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A volte penso di essere esagerata, penso di avere reazioni troppo esagerate. Forse è vero, esagero nelle reazioni ed è sbagliato, conoscendomi potrei perdere il controllo, come è già successo in passato, e non voglio.

Il problema di questa situazione, principalmente non è il fatto che mia madre se ne voglia andare, forse ha anche ragione a farlo, chi non vorrebbe dopo tutto ciò le ha fatto passare mio padre e la pazienza con lui l'ha sopportato. La pazienza, quella magica parola, di cui io, non ne conosco io significato, non l'ho mai avuta, e in parte è una cosa positiva, se ti prefissi qualche obiettivo o qualsiasi altra cosa tu voglia, riesci a prenderla, e a farla, senza dare retta a niente e a nessuno. Come si dovrebbe fare solitamente, ma non tutti riescono.

Aprì la finestra della mia stanza, e mi appoggiai ad essa, guardando il sole che tramontava dietro alle palazzine. Era tutto magico, avrebbe assunto anche un colore diverso, se il mio stato d'animo fosse stato diverso. Io voglio che mia madre cambiasse aria, se lo merita, che fosse felice. Ma perché deve andare così lontano? Non capivo, può sembrare un discorso egoista, ma non lo è, forse sono semplicemente una persona che ha bisogno di quell'effetto che le è sempre stato negato. Che oltre ad una sola persona, non ha la minima idea di cosa sia.

Scossi la testa sorridendo amaramente, mentre i raggi del sole, a man mano, coloravani di arancione il cielo assieme alle sue nuvole. Presi le sigarette dalla tasca e ne sfilai una, e presi l'accendino. Una volta accesa cercai di non pensare, ma era impossibile negare la propria "natura", uno dei miei tanti pregi ma anche tanti difetti forse, era proprio questo. Pensare. È una cosa che con il passare del tempo distrugge, e io come al solito, mi stavo autodistruggendo. Pensando anche al mio passato, mi resi conto che non sapevo fare nient'altro per me stessa, se non cercare di evitare situazioni difficili, ma con scarsi risultati.

Sentì bussare alla porta, non risposi, sapevo che era Diego, e in quel momento, era l'ultima persona che volevo vedere. Non avevamo nulla di cui discutere, faceva la parte della persona profonda ma non ha mai pensato a mettersi, anche per un solo istante nei miei panni. Forse è meglio così, per quanto gli possa interessare quei suoi occhioni, non hanno ben capito che tipo di persona sono. E onestamente, non riesco a capirlo nemmeno io.

Bussarono nuovamente, non avevo idea di cosa si aspettasse dopo tutto quello che gli avevo detto, le cose e il mio pensiero non era e non cambieranno, almeno in parte.
Ho capito, ormai, che anche se non voglio Margherita tornerà da dove tutto è incominciato, e io sono sicura che esista che un motivo ben preciso, ma che per il mio "bene" ha deciso di non dirmi.

-Martina, apri, sono Walter- disse la persona fuori dalla porta - è aperto - dissi spegnendo ciò che era rimasto della sigaretta per poi buttare il mozzicone all'esterno. Walter aprì lentamente la porta, come intimorito da qualcosa, si affacciò leggermente per poi entrare.
-tutto bene? - chiese chiudendo la porta alle sue spalle, lo guardia e alzai le spalle - ho capito... - disse portando le mani dietro alla schiena, rimase in silenzio per qualche secondo, mi sedetti sul letto e attesi che ricominciasse a parlare.
-è andato tutto bene? - chiesi spezzando la tensione, Walter annuì per poi sedersi affianco a me.

-posso parlarti? - chiese, annuì - scusa, sa parte di Diego, ha compreso di aver esagerato. Forse doveva davvero starne fuori- disse, scossi la testa - ad essere onesti... - iniziai - mi ha fatto capire che alla fine, non è sbagliato ciò che sta facendo mia madre, è giusto - concordai - ma per quanto possa apprezzare il gesto... Non posso accettare che decida per me cosa è meglio e cosa no- disse - se lo fa è perché infondo ti vuole bene ed è davvero interessato e te, sai, me lo ha detto poco fa di ciò che è successo, ed era davvero dispiaciuto - disse - poteva pensarci due volte, non mi conosce, non può pensare che tutti apprezzino i suoi consigli e i suoi modi di fare- risposi, Walter sorrise.

-hai ragione, ma ci devi prendere la mano anche te- disse -ma tu dici? - dissi alzando un sopracciglio - io credo che sia l'esatto opposto-risposi - io gliel'ho detto che non è semplice, ma Marti, tu a Diego interessi sul serio. Lasciati andare, fidati di lui - disse alzandosi in piedi - ricordati che non è una cosa che si dà e basta, ci vuole tempo. E Diego ne richiede troppo poco per i miei gusti-obiettai, il moro rise leggermente - siete entrambi due teste di cazzo. Come faccio a sopprtarvi- disse aprendo la porta della mia stanza - perché ci vuoi tanto bene - risposi sorridendo, mente notai quei occhi fissarmi, aveva ragione Walter erano come pentiti. E questa cosa mi stupiva, non avevo mai visto una persona che si preoccupava davvero per me, e se Walter avesse ragione?

Fumo Da Solo|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora