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Uscì dalla villa bianca seguita da Diego, che appena arrivammo in mezzo alla strada mi prese il polso facendomi girare.
-mi vuoi ascoltare un attimo? - disse fissandomi serio, strattonai il polso dalla sua presi e cercai di dirigermi verso la macchina di Mario parcheggiata non molto distante.

-ma che cazzo Martina - disse afferrandomi nuovamente il polso - ma che cazzo vuoi- dissi girandomi - non puoi andare avanti così, non sta facendo niente di sbagliato infondo - disse cercando di farmi ragionare, mi venne quasi da ridere.
-non capisci- risposi e mi allontanai nuovamente, arrivai alla macchina di Mario e mi sedetti all'interno sbattendo accidentalmente la portiera
-ehi ehi, piano - disse Mario sorridendo - scusa- risposi mostrandogli il mio miglior sorriso finto.

-ma Diego? - chiese Mario dopo qualche minuto -non ne ho idea--risposi alzando le spalle, non mi interessava in quel momento.
Pochi secondo dopo il moro entrò in macchina, ed era ancora nervoso - tutto bene?- chiese Mario accendendo la macchina, Diego gli sorrise e annuì - potresti riportarci a casa? - chiese gentilmente, Mario annui - non ci voglio andare-mi intromisi - tu ci vieni e basta, abbiamo un discorso da concludere- disse girandosi infastidito -non abbiamo proprio niente da concludere- dissi incrociando le braccia sotto al seno, Mario ci guardò confido, Diego gli fece qualche gesto che non riuscì a vedere e così il moro senza fare alcuna domanda si rimise in strada.

La musica soltanto interrompeva il silenzio teso e curioso di tutti. Curioso perché Mario avrebbe voluto sapere ciò che era accaduto in quella casa, ma non lo avrebbe saputo. Almeno non dalla mia bocca.
Sbuffai appena vidi che stava svoltando verso Milano, si era fissato che c'era qualcosa di cui parlare, ma io onestamente non ne avevo nemmeno voglia. Ha preso la sua decisione, che vada pure.

[...]
-grazie bro, davvero- disse Diego appena sceso dalla macchina - ma di niente- sorrise il ragazzo - ci sentiamo - continuò poi - certo, ciao ragazzi- disse mentre Diego chiudeva la portiera.

Nel silenzio più assoluto rientrammo nell'appartamento vuoto, Walter non era ancora tornato.
-quindi, hai intenzione di stare zitta? - disse appena chiuse la porta, lo guardai e alzai un sopracciglio - ma non è il caso che ti faccia i cazzi tuoi? - risposi - Martina, tua mamma è adulta, così come te. Non hai bisogno di lei, ed è anche giusto che raccolga ciò che era rimasta della sua vita. Ti sembra? - disse come se la cosa fosse ovvia.

Perché diceva di capire, ma non capiva davvero?

-vedi Diego, non capisci, e non capirai. Io ho soltanto bisogno di qualcuno che davvero mi conosca, e saperla lontana non mi sta bene. - dissi - l'hai sentita? Ha detto che sarebbe tornata spesso, usa quel cervello che hai. E pensa che è giusto cosi- disse - e si, pensi che sia tutto semplice come sembra? Non hai capito un cazzo Diego, nulla. - risposi per poi andarmene nella mia stanza, nonostante Diego cercasse di continuare una conversazione che non aveva né capo né coda.


C'è da dire che le ore di supplenza a volte sono utili :)

Fumo Da Solo|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora