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Restai nella mia stanza per tutto il pomeriggio, aspettavo solo che Fabio tornasse, aspettavo solo che mi rivolgesse anche un misero sguardo per attaccarlo. Non doveva farlo, non doveva permettersi nemmeno di tradire mia madre. Ma non per me, o per la famiglia che ormai non siamo più. Ma perché, se tu non hai mai amato una persona, non hai motivi per tradirla, non hai motivi per starci ancora assieme. Ma il suo egoismo non ha fatto altro che peggiorare la situazione, non ha fatto altro che tenere stretto a sé due persone che ha fatto solo soffrire.

Il telefono squillò, lo presi e vidi che era un messaggio da parte di Walter, chiedeva come andassero le cose in casa. Siccome da quando me n'ero andata non avevo nemmeno toccato il cellulare, sorrisi, qualcuno che si preoccupava per me allora c'era. Prima che potessi rispondere al cellulare, dei colpi leggeri alla mia porta catturarono la mia attenzione, alzai un sopracciglio poco convinta di ciò che avevo sentito. La persona all'esterno, bussò nuovamente.

-avanti.- dissi posando il cellulare nuovamente nella tasca anteriore dei jeans -mamma, che succede?- domandai portando la testa da un lato, mi faceva tenerezza, vederla in quelle condizioni, non lo meritava. Aveva pochi anni in più di me, non ne valeva la pena insomma. -Martina, so che stai aspettando tuo padre, ma non voglio che tu ti metta in mezzo. Lo dico per te, so che hai paura di fargli davvero del male, e voglio evitare che accada.- disse con lo sguardo basso -mamma ma tu hai bisogno di me, hai visto in che condizioni stai? Non hai nemmeno la forza di affrontarlo.- dissi, lei scosse la testa -è apparenza tua Martina, me ne sono fatta una ragione ormai, sapevo già che ormai non mi amava più. Non gli bastavo.- disse alzando le spalle, scossi la testa schifata. L'aveva ridotta uno straccio, così come aveva fatto per me. Lo odiavo.

-avanti Marti, puoi andare da Walter, è meglio. Affronteremo tutto con un'altra testa.- disse sorridendo leggermente -e te?- chiesi -non ti preoccupare di me, pensa ad andare.- sorrise, annuì e uscì dalla mia stanza. Non avrei permesso a mia madre di affrontare Fabio da sola, non glielo avrei permesso per nessun motivo al mondo. 

Uscì di casa, avvertì Walter del mio arrivo e a passo svelto mi avviai verso casa sua. La rabbia non scendeva, non sarebbe mai scesa. Almeno finché non avrei sfogato tutti questi anni, su l'unica persona che ha davvero colpe.

[...]

-Martina devi capire che comunque è una cosa tra loro, tu sei la figlia e hai anche ragione ad odiare tuo padre. Lo sai che te ne ho sempre data, ma per me è meglio se rimani qua. Visto che Fabio dovrebbe tornare oggi.- disse Walter, scossi la testa -ma sei scemo?!- dissi alzando il tono della voce -non permetterò a mio padre di fare altro male, non voglio che ne faccia.- dissi seria -non vuoi nemmeno farlo tu...da quanto ho capito.- rispose, annuì -e allora rimani qua. C'è sempre spazio per te.- disse sorridendomi dopo -forse torno, sì, dopo aver fatto il mio dovere.- dissi guardandolo convinta -non c'è verso eh.- rispose ridendo, sorrisi e scossi la testa.

Il campanello suonò, Walter si alzò, si sistemò la maglia e andò ad aprire. Davanti alla porta bianca, c'era un ragazzo dai capelli ricci, gli occhi grandi e scuri, davanti a essi stavano posati degli occhiali, aveva i baffetti e le labbra carnose e rosee. Nel complesso era davvero bello. -ciao fra.- sorrise Walter abbracciandolo calorosamente -tutto apposto?- rispose lui -tutto okay.- disse facendolo entrare, appena mise piede all'interno dell'appartamento mi vide. Si fermò, mi guardò negli occhi e si girò verso il nostro amico e sorrise -chi è?- chiese indicandomi -oh sì, lei è Martina, la mia migliore amica.- sorrise, mi alzai in modo scocciato e gli porsi la mano -Diego.- rispose lui sorridendo lievemente.

Restarono a parlare per qualche minuto, io rimasi in silenzio, mettendomi in disparte. Rispendevo a sillabe a qualsiasi loro domanda, non avevo testa per conoscere altra gente. E non ne avevo nemmeno voglia.

Dovevo tornare a casa.

Mi alzai in piedi, salutai velocemente Walter e prima che potesse bloccarmi nuovamente, uscì fuori dal suo appartamento. Scesi velocemente le scale, cercando di arrivare il prima possibile in casa. 



Fumo Da Solo|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora