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Trattenni a stento una risata, come gli era passato anche solo per la testa una cosa simile? Io, innamorata? -Martina, smettila di fare la cogliona e guardami.- disse la mora scocciata e quasi infastidita da quel mio atteggiamento, ma insomma, avrebbe dovuto capirlo lei stessa. -non lo sono mamma, non lo sono mai stata e sicuramente non incomincerò ora.- le risposi alzandomi e posando le mani sui fianchi, lei rimase in silenzio. -non c'è un'età esatta, sai?- rispose poco dopo lei, sbuffai e portai gli occhi al cielo, perché si ostinava a dire che era come diceva lei?

-lo so che non c'è un'età. Ma ci sono molte cose, cose che anche te conosci. Che non mi permettono e che non mi permetteranno mai di innamorarmi, non sono fatta per queste cose.- risposi, mia madre si alzò, mentendo un'apparente calma che in quel momento non sapevo nemmeno da dove prendesse. Perché se fosse stato per me, avrei incominciato ad urlare, ma lei ormai aveva capito che a farlo, non ci avrebbe guadagnato niente. Non ha mai funzionato. -lo so bene, e sai che in parte è la stessa cosa. Ma vedi, ci sono certe persone, che ti fanno sentire per qualche istante combussolata, ti fanno pensare diversamente e a volte ti incazzi anche perché senti che in te sta succedendo qualcosa che non avresti né immaginato  e nemmeno voluto.- disse, le sorrisi, come faceva a descrivere una cosa del genere? -come fai a saperlo?- le chiesi, lei sorrise -perché sai...certe persone lentamente, se tu le fai entrare cercando di abbattere, senza fretta, tutto ciò che ti sei costruita attorno, iniziano a farti pensare in quel modo.- disse per poi indicare una persona alle mie spalle, e quando mi girai vidi Clemente.

Come aveva fatto ad innamorarsi nuovamente?

-ti sei innamorata?- le domandai, girandomi nuovamente nella sua direzione -beh...a dir la verità, non lo so. Che ne so io che cos'è l'amore? Diciamo che è qualcosa di simile.- sorrise in direzione del ragazzo alle mie spalle, rimasi interdetta. Ma decisi di chiudere il discorso, non capivo ciò che lei stava dicendo e forse preferivo non farlo. -e in tutto ciò, te sei scappata per questo.- disse lei dopo qualche minuto di silenzio -non scappo per queste stronzate.- le risposi alzando un sopracciglio scettica -ah no? E' una cosa nuova, soprattutto per te. Non mi stupisce se, sì, insomma, tu lo avessi fatto.- disse lei, le sorrisi e uscì fuori. Preferivo non rispondere.

Posai le braccia sulla ringhiera di quel piccolo ma grazioso balconcino che dava sulla strada. A quell'ora completamente deserta. Sentì una presenza vicino alle mie gambe, abbassai lo sguardo e vidi il pelo color oro di Teodoro, posai una mano sulla sua testa e lo accarezzai sorridendo timidamente. Era davvero adorabile quel cane. -gli stai simpatica.- intervenne Clemente comparendo alle mie spalle -meno male.- risi sollevando poi la mano dal grosso cane che andò in contro al padrone. -secondo me, però, dovresti lasciarti andare.- dissi e portai gli occhi al cielo. Perché metteva parola su qualcosa che nemmeno sa cos'è? -Clemente...- dissi quasi in tono di supplica -non lo dico tanto per eh, ma lo dico semplicemente come...quasi amico?- disse alzando le spalle, risi leggermente -comunque, come vedi, anche tua madre si  è lasciata andare. Non ti sembra strano?- disse, annuì -secondo me dovresti farlo anche tu, con lui.- disse -non penso.- risposi -non si applica nemmeno per capirmi.- mi lamentai -tu ci hai mai provato a farti capire?- chiese lui.

Non mi capivo da sola, poteva mai capirmi lui?

Scossi la testa -ecco, vedi?- disse per poi rientrare.

Fumo Da Solo|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora