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-Martina, dovresti tornare- disse la voce di Walter dall'altro lato del mio cellulare. - Diego è diventato ingestibile. Non so che fare- continuò con voce disperata -e io che ci posso fare Walter? Sono a Nola, e non ho intenzione di tornare ora a Milano. Sto bene- risposi nervosamente - Martina ti prego, davvero... - sussurrò suoplicandomi, rimasi in silenzio, senza nemmeno accorgermi trattenni per qualche istante il respiro per poi lasciarmi andare ad un sospiro pesante - ci penso, ciao- dissi rapidamente chiudendo poi il telefono.

Restai ancora un po' a fissare il giardino nel quale giocava Teodoro, correndo da una parte all'altra del piccolo spazio verde. Mi sentivo scombussolata, una parte di me sarebbe voluta andare a Milano, a sistemare quello che si poteva sistemare, ma l'altra, il mio orgoglio non aveva intenzione di lasciar perdere, non potevo dimenticare tutto quello che stesse succedendo. Pur volendo non ci riuscirei.

Chiusi la finestra della mia stanza e andai in cucina, dove, Clemente e Margherita seppur l'aria abbastanza tesa, era tutto  tranquillo, erano seduti l'uno affianco all'altra e guardavano altrove, insolito da parte loro.
-tutto bene? - chiese mia madre appena mi vide - si, tutto okay - alzai le spalle, la conversazione non andò oltre, calò nuovamente il silenzio e così restammo per qualche minuto. In quel momento ringraziavo Dio o qualsiasi cosa ci fosse al di sopra di me, che in qualche modo aveva fatto troncare la conversazione. Penso, che in parte sia grazie alla situazione particolare che la loro relazione stava vivendo, perché erano giorni che non sentivo casino da parte di Clemente, se non per qualcosa che stava creando lui per i suoi fan, da un po' non sentivo le risate di mia madre. E questa situazione mi dispiaceva, avrei voluto rimediare e sistemare tutto, ma purtroppo, non conosco la situazione che stanno affrontando.

-Cleme, posso parlarti?- gli chiesi convinta che, se lo avessi chiesto a mia madre, mi avrebbe mentito pur di non dire la verità. -sì, dimmi.- rispose alzandosi e sistemandosi la grossa felpa nera che aveva indosso. Uscimmo dalla stanza sotto lo sguardo attento di mia madre, anche se cercava di far finta di niente. L'orgoglio è una brutta cosa, e io penso di saperlo bene. Ma loro diversamente da me, pur di stare assieme, piuttosto restavano vicini senza parlare. Assurdo.

Uscimmo fuori, restando davanti alla porta di casa e Clemente si accese una sigaretta, offrendomene una, che presi volentieri. -Cleme, posso sapere cosa succede tra te e mamma?- chiesi dopo qualche secondo di silenzio, lui rimase in silenzio fissando un punto indefinito davanti a lui, per poi sospirare. -è che delle volte è sempre attaccata al suo passato, dice di non pensarci più, ma non è così, lei ci pensa ancora. A volte temo che sia ancora innamorata di tuo padre.- disse sorridendo amaramente. -pensi male Cleme, conosco mia madre, sarebbe tornata fra le sue braccia ancora prima di partire per venire da te. Non lo ama, è solo che...cazzo, mettiti nei suoi panni.- dissi e lui mi guardò negli occhi -prova tu ad accettare di essere tradita, se mia madre lo facesse, tu, lo accetteresti?- continuai e lui distolse lo sguardo dal mio e scosse la testa -per niente, non ci riuscirei.- rispose -vedi? Devi anche capirlo.-dissi, lui sorrise -lo capisco, se solo lei si sforzasse di dimenticare davvero, se smettesse di rifugiarsi nel passato per paura di vedere quello che sarà, è terrorizzata dalla nostra relazione. E non dire che non è così, perché cazzo lo vedo, certe cose non le avrebbe mai nemmeno pensato con Fabio, invece con me è tutto diverso.- disse -tu sei diverso da mio padre, fidati. Non lasciarla scappare, se...come dici, ti sto simpatica, e sai tutto quello che le è successo, non lasciarla andare. Farebbe di nuovo lo stesso errore.-dissi quasi supplicandolo, lui sorrise -anche tu hai fatto lo stesso errore. Lo sai, vero? Lei è scappata da Milano, e anche te, tu pensi a Diego ma non hai nessun altro tipo di legame con nessuno, lei invece ce l'ha con me. Ma ancora non lo accetta.- disse e fece per tornare in casa -Clemente, lei ti ama, smettila di farti ste paranoie, non sono da te. A quelle ci penso io.- sorrisi, lui sorrise e ritornò in casa.

Fumo Da Solo|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora