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In parte mi faceva strano pensare che qualcuno fosse disposto ad amarmi, cosa che ho sempre detto mi fosse impossibile. Eppure qualcuno a quanto pare è possibile che qualcuno sia disposto a farlo.
Io non so cosa posso dargli in cambio, io ben poco da offrire e onestamente nemmeno merito di ricevere, non ho mai ricevuto nulla in tal proposito.

Solo sempre stata lontana da queste cose, non ci ho mai creduto. Perché in parte fa male vedere i propri genitori litigare ogni giorno, poi ti abitui, ti abitui e non ti interessa più, nemmeno ascolti quelle offese che ti vengono anche rivolte. Perché nonostante fosse incazzato con mia madre, Fabio, se la prendeva anche con me, come se fosse colpa mia. Ma non lo era, ho iniziato a capirlo troppo tardi, quando le cose stavano andando di male in peggio. Quando io, all'oscuro di tutti vagavo per la Barona, senza avere una meta perdendo per quei vicoli così stretti e inquietanti, ma così curiosi che mi spingevo apposta oltre.

A volte penso che Fabio sapesse che io uscissi, ma che incurante di ciò che facessi mi lasciava stare, non capivo questo suo comportamento. Lui diceva di conoscere ogni angolo del quartiere, ma io non ne ero convinta, alcuni posti, alcuni vicoli erano talmente nascosti che nemmeno Dio poteva trovarmi.

Se non fosse stato per queste notti a vagare, non mi sarei mai trovata a Milano. Non ero solita ad andarci, se non con mio padre e se non per qualcosa di davvero importante. Ma quella notte, sentivo qualcosa che mi spingeva ad andarci, dovevo andarci a qualsiasi costo.
Sorrisi al ricordo di quella notte, nemmeno ricordavo tra un po' come ci ero finita in quel posto.

Incontrai Walter, che per fortuna assieme a dei suoi amici mi riportarono a casa. Prima di allora non mi ero mai fidata sj nessuno, però, appena lo guardai negli occhi, mi sembrarono così innocenti, era impossibile che potesse farmi male.
Ed infatti fu così.

-a che pensi?- mi domandò Diego portando le mani attorno ai miei fianchi e lasciando un bacio sulla guancia, gli sorrisi e girai la testa, guardandolo con la coda degli occhi - pensavo un po' a tutto.- risposi semplicemente per poi tornare a guardare il cielo che lentamente si stava colorando di arancione e dava a quel momento un qualcosa di magico.
-immagino- sorrise - se non fosse stato per lui, probabilmente a quest'ora sarei chiusa in qualche posto sotto la vigilanza di Fabio - risi, lui scosse la testa - non penso sarebbe arrivato fino a questo punto- rispose staccandosi, mi girai e appoggiai la nuca alla finestra posta alle mie spalle - non lo conosci come lo conosco io Diego- risposi e lui si mise a sedere sul divano - perché lo odi così tanto? - domandò e mi soffermai a pensare.

Perché lo odiavo?
Ci pensai bene e ricordai bene il motivo. Perché non aveva mai fatto davvero il padre, perché ha sempre cercato di buttarmi giù senza pensare a ciò che davvero mi piacesse. Prima che crescessi, che iniziassi davvero capire meglio ciò che mi ha circondato e iniziare a capire chi fossi era tutto diverso. Era davvero un padre amorevole, si divertiva, stava con me. Sembrava davvero uno di quei genitori che tutti avrebbero voluto avere. Sembrava.

Lui iniziò a diventare scorbutico, a essere stronzo con me e con mia madre. Era davvero uno stronzo, diversamente da quanto ricordassi, non chiedeva più niente su di me, non si informava su ciò che facessi, non so cosa gli fosse preso.
Iniziò e mancare in casa, i suoi giorni di depressione poi, erano ancora i peggiori. Restava in silenzio per settimane, non guardava in faccia a nessuno, non capivo, mia mamma restava in silenzio ma nei suoi occhi io vedevo che soffriva, vedevo che stava male.

-lo odio perché non ha saputo fare il padre quando doveva farlo davvero. - risposi sedendomi affianco a lui, posò una mano sulla mia gamba accarezzandola - ti sei mai chiesta perché? - continuò poi, scossi la testa - non volevo saperlo, e tutt'ora non mi interessa - risposi convinta - ha sempre e solo fatto soffrire sia me che mia madre- continuai - te lo ha mai detto? - chiese - no, lo vedevo dai suoi occhi. Era stanca, delusa, non sapeva più che fare per salvare la nostra famiglia... - mi fermai - o quel che ne era rimasto- continuai - mi spiace baby- disse portando il braccio attorno alle mie spalle - no, non deve, è meglio che sia andata così. Mia mamma non meritava di stare male per un coglione- dissi - e tu? - chiese - tu meritavi di stare male?- continuò, sorrisi amaramente e alzai le spalle - no Marti, non meriti di stare male, non lo meriti per niente. Sei una persona fantastica, mi credi? - disse e scossi la testa - non ho niente di speciale, non capisco- risposi - tu sei più speciale di quanto tu pensi. Sei unica, e basta questo - rispose senza permettermi di replicare, posò le labbra sulle mie baciandomi dolcemente.

Fumo Da Solo|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora