persona e il mio migliore amico insieme cominciava ad infastidirmi, erano 'carini' come fidanzati ma proprio non ce la facevo. Sai cosa vuol dire far finta di niente per mesi? Credevo di essere pazzo e invece era semplice gelosia. Le cose sono successe così velocemente...l'ho baciata, l'ho portata con me a vedere le stelle, sono andato a trovarla in ospedale e questa mattina l'ho riaccompagnata a casa. Quando stavo con Seoyun potevo definirlo amore ora però...non so cos'è tutto questo, sento il bisogno di proteggerla, mi piace avere la sua attenzione e mi piace dargli la mia ma...sento che non è quello che merita, non vorrei fargli promesse che poi non posso mantenere." aver detto tutto questo mi fece stare bene, sarà per il fatto che era mia madre ma mi sentivo più che sollevato.

"Tesoro, posso garantirti che questo è amore. La gelosia, la rabbia, la tristezza e l'affetto fanno parte di questo sentimento, può sembrarti strano ma se ti dico che è così, credici." risposi certo con un semplice "Ti credo." per ritrovarmi a rispondere alla domanda "Chi è questa fantomatica persona per il quale riesci a far battere il tuo cuore?"

E cavolo credetemi se vi dico che illustrare un esame è meno complicato.

"Si chiama...Felix, mamma".

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